Sto leggendo un gran bel romanzo.
Arriva dalla Svezia e l'ha pubblicato qualche mese fa l'editore Marsilio. (Da qualche settimana è uscito anche il secondo episodio, La ragazza che giocava con il fuoco)
L'autore era nato nel 1954 (come me), giornalista,
si occupava di movimenti neonazisti, di razzismo, di cose brutte che stanno tornando a circolare per l'Europa. E se ne impicciava tanto bene che da anni dovevano girare con la scorta della polizia, lui e sua moglie.
Poco prima di morire per un infarto nel 2004 fece in tempo a consegnare alla casa editrice i manoscritti di una trilogia, Millennium di duemila pagine.
Gran successo (purtroppo postumo) in Svezia, nei paesi scandinavi, in Francia e vende bene pure in Italia: finora sei o sette milioni di copie in Europa.
Larsson era convinto di avere un compito, nella vita: lottare in prima fila contro xenofobi, fascisti, antisemiti e nazionalisti, contro le discriminazioni etniche e sessuali, contro le violenze sulle donne e sui bambini.
Nei romanzi di Millennium, racconta tutto ciò.
Ma non temete: niente prediche, niente freddi dati statistici, niente retorica.
Larsson diceva che il suo obiettivo, come romanziere, era prima di tutto appassionare chi legge. E poi, una volta incatenato il lettore alle pagine, si può (e si deve) far politica ed etica.
Uomini che odiano le donne ha più di seicento pagine,
che vanno via affascinanti ma non frenetiche. Nulla a che fare con i ritmi forsennati di certi thrilling americani.
Il trucco di Larsson è mettere insieme, nello stesso romanzo, cose diverse e in apparenza stridenti, per trarne un sapore convincentissimo.
Ecco gli ingredienti:
- una godibile e concreta scrittura da bravo giornalista, priva di svolazzi pseudo-artistici,
- un solido sottofondo narrativo di impianto ottocentesco, con tanto di grande famiglia ricca che nasconde torbidi segreti,
- un amore per il giallo classico e per le sue situazioni canoniche,
- alcuni personaggi che arrivano direttamente dalla tradizione romanzesca dei Mann, Balzac, Du Gard,
- i due protagonisti (un giornalista economico e una specie di investigatrice un po' post-punk e un po' disturbata) che appartengono ai giorni nostri,
- alcuni misteri che si intrecciano con grande abilità, esaltandosi l'uno con l'altro,
- un forte gusto per le descrizioni del paesaggio e del clima nordico,
- una profonda conoscenza del mondo dell'informazione e dell'economia,
- una radicale ribellione contro il capitalismo predatore e i suoi sottoprodotti politici, mediatici, antropologici.
Perchè Larsson è lontanissimo dalla rassegnazione o dal cinismo di tanta (di troppa) letteratura (e cinema) poliziesco di questi anni.
Per Stieg Larsson le cose si possono cambiare, i cattivi possono essere individuati e fermati. E nei suoi romanzi il giustizieri sono la stampa e l'informazione libera e indipendente.
Certo: c'è da pagare prezzi. A volte molto alti.
Ma è l'unico modo per camminare a testa alta.
Non vedo l'ora di finire Uomini che odiano le donne e di cominciare il secondo volume. E poi di leggere il terzo (quando uscirà in Italia).
Anche se poi so che mi morderò le mani per la rabbia e la malinconia che Larsson sia morto a cinquant'anni. Che il suo impegno politico non ci sia più e che il suo progetto di continuare la serie con altri sette romanzi sia svanito per sempre.
Provate a leggerlo.
Altro che Faletti & C.
Lo sta leggendo la mia mamma e le sta piacendo molto.
ciau,
tic
Scritto da: Tic-talkischeap | 16/07/2008 a 13:39
Certo che sai come interessare chi ti legge quando scrivi di qualcosa che ti piace.
Sono a fondo corsa (quasi) con le mie letture da treno (io pendolo, sometimes) e potrei trarne spunto per le mie fantozziane aziendali ferie agostane.
Per pura casualità, mi è capitato di leggere e ancora leggo molta narrativa di autori del nord europa (Niemi, Kader o Paasilinna, che ricordo) come e raramente sono stata delusa.
Scritto da: lapsuscalami | 16/07/2008 a 14:13
Ciau Luciano, ho appena finito di leggere il terzo (in francese, qui sono più veloci con le traduzioni) e confermo la tua opinione, ti divertirai anche col secondo e terzo. E' veramente un peccato che sia morto.
Comunque circola la voce che esista un 4° manoscritto ancora nel computer dell'autore.
Il buon Stieg è morto senza lasciare un testamento e gli eredi erano quindi i genitori e il fratello, dato che non era sposato con la donna con cui conviveva. Cosi' lei si tiene il pc col manoscritto, visto che i parenti non hanno voluto condividere i diritti.
Quindi potrebbe essere che salti fuori Millenium 4.
buona lettura!
ps: sono anche cosi' simpatico da non dirti chi è il colpevole nel primo...
Scritto da: Ivan | 16/07/2008 a 15:07
Quando nel campo dei generi (giallo, fantasy, fantascienza, horror, spy-story) il successo va a chi se lo merita, io sono contentissimo. Mentre vado su tutte le furie quando i battaglioni di compratori spazzolano dagli scaffali delle librerie robaccia modaiola che non vale nemmeno la spighetta delle scarpe dei veri e bravi Artigiani.
Ecco allora che i successi di Faletti o di certi italiani/e del fantasy, di ignobili filmacci pseudo-horror, di immondi giallucoli pretenziosi e senza sugo, del Codice Da Vinci e degli altri atroci libri di Dan Brown mi fanno arrabbiare. Soprattutto se (a fronte delle loro vendite e della loro fama) autori bravissimi come (cito solo qualche nome) Dennis Lehane, Sue Grafton, Jack o'Connell, Gene Wolfe, Dan Simmons, David Mitchell, Andrew Crumey, China Mieville non li calcola quasi nessuno. (Al di fuori della ristretta o ristrettissima cerchia degli appassionati)
Finchè tra qualche anno accadrà che qualche criticonzolo alla moda (o alla post-moda) si accorgerà con clamoroso ritardo di quelli bravi, spesso quando saranno imbolsiti. E li scoprirà sui giornali IMPORTANTI.
Com'è accaduto a Stephen King o a Joe Lansdale. Che quando erano una forza della natura non li salutava nessuno, mentre adesso..."ahò!! So' diventati er novo maestro de la Litteratura merikana. Mazza che forza, aho"
Scritto da: luciano / ideifx | 16/07/2008 a 15:46
Ciao Luciano
Non conosco assolutamente questo Larsson ma dal tuo post appassionato credo che un'occhiata in libreria gliela faccio volentieri.
Non mi trovo d'accordo sulla tua invettiva sugli scrittori italiani ma questo già lo abbiamo visto in passato.
Credo che in Italia buoni autori ci siano ( Il primo libro di Faletti è un buon Thriller che si legge tutto di un fiato e anche l'ultimo è godibile e ben strutturato...),
Altri autori come Arona,Ongaro, Evangelisti, Sclavi, Nerozzi etc. hanno buone idee e andrebbero supportati.
Bando all'esterofilia quindi ( Landsdale, King, Simmons sono bravi ma non dimentichiamoci dei nostri validi scrittori).
Dai un'occhiata al mio nuovo Blog...l'ho aperto proprio adesso.
Ciao
Scritto da: Eduardo | 16/07/2008 a 17:14
Edoardo, sono d'accordo con te: ci sono tanti italiani bravissimi. (Forse qualcuno dei bloggers sa della passione letteraria e amicizia personale per Alberto Ongaro. Ma penso anche a Loriano Macchiavelli, Di Caro, ogni tanto Evangelisti, appunto Arona e Nerozzi, Altieri quando non parodizza se stesso, Carofiglio, a volte De Cataldo...)
Nessuna esterofilia: per fare un esempio, i pessimi e vendutissimi Paulo Coelho, Banana Yoshimoto e Dan Brown sono uno brasilero, una giapponese e l'altro amerekano.
Scritto da: luciano / ideifx | 16/07/2008 a 18:51
Faletti: sul blog (questo e il precedente di Kataweb) ne abbiamo già parlato più volte. IO UCCIDO non era male. Però però però. In un'intervista fatta subito dopo la pubblicazione e PRIMA del boom di vendite, Faletti ringraziava gli editor della casa editrice per avergli corretto e prosciugato lo stile, troppo goffo gonfio e barocco. Poi arrivò il successone e Faletti si montò la capoccia, così il secondo romanzo (era evidente) lo impose agli editori pretendendo di NON avere lavoro di editing. Il risultato fu uno stile ab/ominevole, di una goffaggine imbarazzante (sul blog riportavo un paio di paragrafi). Da allora, il Faletti si considera un GRANDE che non accetta consigli da nisciuno perchè nu' je serveno cchiù. E sforna libri scritti malissimo. (Quest'ultimo, di racconti, non l'ho letto. Anche evidentemente perchè non posso leggere tutto. Ma con Faletti ho chiuso)
Scritto da: luciano / ideifx | 16/07/2008 a 19:03
I vezzi antipatici degli scrittori famosi e illusi li evito come la peste altrimenti non legerei più niente.
Se fa il montato peggio per lui.
Io lo seguirò finchè riuscirà a incuriosirmi altrimenti bye.
Fuori da uhnj evidente destino era godibile ma poco horror rispetto a come lo aveva dipinto lui in promozione.
Comunque anche il sommo S.King ha scritto boiate pazzesche eppure continuo a seguirlo con passione e trasporto.
Hai letto il mio post sugli opinionisti di Virgin Radio sul mio blog???
Da rabbrividire...
Scritto da: Eduardo | 16/07/2008 a 19:29
Io ho appena finito il secondo...letteralmente divorato....troppo belli!!! ora attendo con ansia che esca il terzo volume!!! ciao margherita
Scritto da: Margherita | 17/07/2008 a 12:01
Luciano
Ho risposto al tuo post di ieri sera sul mio blog.
Inoltre ne ho postato uno nuovo di scottante attualità.
Grazie
ciao
Scritto da: Eduardo | 17/07/2008 a 14:34
ok, va bene. va bene tutto. va bene essere generosi ed entusiasti. MA. Ma andiamo!!!
"... un gran bel romanzo"
Una roba minore, piena di luoghi comuni da letteratura di genere.
Vedo che sta piacendo molto, in giro.
Ma vedere che un signor lettore lo definisce "un gran bel romanzo" ...
Il maestro e margherita è un bel romanzo. Tantoperdire.
Approfitto per un saluto. Tu, o daddy rock, tu sai dove sono....
Scritto da: Valerio Fiandra | 20/07/2008 a 06:57
Valerio ha (almeno in parte) ragione. Il mio giudizio ("gran bel romanzo") può prestarsi ad equivoci.
Intanto, l'avevo scritto dopo un centinaio di pagine. Dopo aver finito il libro di Larsson, in parte confermo (poliziesco avvincente) ma in parte smentisco (nel senso che ci sono molti moltissimi luoghi comuni, anche se trattati con abilità). Insomma, una lettura di quelle che fanno far le ore piccole perchè ogni pagina fa da calamita alla successiva. Però ha ragione Valerio: "i gran bei romanzi" sono altri. Ciò non toglie che questi UOMINI scorra via molto molto bene.
Perchè piace tanto a tanti? Forse perchè non vi è cinismo, forse perchè i protagonisti (pur con le loro contraddizioni personali) stanno dalla parte giusta, forse perchè lo sdegno morale contro la violenza e la sopraffazione è forte e sincero. E in questi anni così incerti noi lettori siamo confortati trovando delle storie così nettamente schierate.
Scritto da: luciano / idefix | 20/07/2008 a 11:07
appunto. piace perchè VUOLE piacere. il che non solo NON è un demerito, è un pregio. Ma trattasi di letteratura quella che accarezza il pelo dei lettori. E proprio qui, dove sembrano in tanti i "ribelli" , proprio qui va fatta notare la contraddizione? Come potete prendervela con la BerlusconItalia e poi apprezzare una sua parodia tinta di (falso) giallo ?
leggetevi "IL GIARDINO NON C'E'" di Alberto Capitta (il maestrale). Un italiano di strepitosa bravura, già da ammirare per "Creaturine". Poi sappiatemi dire...
Scritto da: Valerio Fiandra | 26/07/2008 a 07:50
Ovviamente mi fido di Valerio e mi procurerò questo Capitta.
Ancora su Larsson: tra me e me giocherellavo con un'idea. Che mi piacerebbe trarre un film da UOMINI CHE ODIANO LE DONNE, ambientandolo in Italia, con quel che ne consegue.
Scritto da: luciano / idefix | 26/07/2008 a 22:23