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15/10/2008

Commenti

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E' intelligente,
è coraggioso,
sa scrivere
...ma per me è anche tanto sexy...
se avessi solo 35 anni di meno....

e a me sta inevitabilmente sui coglioni.anche se so che sa scrivere. e dico "SO" perchè non l'ho mai letto.

la sua figura si è talmente sovrapposta all'opera che quando Gomorra sarà in vendita a 2.90 in edicola forse lo comprerò strappando la copertina e incollandone una di John Shirley.

Caino: apprezzo la tua sincerità, ma non è mia un vezzo mediatico di Saviano, se la camorra vuole ammazzarlo.

no no, ma io sono conscio del tutto. non contento la bontà dell'autore, dell'opera, e tantomeno non svaluto l'importanza del suo libro o il fatto che la camorra voglia ammazzarlo.

però proprio mi torna su come il peperone misto aglio misto cipolla misto acciuga.

Mentre leggevo Gomorra, mentre pagina per pagina vedevo i nomi, le dinamiche e i luoghi svelati così, in maniera cruda e violenta, il mio pensieo era "grazie Roberto, ma cosa possiamo fare noi per contraccambiare la tua generosità?" e già temevo per lui, per quel suo esporsi, per quella sua faccia così provocatoria sulla quarta di copertina.
Saviano è un guerriero, con il suo libro ha riportato la camorra nell'agenda delle emergenze, ma è anche un ragazzo di 28 anni, con le sue fragilità e i suoi bisogni. L'unica parola che mi ridonda nella testa è Grazie Grazie Grazie...

La sua figura si è sovrapposta all'opera perché è lui che rischia la morte...

L'antipatia "culinaria" di caino è proprio quella che descrive Saviano nell'ultima intervista rilasciata oggi a Repubblica. E' chiaro che caino non ha mai vissuto in una realtà come quella che pervade il sud e non immagina neanche lontanamente cosa significhi.
Saviano ha bisogno di solidarietà e appoggio, non solo da parte delle istituzioni, ma anche da parte dei cittadini. Dire che torna su come il peperone misto ad aglio è proprio ciò che vuol sentire la camorra, per isolarlo e farlo fuori.
Caino, fai bene a non leggere Gomorra, perché se lo facessi dovresti cominciare a mettere in discussione molte cose della tua quotidianità. Non hai idea di dove sia annidata la camorra.

a me quello che dice caino, senza aver letto niente di saviano, infastidisce un po'. un po' tanto. anzi mi fa proprio incazzare.
magari ci sono state circostanze per le quali gomorra ha avuto un successo superiore anche a quanto saviano si aspettava, ma questo non conta. anzi è meglio.
ci sono state pagine di gomorra che ho riletto, perchè stentavo a credere che non fossero frutto della fantasia.
ci sono state altre pagine che mi hanno costretto a pensare che il mio paese che permette che cose del genere nascano e poi prosperino e poi diventino la regola non è più il mio paese, quello dove dovrebbero crescere i miei figli.
vattene in fretta saviano, il più lontano possibile.
non fare il martire per una massa di stronzi che aspetta solo di averlo il martire da mettersi all'occhiello.

Povero Saviano, povero ragazzo.

tic

Sante parole Alessandra...
Te lo dice un ragazzo campano.
Troppi "sparlano" e non sanno nemmeno quel che dicono.
Viverlo in prima persona è molto diverso dal leggerlo su un libro o guardarlo in tv.

Quoto in pieno marcob e Eduardo

Eduardo, sono napoletana, perciò mi sento ancora più coinvolta. E sono daccordo con Marco sul fatto che Roberto Saviano deve andare via, per il suo bene. L'Italia non merita una persona straordinaria come lui.
Siamo governati da mafiosi, è ampiamente dimostrato. Non ultima è la storia di Cosentino, sottosegretario del nano malefico. Qualche voce indignata si è levata? No, per niente. Però la guardia di finanza si è affrettata a perquisire la redazione dell'Espresso e sequestrare il materiale che raccontava dell'inchiesta su Cosentino ed i suoi loschi affari con i casalesi. Questa sollecitudine da dove viene? Forse dal casino sollevato dal Generale Speciale mesi orsono? Mah...

Alessandra
Noto che sei preparatissima sulla nostra situazione politico/sociale.
Bene.
Concordo con te.
Io sono della provncia di salerno( Sarno) e certe cose, stai sicura le ho vissute sulla pelle in prima persona.
Saviano ha avuto grande coraggio ma vedere ieri sera su "Le Iene", nostri conterranei parlare male di lui o addirittura far finta che non succeda niente è quantomeno avvilente.
Qui c'è una mentalità dura a morire.
Anche nel mio paese è così.
Dietro parlano tutti.
Ma quando c'è da farso avanti per combattere per i nostri diritti, scompaiono come un branco di topi.

Saviano è un eroe.

E ho sinceramente, il terrore, che anche andando via rischierà comunque.

Sicuramente rischierà meno che restando in Italia, però anche se gli auguro di trovare tutta la felicità che si merita un ragazzo di 28 anni, già il fatto di dover per forza andarla a trovare fuori, indipendentemente dal perchè, è amarissimo.

Sapendo poi che sono le Minacce della Camorra, a costringerlo alla fuga per cercare un po' di pace, è ancora più amaro...

Maobao

Io stento a capire chi attacca Saviano come se fossimo in uno show televisivo e si dovesse valutare se lui è simpatico o no, se è sexy oppure no, se si è arricchito o no, se è bello oppure no, se la pelata gli sta bene o no. Sfuggendo completamente al nucleo vero: la Camorra (anche se non solo essa) impesta la Campania, Saviano l'ha denunciata con forza obbligandoci a guardare in quell'abisso, la Camorra vuole ammazzarlo, la vita di Roberto è rovinata dalla solitudine e minacciata dalla morte.

Ben detto Luciano.
Vorrei, però aggiungere che la comorra non impesta solo la Campania. Ne sanno qualcosa molti imprenditori della moda e non solo. Saviano docet.
Ho appena letto che mister sandokan dal carcere di Opera (sottoposto al 41 bis) ha inviato un fax al suo avvocato attraverso cui minaccia nuovamente Saviano. Come cazzo fa una merda come quello ad avere ancora la parola?! Chi gliela concede? E perché?!
Se sapessi come arrivare al procuratore che si sta occupando dei casalesi, gli invierei una lettera da recapitare alla merda sandokan, firmata da tutti quelli che sostengono Saviano e la chiuderei dicendo: siamo tanti, vuoi ucciderci tutti? Taci imbecille, perché tu resterai lì dentro per il resto dei tuoi giorni.

@ Eduardo
La mentalità dei campani, ed in generale di tutto il sud Italia, ha radici storiche e culturali profonde, come ben saprai. Non è una giustificazione, nel modo più assoluto, ma è una tristissima realtà.
Vorrei evitare di cadere nella trappola dei luoghi comuni o delle generalizzazioni, ma è difficile. Chi come me e te è nato e vive in Campania sa di cosa parlo. E non credo di esagerare se dico che da noi lo Stato è assente. E dove manca lo Stato, la camorra, la mafia, la 'ndrangheta, la sacra corona unita suppliscono.
Quando poi anche i politici (o sedicenti tali)scendono a patti con le mafie per poter ottenere voti facili ed andare a delinquere in Parlamento, allora ti chiedi davvero: ma che ci faccio ancora qui, in questo paese di merda?
Per questo comprendo la decisione di Saviano di andarsene. Finora ha tentato di scuotere le coscienze dei suoi conterranei e di tutta l'Italia, ma evidentemente si è reso conto che al di là dello Stivale c'è chi ha il vero senso dello Stato.
Io dico grazie a Roberto dal profondo del cuore. E grazie anche a quei poliziotti che lo proteggono nel miglior modo possibile.

se gliela mandi a Fahrenheit gliela inoltrano sicuramente. con me lo hanno fatto
ciao, marina

tuttavia io affermo ancora di essere conscio della bontà dell'opera e dell'autore, ma contemporaneamente mi tappo la bocca su tutto il resto, altrimenti finisce in un flame epico.

marcob: a me le opinioni altrui non fanno incazzare, al più riflettere. a volte mi lasciano indifferenti. quindi non ti fare un cruccio, ti sto anche dando ragione dicendo che sono conscio del caso, del libro e dello scrittore. il resto è una mia pura e semplice allergia.
non mi dire che ti incazzi per quelli che starnutiscono sulla parietaria.

alessandra: rintraccio quella intervista e la leggo. mercì.

ah una cosa poi vado a prendere il bostik per labbra: "Roberto Saviano" è passato dall'essere un nome e un cognome ad un marchio registrato con tanto di (c).

luciano: sto discorso finisce dritto dritto sul caso palahniuk.
a quando un barbaresco?

caino,
a me piace incazzarmi ogni tanto per cose che vedo o che leggo. penso faccia anche bene alla salute.
e non sono nemmeno così bravo da voler riflettere su tutto quello che vedo e su cui non sono d'accordo.
però tu puoi essere allergico a qualsiasi cosa, alle polveri sottili così come a saviano.
però tranquillo: se sei allergico alle polveri non mi incazzo.

@ Caino,
questo è il link all'articolo di Repubblica in cui Saviano parla della sua decisione di andare via:
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/camorra-3/lascio-italia/lascio-italia.html

Non voglio certo indurti a cambiare opinione su Saviano, ma paragonarlo ad una parietaria che provoca allergia non mi sembra calzante, anzi lo trovo sprezzante. Marco ha spiegato le sue reazioni di fronte a certe affermazioni (le tue) ed è stato chiaro. Tu ancora non hai detto perché, nonostante la tua sedicente consapevolezza dell'uomo, della sua opera e della realtà in cui vive, hai problemi di stomaco e raffreddori allergici quando si tratta di parlare di Saviano.
Qui si parla di una vita sacrificata ed in costante pericolo. La vita di un giovane uomo che che ha avuto un grande coraggio.
Posso comprendere l'antipatia a pelle, in generale, ma in questo caso ti chiedo di avere rispetto, perché davvero non sai di cosa parli.

Caino: continuo a non afferrare il nocciolo della questione. Da un lato, trovo del tutto legittimo che Saviano Roberto ti risulti antipatico. Ma ciò non ha nulla ma proprio nulla a che fare con il vero problema: Saviano è un ragazzo di ventotto anni che sta rischiando la pelle per costruire un'Italia più onesta, disinfestata dai farabutti della criminalità organizzata. E non fargli sentire la nostra solidarietà (o addirittura lasciarlo solo) è pericolosissimo. Oltre che ingiusto e ingeneroso.

Davvero, non voglio aprire un flame.

Concordo con Luciano per il concetto espresso, ovvero stare vicini ad un italiano che vuole ricostruire un paese. Completamente d'accordo.

alessandra: è difficile che tu possa definire da due commenti quello che io non so. del resto a me non interessa fornire materiale per flammare.
rispetto la vostra opinione, la capisco anche, se voi la mia non volete/potete capirla, abbiate la civiltà di non cadere nell'insulto o nelle velate accuse di ignoranza.

Caino, non ho insultato nessuno. Anzi, credo proprio che le mie siano parole diplomatiche ed educate, altrimenti non ti avrei inviato il link all'intervista a Saviano. Chi si esprime per metafore sei tu, coi tuoi mal di stomaco e le tue allergie.
Quanto all'ignoranza, credo tu sia ignorante rispetto alla realtà campana. Spero tu non voglia farmi l'elenco dei tuoi titoli di studio o di quelli dei libri che hai letto. Non è di cultura scolastica che parlo.
Posso tranquillamente definirmi ignorante anch'io, nel senso che ignoro molte realtà nelle quali non vivo e che non ho ancora conosciuto di persona. Non mi ritengo la depositaria dello scibile umano, ci mancherebbe altro! Però vivo in Campania, sono nata qui e conosco i fatti di cui parla Saviano nel suo libro.
Come ha ben detto Eduardo, un conto è leggerli o vederli in TV, un altro è viverli da vicino.
Ribadisco, semmai non l'avessi letto nel mio precedente post, che posso comprendere l'antipatia a pelle (succede, è umano), ma non la comprendo in questo caso. Sarà perché non hai dato una ragione alla tua? Prova a spiegarti, magari capisco meglio.

L'unico marchio, anzi lo stigma, su Saviano lo hanno messo i camorristi RICERCATO.
Il discorso che fai tu caino, fa il gioco della camorra, infatti ultimamente, attenti come sono, hanno fatto in modo che l'accento cadesse sulla sua ricchezza e il suo successo, proprio per cercare di devalorizzare ,diciamo così, la sostanza di quanto ha scritto nel libro.
Saviano il ricco, Saviano il famoso, non può essere uno di noi, dice la gente di Casal di Principe... e così che si mina il campo...

Dai!!!
A Caino Saviano è antipatico!!!!
Punto.
Avrà le sue buone ragioni che, credo, non tocchino assolutamente il problema camorra/meridione!!!
Sono due cose separate.
Io rispetto il tuo pensiero e credimi ne ho tante anch'io di persone che mi fanno arricciare il naso anche se sono molto amati...
No problem.
Per alessandra...
Abbiamo una storia complessa e difficile cero ma il vero problema è la mentalità.
Se ci sono persone dalle nostre parti che rivorrebbero ancora i Borboni sugnifica che la storia ( la nostra storia...) non l'hanno ancora compresa pienamente.
Il resto lo fanno i problemi che hai delineato(benissimo).

Ancora una volta (me lo lasciate dire?) sui blog si creano discussioni assai più interessanti, intelligenti e stimolanti della sbobba che passa in televisione.

Io credo che il problema di Caino, sia quello di arrabbiarsi e risentirsi per una cosa giusta nell'occasione più sbagliata.
Non ha torto Caino a vedere l'industrializzazione del marchio Saviano, è una conseguenza del capitalismo che ha i suoi pro e i suoi contro, e che possiamo vedere applicata in tanti ambiti altrettanto suscettibili di affetti e problematiche etiche: penso all'11 settembre che è diventato un prodotto dell'industria culturale, penso alla mercificazione dell'Olocausto. Qualcosa di buono in certe persone che io considero buone, ha un senso di fastidio in questo svuotamento di significato che il mercato impone all'esperienza - in questo renderla accessibile, facile, masticabile. La pervasività dell'industria culturale che toglie sangue alla realtà. Mi è sembrato che il commento di Caino (ma io non lo conosco, e la mia potrebbe essere una semplice proiezione) fosse di quel tipo - perchè attento consapevole e misurato.
Tuttavia, questa mercificazione, questa semplificazione della realtà - non solo non implica che il soggetto semplificato sia di per se semplice o banale (cioè che Saviano non meriti) ma ha sicuramente qualcosa di buono - perchè costringe le coscienze a pensare, a confrontarsi, diluendo la complessità in forme commestibili. Ben venga il mito di Saviano, ben vengano i film sull'Olocausto, ben vengano i romanzi sull'undici settembre, ben venga la mitologia del rischio e del tragico, e le file di facce di Saviano dai librai.
Meglio questo che scappare nelle chiappe delle veline il sabato sera.

Beh, il successo di Saviano è direttamente proporzionale alla rabbia della Camorra: più Gomorra viene letto o visto, più Saviano ha spazio sui giornali e in televisione, più i clan si inferociscono. Anche perchè Saviano non ha mai (a differenza di altri scrittori o cineasti) offerto un'immagine "romantica" della criminalità organizzata, ma anzi li descrive come orribili e cattivi omuncoli squallidi, miserabili e vili. E per la Camorra ciò non è accettabile.

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