Nel 1858, Ippolito Nievo scriveva: "Farsi intendere da molti oh non è forse meglio che farsi intendere da pochi? In Francia si stampano si vendono e si leggono più libri non per altro che per la universalità della lingua e la chiarezza del discorso. Da noi abbiamo due o tre vocabolari, e i dotti hanno costumi di appigliarsi al più disusato...(...)...Animo dunque: non dico male di nessuno: ma scrivendo, pensate che molti vi abbiano a leggere. E così allora si vedrà la nostra letteratura porger maggior aiuto che non abbia dato finora al rinnovamento nazionale"
(E' l'inizio del decimo capitolo delle Confessioni d'un Italiano. Che continuo a leggere, con un piacere sempre più travolgente, ridendo molto e commuovendomi molto)
E intanto rifletto: come sarebbero cambiati il nostro paese e la nostra vita se l'Italia ottocentesca formicolante di seriosissimi intellettuali accademici dal linguaggio oscuro e contorto, tediosi e parrucconi, ipocriti e bigotti, asserviti al peggior potere e ostili al popolo, fosse stata spazzata via da una generazione di uomini coraggiosi e onesti come il garibaldino Nievo?
Che tra l'altro (sempre nelle Confessioni) scriveva (è il protagonista ottantenne a parlare): "Le donne superiori a noi! Sì, fratellini miei: consentite questa strana sentenza in bocca a un vecchio che ne ha vedute molte."
Anche in questo campo, la visione anticonformista e modernissima di uno scrittore sciaguratamente censurato, trascurato e incompreso.
Non ho mai letto l'opera di Ippolito Nievo, pur conoscendone l'esistenza, e grazie a te, Luciano. ho potuto conoscere meglio le idee ancora così attuali e l'anticonformismo di Nievo, riguardo il discorso sulle donne.
Per quanto concerne l'"ermetismo" di molti scrittori (anche questo argomento attulissimo!!) che pur di fare bella mostra di sé con vocaboli i più desueti, in opposizione ai loro sinonimi più semplici senz'altro ma più comprensibili ai più, sono perfettamente d'accordo. Però penso anche, senza arrivare a questi livelli estremi, che se a volte in un libro c'è qualche, ripeto: QUALCHE parola non conosciuta, è bene anche andare a cercarla sul vocabolario. E' uno stimolo per il nostro sapere, ma ripeto, senza arrivare a livelli estremi come nel caso di alcuni scrittori anche molto famosi.
Scritto da: Daniela Pinchera | 16/01/2008 a 14:28
La lingua usata da Nievo è ricchissima e composita: mescola termini dialettali provenienti da varie regioni, espressioni gergali, parole auliche impiegate con ironia, neologismi, modi di dire, una sintassi a tratti ancora ottocentesca (purtroppo non ebbe il tempo di rivedere definitivamente il testo) ma spesso moderna e vivace.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 16/01/2008 a 15:03
E' bello conoscer cose nuove..io poi amo molto la letteratura..grazie Luciano!!!
Scritto da: Daniela Pinchera | 16/01/2008 a 22:07
Ieri sera, sempre procedendo con le Confessioni, mi sono imbattuto in una bellissima pagina sulle bestie. Un episodio di "amore" tra cane e gatto, dal quale Nievo parte per ipotizzare l'esistenza dell'anima anche tra gli animali. Che scrivesse cose simili a metà dell'Ottocento è l'ennesima conferma che con lui ho trovato un autore che mi sarà caro per tutta la vita.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 17/01/2008 a 11:19
E' vero Luciano, mi stai facendo venire la voglia di leggere l'opera di I.Nievo proprio per la ..modernità del suo pensiero, ancora attualissimo. Per quanto concerne l'esistenza dell'anima nelle .."bestie", io ne sono più che convinta: che la si chiami anima, che li si chiamino sentimenti ed emozioni, gli animali hanno davvero una marcia in più degli uomini. Come si può non constatare tutto ciò quando si leggono o si vedono cani, gatti addirittura, che ritornano dal padrone, dallo stesso padrone che li ha abbandonati senza un minimo di cuore? Eppure loro sanno essere riconoscenti e pieni di amore verso i propri carnefici...!! Quando mi imbatto in una persona, soprattutto se per motivi sentimentali, guardo sempre al fatto se ami o no gli animali, perché penso che anche da questo si possa valutare la sensibilità di un uomo...
Scritto da: Daniela Pinchera | 17/01/2008 a 11:44
Daniela: i motivi per cui sto così insistendo su Ippolito sono vari.
1) Tenere una specie di diario pubblico del mio itinerario di lettura.
2) Rendere un minimo omaggio a una persona così degna.
3) Invogliare qualcuno a prendere in mano le Confessioni.
4) Condividere la gioia che sto provando io.
5) In questi tempi così squallidi, ricordare (a me e agli altri) che esiste anche un'Italia onesta e coraggiosa.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 17/01/2008 a 12:02
Sei davvero grande Luciano, lo dico sinceramente...Tutto ciò ti fa onore!!
Scritto da: Daniela Pinchera | 17/01/2008 a 12:30
Daniela: sai cosa mi fa tenerezza e simpatia?
Che negli ultimi due commenti io e te abbiamo usato alcune parole bellissime (e purtroppo cadute in disuso e finite fuori moda):
"degno...onesto..coraggioso...sinceramente...onore..."
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 17/01/2008 a 12:55
Hai ragione, non ci avevo fatto caso...Ma quanto sarebbe bello che anche tutte le persone usassero parole come queste o similari!!!...(Mi accorgo ora di aver usato la parola RAGIONE....!)
Scritto da: Daniela Pinchera | 17/01/2008 a 13:42
Daniela, se vuoi "curiosare" a proposito di Ippolito, ho aggiunto un link alla colonnina di destra, nella lista "altri blog", alla BIBLIOTECA IPPOLITO NIEVO.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 17/01/2008 a 13:54
gRAZIE, è BELLISSIMA QUESTA COSA E TE NE SONO DAVVERO GRATA. CI VADO SUBITO A SBIRCIARE..!
Scritto da: Daniela Pinchera | 17/01/2008 a 14:44