Come autori di libri per bambini e ragazzi esprimiamo una forte preoccupazione per le iniziative assunte recentemente dal Ministero dell’Interno di usare come metodo di identificazione per i minori Rom la schedatura delle impronte digitali.
Troppo spesso, nel documentarci per scrivere le nostre storie, abbiamo incontrato leggi che “per il bene” di bambini emarginati e senza voce in capitolo, hanno di fatto sancito ingiustizie e discriminazioni.
Se vogliamo far sì che i piccoli Rom non vivano fra i topi, cerchiamo di integrarli con le loro famiglie, di mandarli a scuola, di toglierli da situazioni di degrado, invece di fare le barricate quando si tenta di sistemarli in situazioni più dignitose.
Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà, di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più.
Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue minoranze.
Vanna Cercenà
Hanno aderito gli scrittori:
Aquilino
Stefano Bordiglioni
Emanuela Bussolati
Janna Carioli
Luciano Comida
Francesco D’Adamo
Roberto Denti
Walter Fochesato
Luisa Mattia
Alberto Melis
Angela Nanetti
Emanuela Nava
Antonella Ossorio
Arianna Papini
Angelo Petrosino
Simone Piazzesi
Roberto Piumini
Giusi Quarenghi
Angela Ragusa
Guido Sgardoli
Dino Ticli
Bruno Tognolini
Maria Rosa Vismara
Moony Witcher
Iniziano con le impronte ai Rom, bimbi o adulti non importa, sempre nazismo è.
Continuano con le leggi confessionali.
Tra un po' dovrò attacarmi a tutti i vestiti la foglia di maria, abitare in una zona delimitata della città e fare solo certe professioni permesse...
Maobao
Scritto da: maobao | 14/07/2008 a 16:30
Siamo tutti zingari, prima o poi.
Scritto da: luciano / idefix | 14/07/2008 a 17:03
siamo su una china spaventosa. conosco una famiglia di giovani rom, con un po' di buona volontà e l'aiuto di un assistente sociale e del padre di un namico di mio figlio, persona seriamente impegnata nel sociale, è stata trovata loro una casa, un lavoro per mamma e papà mio marito ha tenuto a battesimo il loro bambino , la nonna lo accudisce quando i genitori non ci sono. basta un po' di buona volontà
Scritto da: paola dei gatti | 15/07/2008 a 08:59
Ottima iniziativa!
Scritto da: Luposelvatico | 15/07/2008 a 09:00
Era il minimo che potessimo fare, firmarci nome e cognome e mandare in giro le nostre impronte.
Scritto da: luciano / idefix | 15/07/2008 a 10:01
Io sono madre di due figli... e assolutamente non ho mai pensato di discriminare nessuno, considerando poi che la nostra coppia è mista... ma schedare i bambini ROM ha un valore anche di tutela per loro: molti non sono neanche censiti, non si sa di chi sono figli...se schedare con le impronte digitali vuol dire discriminarli... una soluzione sarebbe schedare tutti (anche noi!) è un modo di tutelarci e tutelarli!
A me farebbe piacere un giorno vedere seduto al banco della scuola dei miei figli un bambino ROM, senza che si pensi male nè di lui nè dei suoi genitori...ma è difficile, molto difficile... io ho avuto esperienza diretta della 'cattiveria' con cui possono agire...qualunque persona che si voglia inserire in una comunità deve imparare ad accettarne le regole...è una cosa che è uguale per tutti, però: mentre noi siamo, schedati, registrati con tanto di documenti...loro come sono riconosciuti?
Scritto da: Ethel | 27/09/2008 a 15:54
Prendere le impronte a tutti e a tutte? Compresi i figli di Bossi e i nipotini di Berlusconi? Già la proposta sarebbe tutta diversa e acquiesterebbe un senso completamente diverso.
Scritto da: luciano / idefix | 29/09/2008 a 10:40