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30/09/2008

Commenti

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Sinceramente:

questo tipo di polemiche, mi fanno desiderare, non solo la Cittadinanza Svizzera, ma anche la nascita Svizzera...

Maobao

...E comunque sarà sicuramente migliore del
"Mandolino del Capitano Corelli", che già dal titolo...

Maobao

Già i film italiani sul 43/45 e sulla Resistenza erano (fatte salve poche eccezioni) quel che erano. Che da qualche anno ci si mettano anche gli amerikeni...

Ma come potranno essere ogettivi o completamente scevri da polemiche, dei film che parlano, in un modo o in un altro di un periodo che da nessun punto di vista viene visto con onestà, perchè le ferite sono ancora aperte sia da una parte, che dall'altra???
Anche se lo facevano i marziani, e senza "tradimenti partigiani" avrebbe scatenato polemiche...

Maobao

Intanto, nel caso in questione, l'amerikeno Spike Lee parla (e dirige) del tutto a sproposito, traendo la sceneggiatura dal romanzo di un altro amerikeno (se ricordo bene, James McBride). Così come completamente a sproposito era intervenuto polemizzando contro Clint Eastwood (a suo avviso reo di non aver evidenziato il ruolo dei soldati USA neri nel film sulla battaglia di Iwo Jima, ignorando che in quella battaglia i soldati di colore non c'erano proprio). Ma il problema di fondo è un altro: nel '43/45 c'era chi combatteva dalla parte giusta e chi dalla parte criminale, chi dalla parte della libertà e chi dalla parte dei forni crematori, chi dalla parte delle democrazie e chi dalla parte dei nazifascisti, chi per liberare l'Italia e chi per asservirla al Terzo Reich, chi per l'uguaglianza degli esseri umani e chi per lo sterminio di ebrei zingari omosessuali e per l'asservimento di altri. Si può scrivere e filmare e discutere e raccontare e sottilizzare e cavillare quello che si vuole, ma il partigiano Giorgio Bocca e le Brigate Nere non sono assimilabili.

Luciano, mi piacerebbe proprio sentire il partigiano Bocca.Lui si che ha qualcosa da dire!
Io dubito che un afroamericano di nome Spike Lee possa conoscere a fondo la storia italiana della resistenza.
I "revisori" di casa nostra già fanno danni da soli, ci mancava pure un americano a rompere le palle!
E per quanto ne so, a Iwo Jima i neri c'erano.

Lee, il suo personaggio, piace poco anche a me. Lo trovo spocchiosetto alquanto.

Un paio di suoi film, però, erano molto belli.
Uno, in particolare: LA VENTICINQUESIMA ORA.
Vedere per credere.
Grande storia (di David Benioff), grandissimi attori.

Tic: come sai, tu sei (e lo dico senza ironia) uno degli opinionisti che seguo con più interesse. Questo film di Lee non l'ho visto (della sua cinematografia ne avrò visti tre o quattro...MALCOM X, FA LA COSA GIUSTA e non ricordo gli altri titoli, nessuno apprezzato). Perciò voglio fidarmi e 'sta settimana lo noleggio.

E pensare che quando ho visto il trailer al cinema ho pensato "ma guarda un po' che deve venire un americano a raccontarci di S. Anna di Stazzema!" e mi ero ripromessa di andarlo a vedere. Ora non so; se veramente l'impostazione e la superficialità è quella che si dice, credo proprio che mi risparmierò sti 7 euri. Però che peccato che a raccontare certe cose non pensino registi italiani (ma dubito che in questo momento troverebbero finanziamenti)!

Pure io ne dubito. E anche a me, in origine, l'idea sembrava interessantissima: una strage nazista in Italia raccontata attraverso il punto di vista dei soldati americani di colore che stavano combattendo contro i tedeschi.

Confesso di non aver mai visto Spike Lee; almeno non negli ultimi anni. Ergo, non sono in grado di giudicare. Però, da quel poco che ho sentito nei telegiornali, il film dovrebbe essere abbastanza oggettivo. E questa canonizzazione dei partigiani, non è una gran cosa.

Premetto che esprimo giudizi in base a ciò che si legge in giro e non certo per aver visto il film.

Credo che Spike Lee tenti di accreditare la tesi non nuova che la strage di S. Anna di Stazzema (e le stragi in genere) furono "normali" (!?!) reazioni punitive dei nazisti nei confronti dei partigiani colpevoli a loro volta di cruenti attentati, azioni di sabotaggio, massacri, vendette, ecc. (che sono poi i tipici mezzi di "resistenza" in ogni lotta armata clandestina).
Come se, invece, fossero normali azioni belliche trucidare 10 italiani (non importa se partigiani o civili inermi) per ogni soldato tedesco assassinato, o mettere a ferro e fuoco interi villaggi trucidando bambini, donne, e anziani.
Io che abito in una zona dell'appennino marchigiano teatro di una strage nazifascista del tutto dimenticata (per cui nessuno ha pagato) compiuta in seguito a una spiata di civili di sfegatata fede fascista, concordo invece in pieno con le parole scritte oggi su l'Unità da Ivan Tognarini, presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana:

(Quella dei nazisti era)
"...una strategia (che) colpiva i civili per indebolire la forza d'azione e reazione dei partigiani, per spezzare la rete di solidarietà da cui erano circondati e sostenuti i patrioti, e mirava a paralizzare preventivamente la capacità combattiva della Resitenza..."

Concordo anche con ciò che pensa Luciano quando scrive "gli amerikeni"; lascino stare la nostra storia recente che possiamo ancora sentire raccontare da chi l'ha vissuta.
Specie quando sono ancora (!) pregiudizievolmente influenzati dal loro veteroantikomunismo, magari senza sapere nemmeno che non tutti i partigiani erano comunisti.
E poi... dove si è mai visto un preteso contributo alla vertà basato sulla ricostruzione di fatti storici in cui si inseriscono vicende inventate o quantomeno inattendibili (mi riferisco al presunto importante, quanto losco, ruolo dei personaggi Favino e Albelli nella responsabilità dell'eccidio di Stazzema), e contemporaneamente voler sostenere l'inconfutabilità della propria verità storica medesima.
____________

P. S. Per fare un esempio: nella nostra zona, nell'estate del '44 agiva un giovane ufficiale della Wehrmacht che aveva il vizietto di bere il buon vino delle nostre campagne e, ubriaco, di insidiare le giovani spose, magari pensando che i rispettivi mariti fossero lontani. Si dette il caso, però, che uno di questi che non era affatto lontano gliela fece pagare con la vita.
La reazione del comando fu immediata e conforme alle direttive repressive del Maresciallo Kesselring. Il 3 agosto cento uomini furono rastrellati e rinchiusi in un capannone in attesa della vendetta tedesca. Passarono un giorno e due notti di disperazione collettiva, poi, come nel film di Benigni, un interminabile silenzio.
Finalmente, tra urla di gioia e lacrime, le donne del paese riaprirono i chiavistelli del capannone. I tedeschi non avevano avuto il tempo di compiere la rappresaglia; in lontananza sulla strada si sentiva già il rumore della colonna alleata avanzare tra le campagne e il 5 agosto la zona era finalmente libera.

Mi viene da pensare che il buon Lee, o abbia usato le sue "ignoranze" a fini promozionali, oppure semplicemente ha cambiato la storia ad uso e consumo del business Hollywoodiano.
In effetti è una brutta polemica soprattutto in questo periodo di forti tensioni politiche e sociali.
Gli estremisti di destra ci andranno di sicuro a nozze.
Non ci voleva.
Io comunque lo vedrei.
Sono troppo curioso.
E poi si dice che il suo Inside Man sia un capolavoro.
Vedrò,forse,entrambi.

No. INSIDE MAN non è un capolavoro.
Ma è un buon film.


tic

No. INSIDE MAN non è un capolavoro.
Ma è un buon film.


tic

Un altro punto in comune Tic: anche a me sono piaciuti molto Inside Man e la 25 ora.
Per il resto Spike Lee mi è cordialmente antipatico, con quel suo atteggiarsi a unico portavoce e difensore della causa nera, anche quando la causa nera è indifendibile (vedi Fa' la cosa giusta).
Sul film Miracolo a Sant'Anna la cosa che mi ha dato più fastidio è la dichiarazione di non saper nulla e di non essere interessato a sapere nulla su ciò che è accaduto durante la II Guerra Mondiale in Italia e in particolare sul ruolo dei partigiani. Lo trovo davvero insopportabilmente presuntuoso

E più Spike Lee (con annesso scemeggiatore...non è un refuso) parlano e dichiarano e più dimostrano la propria incompetente supponenza. E io mi confermo sempre più nella mia viscerale antipatia per Spike Lee. Altro aneddoto su di lui (letto ieri o oggi, su Repubblica o Unità): prima di alcune interviste, per non sfigurare davanti a interlocutori più alti di lui, Lee sale (non inquadrato) su qualche scalino. E ribadisco (ben più grave della precedente e piccina vanità) la pubblicità televisiva fatta a favore della Marina Militare Americana.

Eh Luciano... vedrai che i soldi della Marina li avrà presi per la causa nera...

A suo modo un martire...
Parlo io di astrofisica subplanetare? Pontifico io di neurochirurgia molecolare? E allora Spike Lee lasci stare il '43/45 in Italia. O almeno si documenti oppure si faccia aiutare, non dal suo scemeggiatore James McBride ma da qualcuno competente.

@irnerio In effetti credo che tu abbia ragione quando dici che "...si tenta di accreditare la tesi non nuova che la strage di S. Anna di Stazzema (e le stragi in genere) furono "normali" (!?!) reazioni punitive dei nazisti nei confronti dei partigiani"; Questa è una vecchia strategia per screditare la guerra partigiana. Per esempio sulla strage delle Fosse Ardeatine a Roma vi fu per anni la teoria (da alcuni purtroppo ancora sostenuta) che i partigiani autori dell'attentato di Via Rasella fossero stati invitati a costituirsi e che solo in seguito alla mancata autoconsegna sia stata decisa la rappresaglia; Cosa assolutamente ed incontrovertibilmente falsa e smentita dagli stessi manifesti che annunciavano "....L'ordine è gia stato eseguito" il giorno 24 marzo, oltre ad altri documenti dell'epoca. Purtroppo però alle volte la vox poluli è più forte delle prove e quindi c'è ancora chi crede che se i partigiani si fossero presentati, la strage avrebbe potuto essere evitata. A proposito di questo e di altre verità, un bellissimo lavoro lo sta facendo Ascanio Celestini con la sua storia raccontata. Se vi capita, andatelo a sentire. Per tornare al film, sinceramente a questo punto credo proprio che non lo vedrò, anche perchè l'ANPI - Associazione Nazionale Partigiani Italiani - sta organizzando delle iniziative davanti ai cinema dove si proietta il film e, ovviamente se devo scegliere da che parte stare.....Forse sul mio blog racconterò di quando ho conosciuto Carla Capponi (uno degli autori dell'attentato di Via Rasella)

@irnerio
errata corrige "vox populi" e non "vox poluli" scusate la distrazione

@Luciano: oppure si poteva limitare a fare un film un po' giulebboso ma sostanzialmente inoffensivo sui buoni soldati che salvano un povero orfanello di guerra. Trovo che sia pericoloso maneggiare argomenti che non si sa come trattare. Oltre a ignorare la storia passata, il buon Spike ignora anche la storia contemporanea. Bel rivoluzionario... porta acqua al mulino dei revisionisti nostalgici. Proprio vero, dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio...

Ma va là... Lucianone, se solo ti offrissero uno spazio in qualche rilevante organo di stampa saresti anche tu della partita con tutta l'insigne compagnia cantante ricordata. Ci staresti tu come gran parte di noi "adepti" della ribalta virtuale. Facile, quanto banale chiamarsi fuori quando non si è mai stati invitati alla "grande" tavola, neanche per apparecchiarla.
Detto questo, sposo i tuoi gusti cinematografici, anche se manca il cinema francese.

La "grande" tavola...a me non interessa per nulla. A me interessano i commensali (i miei affetti, le persone che stimo, le persone che voglio raggiungere con ciò che ho da dire). Per denaro o per comparire, sinceramente, non mi venderei l'anima (e nemmeno la affitterei). Mi basta amare ed essere amato, godere di libri film musica gatti cani fumetti concerti passeggiate sonno calcio amicizie lavoro scrittura. Ieri ad esempio ho vinto il premio Città di Calimera (in Puglia): votava una giuria di adolescenti e nessun leccamento di Vespa potrà mai sfiorare la soddisfazione mia e delle persone che mi vogliono bene.
Ma se anche Vespa o la "grande" tavola mi chiamasse, non vedo perchè dovrei stravolgere le mie idee e le mie convinzioni. Sai cosa mi disgusta più di tutto dei vari Pansa Battista Galli della Loggia Polito Vespa Fede Ferrara Mieli Valdevit? La loro ipocrisia.
ULTIMA COSA SUL CINEMA FRANCESE: tolti Chabrol Renoir Truffaut Carnè, lo trovo soporifero e/o velleitario. Comunque, complessivamente, non mi piace per nulla.

Fatte le debite eccezioni, soporifero e supponente

Ok, ok, tu sei uno di quelli illibati che preferisce il pranzo al sacco, come un boscaiolo che va a legno, ma solo per hobby... ci mancherebbe, lui ci tiene a salvaguardare l'integrità dei boschi.
La "grande" tavola...a me non interessa per nulla.
Resta sempre da vedere se sei tu che non interessi a loro...e non parlo solo di Vespa &c. Il fatto che menzioni nomi appartenenti al "clero" berlusconiano immagino sia solo una casualità? Per inciso il sottoscritto prova repulsione per tutto quell'intero mondo. Consentimi, ma le tue parole "trasudano politica" anche in un fresco autunno... Quanto all'ipocrisia... che dire, veleggia da sempre nei nostri mari, come la retorica, quindi perchè stupirsene.
Premio letterario? Ah.. oramai in Italia sappiamo tutti ci sono più concorsi che scrittori, qui mi fermo..
Il cinema francese soporifero? Al massimo potevi dire che barba il cinema francese... ti avrei visivamente creduto. Considero dimenticanza grave non aver citato Eric Rohmer.

Il cinema francese (con le dovute eccezioni) è davvero soporifero.L'ultima volta che ho visto un film di Romer mi sono addormentata a cinema e non ero stanca. E' stato proprio quel pallosissimo film a farmi addormentare. Non ne ricordo nemmeno il titolo, per fortuna.

Anche la conclusione del trafiletto di Alberto Crespi, sempre su l'Unita di ieri, mi sembra degno di citazione:

""Qui, ci limitiamo a dire che i pistolotti in stile Black Panthers a cui si abbandonano i personaggi suonano, come minimo, anacronistici. In quanto alla battuta "negli Usa mi sento uno schiavo, in Italia mi sento libero" pronunciata da uno di loro, suona anch'essa anacronistica, ma nell'Italia di oggi.""

Anche Emmanuel "negro", studente ghanese a Parma, da ieri si sente più libero in Italia che nel suo Paese!

Zillo: a me Rohmer me fè ddormì, me fà. E 'nfatti, dato che m'addormento facile da solo, nun c'ho mai avuto er bisogno de noleggiarme li firmi sui e de li reggisti sorporiferi.

Vecchio mio, sogni d'oro... temo tu ne abbia proprio bisogno.

Tutti noi viventi abbiamo bisogno di sonno.

"noi viventi"??? Ah... Questo conferma che hai bisogno di un pò di nanna. ciao zio Luciano

Zillo: non siamo "viventi"?

Noi.. "viventi", capisci benissimo di aver scritto una sciocchezzuola... dal momento in cui scrivi "noi", l'aggettivo "viventi" è quantomeno bislacco... Considerando che sei uno che scrive...

Il "viventi", in aggiunta al "noi", intendeva rafforzare un fatto. Che non tutta l'umanità è attualmente "vivente". Ad esempio Shakespeare (purtroppo) o Hitler (per fortuna) sono morti. Mentre Antonia Bignarelli N' Bonzo (la più grande scrittrice del Ventunesimo secolo, italiana di origine ugandese) non è ancora nata.

ah... ma non ci credi neanche tu a questa interpretazione, ah...

Zillo: onestamente, stento a seguirti lungo il sentiero di questo capzioso battibecco.
Il termine "noi viventi" non ti garba? Non so che farci: se mi capiterà di farlo, lo userò lo stesso.

Ma quale battibecco... Si tratta di un tuo "scapicollo grammaticale",un anacoluto sospeso in un tuo commento per il quale valeva simpaticamente la pena guerreggiare. Ho sempre pensato che le traiettorie difensive del tuo interlocutore hanno sempre qualcosa da dire, spesso anche più degli argomenti in questione.

Mah...a me pareva più interessante dire qualcosa su Spike Lee. Però se preferisci possiamo continuare a disquisire sul mio "scapicollo". E allora ti dirò che, a mio avviso, la lingua va usata con una certa indipendenza rispetto alle rigide regole grammaticali, che si possono inventare neologismi, che può essere energicamente espressivo forzare i limiti della sintassi, che a volte infrangere le norme linguistiche arricchisce lo stile. Forse mi dirai: "perchè dunque detesti l'uso della k al posto del "ch"? Oppure ti schifa il linguaggio degli sms?" La mia risposta è: "perchè si tratta di uno stile povero povero, scopiazzato da altri, libero solo in apparenza ma in realtà rigidissimo e meccanicamente codificato"
Uno dei problemi che mi sono sempre posto con i miei romanzi per adolescenti e con il "mio" io narrante tredicenne è questo: come rendere un linguaggio giovane senza cadere nel gergo? Tanto più che il gergo invecchia con una rapidità spiazzante e rende obsoleto ciò che fino a tre mesi fa pareva (ma solo "pareva") perfettamente aderente alla realtà? La risposta è stata semplice: da un lato Michelecrismani usa un linguaggio rapido e con qualche piccola sgrammaticatura ("a me mi", congiuntivi e condizionali alla deriva, anacoluti, eccetera). Dall'altro lato il gergo che lui usa (ma poco poco, perchè a grandi dosi il gergo è stucchevole) è inventato da lui stesso e dunque (non essendo usato nella realtà) NON potrà nemmeno passare di moda. Ad esempio, lui dice (per intendere "brutta figura") "che figura da sconquillaffero". Oppure (per esprimere vergogna): "sprofondato nelle fogne di Chicago". E i genitori (che a suo avviso sono autoritari) li definisce "piragnoni". Gergo inventato e dunque mai (o sempre) alla moda.

Non vedo il nesso tra i supposti neologismi e l'anacoluto di cui ti sei reso interprete, così come non raccolgo il tuo parallelismo tra i neologismi e le "perimetrali" regole grammaticali. In sostanza non c'entrano una cippa.. Un linguista può essere anche uno splendido interprete di neologismi, l'officina della sintassi grammaticale è sempre aperta, anche a Natale, solo che molti non passano a fare il tagliando...
Quanto al presente, io non parlerei più di stile del linguaggio, quanto di un "design" del linguaggio, la penna rossa ha esaurito il suo tempo oltre che l'inchiostro. L'involucro linguistico oramai vale più del contenuto al suo interno, la grammatica è stata pastorizzata alle esigenze di un linguaggio anglofono. Quindi, nessuno infrange più le regole, perchè le regole stesse si sono vendute al mercato, il vero battitore libero non è colui che si manifesta come tale, ma quello che non sa di esserlo.

Non ho capito troppo bene il tuo commento, ma va bene lo stesso.
Più che altro, però, non afferro di cosa stiamo discutendo.

Dopo 5, 6 risposte consecutive te ne esci dicendo questo... ah.. Panta rei, caro Luciano, panta rei.... come potrebbe dire una cybernetica Rossella O'Hara, "domani è un altro post"... l'importante è far credere di aver sempre qualcosa da dire.

Fu vera gloria?
Ai post l'ardua sentenza.

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