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05/07/2008

Commenti

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Questa storia tristissima mi fa ripensare a Genova 2001 e mi viene come un senso di schifo e nausea.
Possibile che ai poliziotti (e poliziotte) nessuno insegna a riconoscere uno sporco delinquente da un essere umano che, anche se in modo sbagliato e fuorviante sta soltanto chiedendo aiuto e comprensione??
Spero soltanto che siano casi isolati, fuori dalla norma, ma il pensiero di Genova non mi sostiene in questa speranza.

Fa star male questa storia.
Davvero.

Mille domande, perplessità dubbi e incertezze rimaranno senza risposta.
Una sola certezza: Poliziotti o non, gli uomini sono, e rimaranno sempre, animali da branco.A questo istinto bestiale che talvolta viene fuori, spesso si aggiungono impreparazione,frustrazioni, inadeguatezza e responsabilità individuali. Da sempre, comunque, ho di gran lunga maggiore simpatia e fiducia nell'Arma dei Carabinieri.


A me questa triste storia invece ha fatto ricordare quella di Federico Aldrovrandi, simile in molti aspetti.
http://www.veritaperaldro.it/
Concordo con le tue conclusioni.

Per certi versi la vicenda è analoga. In particolare per quanto riguarda la battaglia della famiglia affinchè venisse fatta giustizia.

ormai cominciano a diventar parecchie queste storie
quale cultura viene passata alle nostre forze dell'ordine?
marina

Mamma mia che storia tremenda.
Però ecco, bene che i familiari si siano battuti. Bene che siano riusciti a dimostrare quanto erano stati carogne quelli della polizia. E' solo in questa fase del processo, quando diviene evidente che si, la polizia può stare anche dalla parte sbagliata, che certe storie diventano esemplari e la gente le legge in un altro modo.

Questa storia mi ha fatto anche meditare su come viene considerata la malattia mentale , sia dalle istituzioni che dalla gente.
Mi sono chiesta come mai nessuno dei vicini , che conoscevano il ragazzo , sia sceso in strada all'arrivo degli agenti per spiegare quali problemi avrebbero dovuto affrontare , per perorare la causa di quegli "schiamazzi" , magari facendo da intermediario affettuoso....
Capisco che le istituzioni abbiano delle responsabilità , ma forse la rete dei rapporti umani puo' avere il suo valore...

è notizia di ieri che il comune di Genova abbia fatto marcia indietro sullo sfratto dato alla madre con figlia "rumorosa" perchè afflitta da potenti attacchi di panico...

nella vita di paese la persona con problemi psichiatrici aveva , di solito , un soprannome ironico e magari crudele , sfotto' da parte della gioventù , ma anche il caffè pagato e l'incolumità tutelata...
nelle città dormitorio e delle carte bollate
si sa che il caffè è controindicato con le medicine da prendere.....

Anche io ho automaticamente collegato questa vicenda di violenza con il G8 e altre ancora...Non me ne vogliate perché da allora in poi io non amo proprio per niente le ..divise!! Abuso di potere, frustrazione, voglia di violenza (le motivazioni possono esere tante ma non giustificabili!!). Alla fine chi ne fa le spese è proprio chi è più debole e dovrebbe essere protetto in primis....Non me ne vogliate ma non vedo di buon occhio la polizia, anche se ci sono agenti che svolgono al meglio il loro dovere. Ma la maggior parte, a mio avviso, sono teste calde..purtroppo!!

Io invece continuo a pensare che le forze dell'ordine siano e debbano essere al servizio del cittadino e che abbiano dato un enorme tributo per la libertà e per la sicurezza. Io sono uno di quelli che quando vedono la divisa di un poliziotto o di un carabiniere o di un finanziere sentono la presenza dello Stato democratico.
E allora, anche per questi motivi, io PRETENDO che venga fatta giustizia.

Signor Luciano, questa storia è terribile, spezza il cuore.

Ma c'è qualcosa che non va. Una persona in grado di fare una cosa del genere non dovrebbe poter portare una divisa. Il sistema di selezione è malato.
Perché accanto a persone come le scorte di Falcone e Borsellino, si coltivano individui di questa risma?
Non che l'abbia scoperto adesso, ma sono inquietato. Anzi, inorridito.

E incazzato nero.

Io non conosco (se non in minima parte) gli atti dell'inchiesta giudiziaria. Ignoro ad esempio le deposizioni rese al Pm dagli agenti di polizia. Però mi sento di escludere una volontà, da parte loro, di voler ferire gravemente o addirittura di voler uccidere Riccardo. Con ciò non voglio certo giustificare tali interventi delle forze dell'ordine (la vita di una persona vale infinitamente più del fastidio arrecato da due petardi e da una radio col volume troppo alto). Voglio però dire che (a mio avviso) tra la tragedia di Riccardo e il G8 di Genova c'è un abisso: a Trieste fu provocata (penso involontariamente) una morte assurda e ingiusta. Mentre nel luglio 2001 vi fu premeditazione pianificata a tavolino per motivi politici inconfessabili.

Chissà perché nessuno cita mai i fatti di Napoli...

Hai ragione. Io comincio ammettendo che ne so poco, molto molto meno che rispetto agli avvenimenti di Genova.

Questo è un punto di inizio:

http://www.repubblica.it/online/politica/gottoquattro/napoli/napoli.html

Non ci scappò il morto, ma i fatti restano comunque gravi. Senza intento polemico, è mia opinione che i fatti di Genova furono maggiormente amplificati in quanto venivano collegati, in un rapporto causa-effetto a mio avviso un po' forzato, al recente insediamento del governo di centrodestra. Attenzione: non è mia intenzione sminuire Genova, ma solo puntualizzare che anche i fatti di Napoli andrebbero ricordati.

Mi sono un po' rinfrescato la memoria con il "ritaglio elettronico" da te linkato. Mi pare non ci sia confronto davanti all'ecatombe di Genova: un morto centinaia di feriti, pestaggi, aggressioni ai manifdestanti inermi, prove costruite per incastrare gli arrestati, sospensione dei diritti costituzionali e individuali, la presenza in nella "sala operativa" della Questura (o Prefettura...non ricordo) del ministro Fini, un clima di intimidazione tipico dei regimi sudamericani.

Offender, mi pare che non ci sia paragone tra i fatti di Napoli e quelli di Genova. Se la polizia reagisce in maniera abnorme ad una azione quasi pacifica, succede spesso. A Genova ci sono state azioni "a freddo", cariche a cortei di pacifici cittadini, strategie "militari" che non consentivano vie di fuga ai manifestanti, massacri a botte e calci di ragazzini di quindici anni a terra con la faccia spaccata, assalti ad una scuola nottetempo, le torture a Bolzaneto per non parlare della morte di Carlo Giuliani. Decisamente due cose diverse che, certo, hanno a che fare con l'insediamento del governo Berlusconi, non c'è il minimo dubbio.

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