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17/10/2007

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Vorrei sempre sapere chi ha il mio primo DETECTIVE SELVAGGI.

Io no, purtroppo, perché il titolo mi ispira :-)

Dei libri che ho letto in questi anni, I DETECTIVE SELVAGGI è uno di quelli che più mi hanno fatto innamorare.
E dopo averlo finito partii alla scoperta di Bolano e delle sue altre opere. Non ne restai deluso.

Ahi Luciano, anche tu ricaschi nel fatale errore di prestare i libri?
Io ogni volta che mi trovo a rimpiangere un libro desaparecido giuro che sarà l'ultima volta, poi regolarmente continuo a prestarli (e a perderli di vista...)

Il Luciano perde il pelo della barba ma non il vizio di prestar libri. (E di non ricordarsi a chi) Pazienza: aumento le vendite di quelli che mi piacciono.

Eh, ti capisco, ma è difficile smettere perché per me prestare un libro vuol dire condividere con un amico il piacere che mi ha dato la lettura di quel libro. E come si fa a rinunciare ad una cosa così...

Ieri sera ho letto fin tardi, divorando le prime cento pagine di 2666.
Finora non delude l'attesa, ma anzi conferma che Bolano stava diventando sempre più bravo e sempre più ambizioso. In quest'avvio dell'opera (in tutto, tra il volume uscito adesso e quello che uscirà nel 2008, sono circa mille pagine) riesce a fondere grandissima leggibilità e grandissima qualità, forte tensione e magnifica scrittura, ironia e un insolito senso della suspense (quasi sempre NON accade quello che ci si aspetta), gusto del racconto e citazioni colte, sottigliezze psicologiche e misteri. Tutto ruota attorno a un romanziere tedesco ottantenne che vive celato al mondo: i quattro protagonisti (tre uomini e una donna) sono critici letterari innamorati della sua opera. Dove li condurranno le loro ricerche, lo ignoro. E non vedo l'ora che Bolano me lo sveli pagina dopo pagina.

Be', dopo Ongaro vedo che siamo d'accordo anche con Bolano, scrittore immenso. Non compro 2666: lo farò quando Adelphi pubblicherà anche la seconda parte. Non intendo aspettare un anno dopo averne letto la prima parte.
http://www.xantology.com/2006/11/09/un-romanzetto-canaglia/

Antonio: fai bene. Perchè, terminato il primo volume Adelphi, sono restato come un ebete. Da un lato entusiasta per la qualità del cibo ma dall'altro delusissimo perchè mi hanno portato via i piatti a metà.

Ma è bella anche l'attesa. Pensare che quello che si è letto rimanga sospeso in un tempo e in uno spazio che non si sanno. Per poi tornare a espandersi, a crescere e giungere alla meta. "2666" - o meglio le sue prime tre parti - è stata una scoperta. Una di quelle pietre rare che scovi ogni tanto nella grande caverna della letteratura. E spiace che Bolano non ci sia. La nostalgia fa da sfondo alla lettura.

Tanto so che tra un anno lo ricomincerò daccapo.
Dario: hai letto I DETECTIVE SELVAGGI?

No. Non avevo mai letto nulla di lui. L'incontro con 2666 è stato casuale. Sapevo chi era Bolano, ma ancora dovevo affrontarlo. Poi ho aperto il libro ed è stato come varcare una soglia.

E allora spero che il tuo viaggio nella narrativa di Bolano sia lungo e felice. Sappi solo che I DETECTIVE è il suo capolavoro (su 2666 ancora non mi pronuncio, non prima di averlo letto tutto).
E dei sudamericani ti suggerisco anche il mio amatissimo Julio Cortazar. Se vuoi saperne qualcosa, chiedi e ti farò uno spot di entusiasmo.

Ok, allora suggeriscimi un Cortazar, per favore. Ho letto qualcosa da "Ultimo round", che in verità è una raccolta di reportage etc., ma vorrei avvicinarmi ai suoi romanzi. L'interesse per la letteratura di questa parte del mondo si sta facendo vivo solo adesso. Per me il Sudamerica, finora, è stato Marquez (letto quasi per intero nell'adolescenza), e poi Borges ovviamente (ma è fuori ogni tipo di categoria), qualcosa di Tomas Eloy Martinez e di Jodorowsky, per parlare di autori strettamente contemporanei. Ma, col tempo, il realismo magico (e soprattutto il rischio della sua degenerazione) mi hanno tenuto lontano dalla curiosità di conoscere altri autori di quel mondo. Sbagliavo.

Dario: di Cortazar prediligo i racconti e non romanzi. Secondo me dà il meglio del meglio nella misura breve.
Io comincerei da BESTIARIO. Che fu il primo Cortazar che io incontrai. E non mi piacque molto: non fu insomma un amore a prima lettura. Ma poi in qualche modo il mio inconscio mi richiamò a quel libretto e a quelle storie e le ripresi in mano e mi innamorai perdutamente di Cortazar. Da allora ho letto tutto quello che ho trovato. E uno dei volumi che porterei nell'isola deserta è il suo TUTTI I RACCONTI (oltre mille pagine), Einaudi-Gallimard nella splendida Pleiade. Costa uno sproposito, ma dura per tutta la vita, la carta su cui è stampato è all'altezza della qualità narrativa, il profumo della rilegatura è quanto di più sensuale un libro possa offrire, al tatto si avvicina alla pelle di una donna. E i racconti sono meravigliosi, da leggere e rileggere, perchè ogni volta si scopre qualcosa di nuovo. E capita pure che, arrivati alla fine, si scopra un piccolo particolare: ti fa capire che avevi sbagliato tutto, che avevi stracapito. E allora devi ricominciare il racconto daccapo e ti accorgi che la storia era un'altra. Però forse, intanto, Cortazar te l'ha già cambiata di nuovo sotto gli occhi.
C'è un racconto d'amore scritto contemporaneamente in prima persona singolare ("io...", ma anche in seconda singolare ("tu...") e pure in prima plurale ("noi..."): l'effetto è sensazionale. Perchè Cortazar era un grandissimo artefice della parola e dello stile, ma nello stesso tempo non perdeva mai di vista il gusto della narrazione avvincente e e corposa, della trama ricca di suspense.
Un grandissimo.
Ma per cominciare BESTIARIO è un'ottima introduzione. E se non dovesse piacerti, pensa che all'inizio non piaceva nemmeno a me.

Ultima cosa: col "realismo magico", Cortazar non c'entra nulla. Nelle sue storie potrai trovare fantasmi e doppi, incubi e misteri, allucinazioni e delitti. Ma niente a che fare col "realismo magico"

Grazie mille. Per "realismo magico" non intendevo una categoria negativa. Diffido dalla "degenerazione" del realismo magico che spesso pervade tanta letteratura sudamericana di largo consumo, congegnata per piacere e confermare determinati cliché di quella terra. Pur non avendo sostanzialmente letto nulla di Cortazar, non lo avrei comunque associato a quella "letteratura" di cui diffido. Grazie ancora.

Concordo sul "realismo magico" e sui suoi imitatori e banalizzatori. Userei i versi di Gaber che sbeffeggiavano il conformismo: "quand'è moda è moda...quand'è merda è merda"

Il problema è che spesso non si coglie il piacere che dà una lettura faticosa, pagine con cui devi ingaggiare una lotta. righe su cui devi tornare perché cambiano di senso proprio mentre credi di averle metabolizzate. Ci sono romanzi che sono irte salite, ma che poi, una volta in cima, ti regalano una visuale nuova e meravigliosa. Magari anche atroce, ma comunque meravigliosa.

Cortazar (pur grande maestro di stile e di struttura) non dimentica il piacere del racconto e il gusto della tensione narrativa.

Bene, siccome sono sempre in cerca di scrittori interessanti, colgo al volo il tuo rimando a Bolano e la prossima volta che passerò in libreria comprerò il suo ultimo libro: 2666. Mi sembra di aver letto che lo scrittore è a tratti borgesiano nelle sue trame intricate e metaletterarie, nei suoi giochi di incastri e assenze. Tutto ciò mi intriga; così come apprezzo quando un romanzo fa i conti con la filosofia anche solo per parodiarne il linguaggio, lo specialismo criptico e in Bolano l'intero paradigma della realtà viene vagliato e interrogato (o mi sbaglio?).

Fabrizio: dato che 2666 di Bolano sono in realtà cinque romanzi collegati in un ciclo e in Italia escono in due volumi (uno adesso e l'altro a fine 2008), io di lui comincerei con qualcosa d'altro.
E partirei direttamente con I DETECTIVE SELVAGGI, un romanzone (800 pagine) labirintico ma solido, allegro ma triste. Un pò come certi tanghi

I DETECTIVE SELVAGGI è un giallo?

E' un giallo? Devo pensarci a fondo, perchè I DETECTIVE è tante cose insieme. Intanto cosa NON è: non è un romanzo noioso prevedibile e plasticato. Cos'è? Storie d'amore, molti misteri, la nostalgia degli esuli, una folla di personaggi, ironia a piene mani, un movimento poetico d'avanguardia, bizzarri viaggi in Messico e in Africa e in Francia e a Cuba, una scomparsa misteriosa, un finale thrilling. Ma sì, per certi versi è anche un giallo. Triste e allegro, un pò come tutta la narrativa di Bolano.

Allora la mia prossima lettura sarà "I detective selvaggi". Mi avete convinto. Mi piace il tuo blog.
Mi ci sono sentita subito a casa....una sensazione che non provo molto frequentemente e sempre molto piacevole! Ciao

Trotella: adesso che grazie a Bolano ci siamo conosciuti, teniamoci in contatto.

Ciao Luciano, un saluto da un altro patito di Cortazar (letto tutto) e Bolano (Letto tutto incluso alcune cose pubblicato solo in spagnolo.

Un salutone a te.
E teniamoci in contatto, anche per altri suggerimenti/contagi letterari.

Vabbè, siccome non compare nel tuo elenco di autori preferiti (tantissimi condivido !) ti posso suggerire anzitutto Harry Mulisch - autore olandese più cerebrale di Cortazar/Bolano ma altrettanto eclettico. Notevole sono "Siegfried" e "La procedura", mentre il suo "Rayuela" (Il gioco del mondo) / 2666-Detective si chiama "La scoperta del cielo". ciao!

Lo ignoro nel modo più completo. Adesso vado in libreria a chiedere.

Data un'occhiatina su Internet, poi subito ordinato.
Grazie dell'imbeccata

guarda un po! mi piaci!fammi sapere poi...

Finalmente, questa settimana esce 2666 parte 2!

Spero oggi.

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