Sto andando avanti con grande piacere.
E scopro cose sorprednenti.
Ad esempio questa: nel romanzo di Nievo ci sono alcune scene torride tra il protagonista Carlino, bambino di dieci anni e la sua cuginetta Pisana di otto.
Adesso capisco perchè (pubblicato postumo con mille difficoltà), il libro non fu recensito, segnalato, promosso da nessuno. Ma anzi sepolto nella speranza che non venisse letto.
Fu solo (nel 1898 o giù di lì) un critico austriaco ("austriaco"!...ma guardate voi le bizzarrie della Storia...un austriaco a tessere le lodi di un combatteente del Risorgimento dimenticato in patria) a scriverne chiedendo se noi italiani eravamo matti a trascurare un'opera così bella.
Certo, è un libro scorrettissimo.
Anticattolico e antipapista, fieramente democratico, filofemminista, eroticamente disinibito (nei limiti dell'epoca), linguisticamente composito (da neologismi alla commistione di vari dialetti, dalla vivacissima oralità alla parodia del Settecento, da una sintassi tempestosa e avvincente a un clima romanzesco insolito nella narrativa italiana), scritto da un mezzo fuorilegge che aveva combattuto sempre e solo tra gli irregolari (a diciassette anni tra gli insorti contro gli austriaci a Mantova, poi tra le giubbe rosse dei Mille), comunque MAI nell'esercito ufficiale.
Nell'Italia degli ipocriti, dei moderati, dei bigotti e dei reazionari Nievo era uno da cancellare.
Che paese
... Nell'Italia degli ipocriti, dei moderati, dei bigotti e dei reazionari Nievo era uno da cancellare ...
Beh, per fortuna che oggi l'Italia è molto diversa ... o forse mi sbaglio?
Scritto da: paolo | 06/01/2008 a 21:12
Paolo: molto, molto diversa. (Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah)
E' anche per questo (oltre che per la sua bellezza letteraria, umana e narrativa) che la lettura di Nievo mi sta appassionando tanto: in lui ritrovo uno degli italiani "giusti". Uno che nel '43 non avrebbe avuto la minima esitazione ad andare in montagna con i partigiani.
Scritto da: luciano / idefix | 06/01/2008 a 21:42