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02/10/2008

Commenti

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Oh Mamma...

Perchè non le fanno anche al Capriolo, o al Cinghiale???

Tipo il gelato ai Frutti di Mare...

:-)

Maobao

@Maobao: fino a qualche anno fa a Roma c'era una gelateria che faceva gelati al gusto di funghi, salame, dentifricio e bizzarrie assortite. Davanti alla vetrina c'erano assembramenti oceanici che si divertivano a leggere l'elenco dei gusti. Ma gente dentro, a comprare il gelato, ne ho sempre vista pochissima. Ora non so se la gelateria ci sia ancora o se si sia riconvertita ai gusti tradizionali.
@Luciano: l'odore di certe gomme da mastiare mi fa venire la nausea.
Non tornerò sul tema dei sapori della frutta vera, è chiaro che è una fortuna aver mangiato cose genuine. Però io mi ricordo che da ragazzina andavo a comprare dal tabaccaio sotto scuola delle caramelle morbide alla fragola (si chiamavano fragoloni), che, a ripensarci ora, dovevano essere ultra-tossici (e infatti erano ultra-vietati dai genitori!): zuccherosi, gommosi, appiccicosi, pieni di coloranti, lasciavano le dita rosse per giorni... ma che nostalgia! Quanto erano buoni!

Eeka:

:-)

Maobao

Il problema è: ai tempi di Eeka ragazzina, i sapori/odori artificialissimi (se non addirittura inventati ex novo) erano "eccezione", mentre adesso sono diventati "norma".
Ho letto (qualche anno fa) una notizia buffa ma agghiacciante: ma maggioranza dei bambini di New York sono convinti che il latte di mucca sia un prodotto industriale come la Coca o il Beverone Eight.

Beh, quando ero proprio piccolina - risaliamo al tardo-antico/alto medioevo - nel paese dove stavamo in vacanza il latte si comprava sfuso dalla lattaia. Buono!!!!
E guarda caso, noi bambini alto-medioevali soffrivamo pochissimo di intolleranze, allergie, disturbi alimentari vari... Che ci fosse un nesso con il cibo più genuino?

I tempi di Eeka ragazzina sono ormai lontani, ma mi sembra di capire che i prodotti "tossici" esistessero già allora, e anzi penso che fossero anche meno regolamentati.

Sull'efficacia dei regolamenti avrei qualche dubbio, vista la diffusione di reati come la truffa in commercio, il commercio di alimenti adulterati, contaminati eccetera.

il problema non sono i regolamenti o le leggi (che pure esistono), ma i controlli e le sanzioni quando ci si trova di fronte a reati.
Chi adultera i cibi sapendo di poter provocare danni fisici ai consumatori dovrebbe venir punito in modo pesantissimo. Mettete veleni nel latte in polvere per i bambini? Per fare il formaggio usate roba avariata con dentro escrementi di topo? Nelle merendine infilate coloranti tossici? Dovete finire in galera, senza se e senza ma e senza forse.

@Luciano: hai perfettamente ragione. Anzi trovai scandalosa la depenalizzazione dei casi di adulterazione dei cibi da parte dell'ultimo governo Prodi.

Una cosa è (truffa) mettere nel cibo olio di girasole invece di olio extravergine. Tutt'altro è infilarci elementi tossici sapendo di farlo. Chi commette certi reati DEVE finir dentro, perchè è un mascalzone pericoloso per l'intera società, un farabutto che calpesta l'incolumità altrui per il proprio sporco guadagno.

Preciso che la norma era contenuta in un pacchetto legislativo che non so se poi passò il vaglio delle camere, anche perché vi furono parecchie proteste, ma trovai comunque scandalosa la proposta.

Luciano, la norma di cui parlo depenalizzava proprio quelle casistiche che giustamente ritieni dovebbero essere punite con la detenzione, si rischiava solo una multa e solo una volta provata la cattiva fede. Linko questo articolo del corriere, ma su Internet troverai dettagli su svariati altri siti.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/07_Luglio/16/Cibo_adulterato.shtml

Temo che sia passata...
Del resto qualche anno fa bastò aumentare per legge i livelli di atrazina tollerati per rendere potabile acqua che non lo era, quindi di che stupirsi?

Sinceramente.
Pensavo che i ragazzinio di adesso tutto pensassero tranne che avere dele gomme puzzolenti in bocca.
Credo, e se non sei d'accordo dimmelo pure, che sti ragazzini siano ancora in una fase normalissima della loro pubertà.
Masticare gomme dai gusti artificiali non è il peggiore dei mali.
Ciao Luciano

Scusami per le parole scritte malissimo ma vado di fretta.
Sorry!!!!

Qualcosa mi dice che questa scena ce la ritroveremo in una prossima avventura di Michele Crismani ;-)

Sul latte di mucca prodotto industriale:

Certamente è la distorsione dovuta ad una vita totalmente urbana.

Però in epoche veramente "alto-medievali" e "rinascimentali", mi sembra che nonostante una presunta maggior nautralità dell'esistenza, si credevano cose assurdissime come l'esistenza dell'albero delle persone, i draghi etc., quindi non vedo disumanizzazione, ma solo il risultato culturale di un habitat nei confronti di un altro.

E certamente, anche se vivo in una città 20 volte più piccola di New York, piuttosto che andare a vivere in campagna, sono disposto a credere al vino fabbricato.

Anche se tornasssimo al feudalisimo, farei di tutto per restare in città e non legarmi alla campagna.

Non mi piace, non mi piace, non mi piace...

Maobao

E non mi piaceva neanche da bambino, quando la scuola ci portava a vedere gli animali...

Maobao

Non saprei dire nell'altomedioevo, quando avevano ben altri problemi di sopravvivenza - tipo le invasioni degli Ungari - ma la questione non è preferire la campagna alla città, ma trovare un modo di produrre e coltivare che abbia i minori effetti nocivi sull'ambiente e sulla salute. E soprattutto evitare che per mere ragioni economiche si possano mettere negli alimenti sostanze dannose o addirittura velenose

Quello Eeka l'avevo capito.

Infatti non c'ho messo becco, perchè sono d'accordo.

Ma oltre a quel discorso, è trapelato, tramite l'esempio dei bambini di NY, un certo anelito al ritorno alla terra, nel senso silvo-campestre.

E in merito a questo ho espresso opinione...

Maobao

Non voglio mica criminalizzare quegli adolescenti che masticavano gomme americane! Ci mancherebbe altro. La mia era solo un'osservazione diaristica. (Che poi la scena comparirà in qualche romanzo con Michelecrismani...beh, penso di sì)
TORNARE ALLA CAMPAGNA: ma no, certo che no. Non lo penso nè lo vorrei. Il punto è però la quantità di "artificialità" che possiamo sopportare, la dose di "adulterazione" che possiamo tollerare.

A me le chewing gum non sono mai piaciute. Sono troppo saporite: alla fine il sapore dura trenta secondi e per tutto il resto del tempo ti rimane solo un saporaccio in bocca. Però, i giovani hanno questo attaccamento verso coloranti e gusti artificiali; c'è anche di mezzo che rende più attraenti masticare qualcosa con aria da duro. Almeno, secondo loro.

E vero, come dice Lorenzo, i bulletti che masticano chewinggum hanno l'aria da duri... di comprendonio!

@Maobao: Dei gusti non si discute, però mi sembra che tu sia un po' troppo chiuso rispetto alla campagna.

Ho vissuto in molte grandi città (Milano, Roma, Stoccarda, Losanna) e poi ho traslocato in montagna nelle Alpi Grigionesi.

All'inzio, avevo anch'io molti dubbi sulla campagna. Adesso per niente al mondo vorrei tornare nel mondo alienato delle città.

Personalmente, trovo che qui in campagna si vive meglio: l'aria è più buona, la gente è più spontanea e molto meno stressata che in città e, grazie alle tecnologie moderne (come l'ADSL) la campagna non sia più intellettualmente isolata e permetta di ospitare anche mestieri dell'era moderna.

Poi, certo, è una questione di gusti, ma non bisogna essere prevenuti.

Mi pare grave che un bambino non sappia niente della campagna, perché è cresciuto in città.

Bisogna dargli la possibilità di conoscere i due mondi, e, quando sarà grande, deciderà dove meglio gli aggrada vivere.

Comunque, per inciso, venendo al contenuto del post, anche alla campagna, come in città, una parte degli adolescenti è attratta dalle gomme da masticare ai gusti artificiali e dai colori più variati. Sapere come la mucca fa il latte, come nascono i vitelli e come i pulcini, non evita questa fase di scoperta dei "miracoli" industriali, positivi o negativi che essi siano.

A mio avviso, non bisogna demonizzare tutto ciò che è prodotto dall'industria e dalla città, così come non bisogna pensare alla campagna come luogo di ignoranza, feudalismo e rifiuto della modernità.

Appunto: si tratta di equilibrio. Tra agricoltura e industria, tra naturale e artificiale, tra semplice e complesso, tra nuovo e antico, tra progresso e conservazione, eccetera eccetera. Quando invece la bilancia pende da una sola parte, c'è qualcosa che non va. Pensate al demente fatto per cui, adesso, tutto deve venir consumato e buttato rapidamente, che ogni merce viene considerata obsoleta (e dunque da gettare in discarica) dopo un tempo rapidissimo. Io (che uso le scarpe, i pantaloni, le felpe, gli abiti, il telefonino, il pc, il lettore dvd o cd, la tv e così avanti) finchè non sono proprio distrutti, sono considerato dall'Industria un pericoloso sabotatore.

Per Anna:

Sono Romagnolo e vivo a Ravenna, che oltre ad essere una città di provincia che non raggiunge i 150.000 abitanti, è CIRCONDATA dalla campagna.
Tutta la radice storica Romagnola è intessuta di campagna.
E in campagna, volente o nolente mi tocca andarci spessissimo come puoi ben intuire.
E dal nostro dialetto escono manciate di terra&strutto.

:-)


Ma ti assicuro che a me piace stare dove sono in pieno centro, in mezzo alle case, etc.
Non penso che la campagna, sia bifolca, anzi ormai è più ricca delle città.
Però personalmente mi sturba tantissimo l'idea della casa più vicina a 300 metri minimo, o dell'idea che per un cinema, una birra con gli amici, un caffè espresso, le sigarette.
Poi fra l'altro già non mi piaceva da bambino, crescendo e diventando adolescente sono diventato allergico alle graminacee.

Il mio sogno abitativo è Venezia...

...in giro sempre a piedi, in mezzo a palazzi storici, niente auto, gente da tutto il mondo e acqua e canali...

Maobao

Ripresa della frase interrotta:

...o dell'idea che per un cinema, una birra con gli amici, un caffè espresso, le sigarette debba sbattermi come un cane e fare km coi fossi, specie nelle giornate di nebbia...

(maniere diverse di vivere e apprezzare le cose)

Maobao

Io ho la fortuna di abitare in una piccola frazione, sull'altipiano carsico, a pochi chilometri da Trieste. Così che riesco ad avere i vantaggi sia della "campagna" sia della "città". Immagino che avrei difficoltà a vivere sempre e solo in una grande città, ma anche a vivere sempre e solo in campagna. Nel primo caso mi mancherebbero silenzio, profumi, uccellini, verde, coltivazioni. Nel secondo caso, librerie, negozi di dischi e dvd, edicola, bar/caffè.

@maobao: io non voglio assolutamente cercare di dirti che devi vivere in un posto piuttosto che in un altro, come dicevo dei gusti non si discute! ed è contro i miei principi dire a qualcuno cosa deve o dovrebbe fare.

Se ti piace vivere a Ravenna, sono contentissima per te, come io sono contentissima di vivere a Ramosch, un paesino di 450 abitanti che per fortuna non conosce la nebbia :-)

Sono cresciuta a Monza, vicino Milano, odio la nebbia e la pianura fin da quando ero bambina. In più soffro di mal di gola da quando ero piccola e nell'ultima città dove ho vissuto (Losanna) la situazione era diventata insopportabile. Si è risolta qui in montagna.

Da quello che tu scrivi, mi rendo anche conto, che bisognerebbe dire che c'è campagna e campagna. A Ramosch, le case sono vicinissime, come in un borgo antico. Io abito in pieno "centro", dietro la chiesa. Le costruzioni sono abbastanza alte (3-4 e un paio 5 piani), riempite di appartamenti C'è una scuola (di ben 5 piani), una biblioteca, 2 piccoli alberghi, un bar, due ristoranti ed un piccolo supermercato con la posta, il caffé e la pasticceria, una fontana con il latte sempre fresco a disposizione, una società per la musica, una per il canto, una per il teatro, una per la ginnastica, ecc.

La cosa che io amo di più di questo posto sono comunque le montagne. Apprezzo anche tantissimo la mentalità liberale degli abitanti locali: nessuno mette il naso nella tua vita personale e l'apertura verso il diverso e lo straniero è molto più grande che in Italia e che in altri posti in Svizzera.

Una foto la puoi vedere qui: http://free-your-mind.info/2005/10/03/ramosch-il-villaggio-dove-vivo/.

Ed anch'io concludo con
(maniere diverse di vivere e apprezzare le cose)

Anna

@maobao2:

Ecco ancora una foto di Ramosch: http://www.hikr.org/gallery/photo53151.html?piz_id=6594&photo_order=photo_pop

(usando la navigazione ne trovi poi altre)

PS: Non è per insistere o forzarti in alcun senso, ma per dire che anch'io non vivrei volentieri in un posto dove le case sono distanti e per mostrare come è la campagna che m i piace.

Ciao!
Arrivo qui un po' per caso, dal blog della tribù di Paola "Gatti, fatti e misfatti".
Circa quanto scrivi in merito a profumi e gusti artificiali, è con una certa inquietudine che mi sono imbattuta in questa notizia:
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/scienza/news/2008-10-06_106267195.html.

Per la serie "al peggio non c'è mai fine"...
Ciao.

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