Una brutta e tragica storia da Trieste.
Riccardo Rasman aveva 34 anni ed era grande e grosso: 1 metro e 85, 120 chili.
Per motivi di lavoro l'avevo incontrato alcune volte: un po' goffo, gentile.
Era in cura presso il Dipartimento di salute mentale per “sindrome schizofrenica paranoide”. I suoi guai iniziarono durante il servizio militare, quando subì molti episodi di “nonnismo”, quel disgustoso miscuglio di protervia e violenza che lo sconvolge. Viene riformato per motivi di salute ma è troppo tardi: il suo equilibrio è andato in frantumi.
A Trieste Riccardo vive solo e il 27 ottobre 2007 lo raggiunge una bellissima notizia: ha ottenuto un lavoro da netturbino. Così festeggia, da solo, sul terrazzino di casa, musica alta, butta in cortile due petardi, è seminudo.
I vicini protestano, chiamano la polizia.
Arrivano gli agenti, gli ordinano di aprire la porta, lui spegne la luce, non apre, ha paura delle divise (ricordate i suoi terrori in caserma?), si rifugia a letto.
Nessuno contatta il Centro di salute mentale.
Gli agenti sfondano la porta dell'appartamento, Riccardo li affronta e li spinge, una poliziotta cade a terra, c'è una collutazione, lo buttano sul letto, per immobilizzarlo colpiscono con pugni e col piede di porco. Lo legano mani e piedi, lo mettono a pancia in giù, gli esercitarono pressione sulla schiena, forse sedendosi su di lui.
Poco dopo, il medico legale trovò Riccardo morto, ammanettato dietro la schiena, fil di ferro alle caviglie, varie ferite lacero-contuse.
La perizia: “per causare le lesioni riscontrate gli agenti hanno usato mezzi di offesa naturale in maniera indiscriminata anche verso parti del corpo potenzialmente molto delicate, ma anche oggetti contundenti come potevano essere il manico dell’ascia rinvenuta nell’alloggio o il piede di porco usato dai vigili del fuoco per forzare la porta d’ingresso. Gli stessi agenti hanno ammesso di averlo utilizzato contro il braccio destro di Riccardo”
Tutto pareva finisse nel nulla, Riccardo sepolto, il dolore dei parenti e degli amici, l'archiviazione del caso. Ma la famiglia e gli avvocati si sono battuti con le unghi e con i denti affinchè la verità e la giustizia non finissero seppellite assieme al cadavere di Riccardo.
E adesso pare che si andrà al processo dei quattro agenti.
Io credo fortemente che un corretto e leale rapporto tra cittadini e forze dell'ordine sia uno dei pilastri degli stati democratici. E dunque nel mio, nel nostro, chiedere giustizia non c'è nessuna rivalsa contro "gli sbirri": sono assolutamente estraneo a questa aberrante logica.
Quello che si chiede è solo rispetto delle persone umane, legalità, verità, giustizia.
Perchè cose del genere non accadano più.
Un video in due parti sulla vicenda:
http://www.youtube.com/watch?v=5amVivEJj4Q
http://www.youtube.com/watch?v=iMQL75yUIuk&feature=related
Il primo articolo comparso sul Piccolo, il quotidiano locale, due giorni dopo la morte di Riccardo: http://www.triestesalutementale.it/segnalazioni/rassegna/2006/2006-10-29_ilpiccolo_rebecca.htm
Questa storia tristissima mi fa ripensare a Genova 2001 e mi viene come un senso di schifo e nausea.
Possibile che ai poliziotti (e poliziotte) nessuno insegna a riconoscere uno sporco delinquente da un essere umano che, anche se in modo sbagliato e fuorviante sta soltanto chiedendo aiuto e comprensione??
Spero soltanto che siano casi isolati, fuori dalla norma, ma il pensiero di Genova non mi sostiene in questa speranza.
Scritto da: Irnerio | 06/07/2008 a 00:00
Fa star male questa storia.
Davvero.
Scritto da: Tic-talkischeap | 06/07/2008 a 01:53
Mille domande, perplessità dubbi e incertezze rimaranno senza risposta.
Una sola certezza: Poliziotti o non, gli uomini sono, e rimaranno sempre, animali da branco.A questo istinto bestiale che talvolta viene fuori, spesso si aggiungono impreparazione,frustrazioni, inadeguatezza e responsabilità individuali. Da sempre, comunque, ho di gran lunga maggiore simpatia e fiducia nell'Arma dei Carabinieri.
Scritto da: Giuseppe | 06/07/2008 a 08:41
A me questa triste storia invece ha fatto ricordare quella di Federico Aldrovrandi, simile in molti aspetti.
http://www.veritaperaldro.it/
Concordo con le tue conclusioni.
Scritto da: Artemisia | 06/07/2008 a 15:53
Per certi versi la vicenda è analoga. In particolare per quanto riguarda la battaglia della famiglia affinchè venisse fatta giustizia.
Scritto da: luciano / idefix | 06/07/2008 a 17:49
ormai cominciano a diventar parecchie queste storie
quale cultura viene passata alle nostre forze dell'ordine?
marina
Scritto da: marina | 07/07/2008 a 04:06
Mamma mia che storia tremenda.
Però ecco, bene che i familiari si siano battuti. Bene che siano riusciti a dimostrare quanto erano stati carogne quelli della polizia. E' solo in questa fase del processo, quando diviene evidente che si, la polizia può stare anche dalla parte sbagliata, che certe storie diventano esemplari e la gente le legge in un altro modo.
Scritto da: zauberei | 07/07/2008 a 10:55
Questa storia mi ha fatto anche meditare su come viene considerata la malattia mentale , sia dalle istituzioni che dalla gente.
Mi sono chiesta come mai nessuno dei vicini , che conoscevano il ragazzo , sia sceso in strada all'arrivo degli agenti per spiegare quali problemi avrebbero dovuto affrontare , per perorare la causa di quegli "schiamazzi" , magari facendo da intermediario affettuoso....
Capisco che le istituzioni abbiano delle responsabilità , ma forse la rete dei rapporti umani puo' avere il suo valore...
è notizia di ieri che il comune di Genova abbia fatto marcia indietro sullo sfratto dato alla madre con figlia "rumorosa" perchè afflitta da potenti attacchi di panico...
nella vita di paese la persona con problemi psichiatrici aveva , di solito , un soprannome ironico e magari crudele , sfotto' da parte della gioventù , ma anche il caffè pagato e l'incolumità tutelata...
nelle città dormitorio e delle carte bollate
si sa che il caffè è controindicato con le medicine da prendere.....
Scritto da: Arti | 07/07/2008 a 12:46
Anche io ho automaticamente collegato questa vicenda di violenza con il G8 e altre ancora...Non me ne vogliate perché da allora in poi io non amo proprio per niente le ..divise!! Abuso di potere, frustrazione, voglia di violenza (le motivazioni possono esere tante ma non giustificabili!!). Alla fine chi ne fa le spese è proprio chi è più debole e dovrebbe essere protetto in primis....Non me ne vogliate ma non vedo di buon occhio la polizia, anche se ci sono agenti che svolgono al meglio il loro dovere. Ma la maggior parte, a mio avviso, sono teste calde..purtroppo!!
Scritto da: Daniela PInchera | 07/07/2008 a 14:40
Io invece continuo a pensare che le forze dell'ordine siano e debbano essere al servizio del cittadino e che abbiano dato un enorme tributo per la libertà e per la sicurezza. Io sono uno di quelli che quando vedono la divisa di un poliziotto o di un carabiniere o di un finanziere sentono la presenza dello Stato democratico.
E allora, anche per questi motivi, io PRETENDO che venga fatta giustizia.
Scritto da: luciano / idefix | 07/07/2008 a 19:18
Signor Luciano, questa storia è terribile, spezza il cuore.
Ma c'è qualcosa che non va. Una persona in grado di fare una cosa del genere non dovrebbe poter portare una divisa. Il sistema di selezione è malato.
Perché accanto a persone come le scorte di Falcone e Borsellino, si coltivano individui di questa risma?
Non che l'abbia scoperto adesso, ma sono inquietato. Anzi, inorridito.
E incazzato nero.
Scritto da: zimisce | 07/07/2008 a 23:34
Io non conosco (se non in minima parte) gli atti dell'inchiesta giudiziaria. Ignoro ad esempio le deposizioni rese al Pm dagli agenti di polizia. Però mi sento di escludere una volontà, da parte loro, di voler ferire gravemente o addirittura di voler uccidere Riccardo. Con ciò non voglio certo giustificare tali interventi delle forze dell'ordine (la vita di una persona vale infinitamente più del fastidio arrecato da due petardi e da una radio col volume troppo alto). Voglio però dire che (a mio avviso) tra la tragedia di Riccardo e il G8 di Genova c'è un abisso: a Trieste fu provocata (penso involontariamente) una morte assurda e ingiusta. Mentre nel luglio 2001 vi fu premeditazione pianificata a tavolino per motivi politici inconfessabili.
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2008 a 09:35
Chissà perché nessuno cita mai i fatti di Napoli...
Scritto da: offender | 08/07/2008 a 09:38
Hai ragione. Io comincio ammettendo che ne so poco, molto molto meno che rispetto agli avvenimenti di Genova.
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2008 a 12:47
Questo è un punto di inizio:
http://www.repubblica.it/online/politica/gottoquattro/napoli/napoli.html
Non ci scappò il morto, ma i fatti restano comunque gravi. Senza intento polemico, è mia opinione che i fatti di Genova furono maggiormente amplificati in quanto venivano collegati, in un rapporto causa-effetto a mio avviso un po' forzato, al recente insediamento del governo di centrodestra. Attenzione: non è mia intenzione sminuire Genova, ma solo puntualizzare che anche i fatti di Napoli andrebbero ricordati.
Scritto da: offender | 08/07/2008 a 13:03
Mi sono un po' rinfrescato la memoria con il "ritaglio elettronico" da te linkato. Mi pare non ci sia confronto davanti all'ecatombe di Genova: un morto centinaia di feriti, pestaggi, aggressioni ai manifdestanti inermi, prove costruite per incastrare gli arrestati, sospensione dei diritti costituzionali e individuali, la presenza in nella "sala operativa" della Questura (o Prefettura...non ricordo) del ministro Fini, un clima di intimidazione tipico dei regimi sudamericani.
Scritto da: luciano / idefix | 08/07/2008 a 14:49
Offender, mi pare che non ci sia paragone tra i fatti di Napoli e quelli di Genova. Se la polizia reagisce in maniera abnorme ad una azione quasi pacifica, succede spesso. A Genova ci sono state azioni "a freddo", cariche a cortei di pacifici cittadini, strategie "militari" che non consentivano vie di fuga ai manifestanti, massacri a botte e calci di ragazzini di quindici anni a terra con la faccia spaccata, assalti ad una scuola nottetempo, le torture a Bolzaneto per non parlare della morte di Carlo Giuliani. Decisamente due cose diverse che, certo, hanno a che fare con l'insediamento del governo Berlusconi, non c'è il minimo dubbio.
Scritto da: gcanc | 08/07/2008 a 17:27