Da due settimane sto vivendo dentro la mente e il corpo di un ufficiale delle SS: leggo un romanzo formidabile, Le benevole di Jonathan Littell. Che ha quarant'anni, è stato volontario civile in Bosnia e Kossovo, ha visto cose orrende e vuole capire come sia possibile.
Così ha scritto (in francese) un'opera straordinaria, che in Francia ha avuto un successo del tutto inatteso e spettacoloso (ottocentomila copie e i premi letterari più importanti, le lodi degli storici e il consenso della comunità ebraica). Quasi mille pagine fitte e dense, che non concedono respiro a chi comincia a leggerle: entrate nel libro e ne resterete avvinti da un rapporto quasi medianico.
Io sono arrivato più o meno a cinquecentocinquanta pagine. Da un lato non vedo l'ora di correre avanti, come quando si percorre qualcosa di colmo di suspense. Da un altro lato non vedo l'ora che sia finita, perchè a tratti la tensione è insostenibile. Da un altro lato ancora, so che (chiusa l'ultima pagina) questo libro mi mancherà come tutte le volte che ci imbattiamo in un autore che ha qualcosa di importante da dirci..
L'io narrante è un ex ufficiale delle SS, istruito e sensibile (ma Littell evita del tutto le facili banalità del "nazista colto e appassionato di Wagner"), che non è pentito e riconosce di aver commesso cose orribili ma non si nasconde mai dietro la giustificazione "obbedivo agli ordini dei miei superiori". Raccontando la sua vita, questo personaggio inquietante va avanti e indietro nel tempo: la propria adolescenza segnata dall'amore per la sorella gemella, la tragica e grottesca battaglia di Stalingrado, i desolanti mesi in un sessuofobo collegio cattolico, l'orrore della guerra, due misteriosi omicidi in ambiente familiare, l'esistenza quotidiana durante il Terzo Reich, le proprie ossessioni erotiche, lo sterminio degli ebrei, il crollo della Germania. Lo stile di Littell è lucido e preciso, raggiunge le vette epiche di Hugo o Tolstoj (il primo goffo e tremendo massacro dei civili ebrei è una sequenza di indimenticabile potenza), ma sa diventare allucinato come i racconti di Kafka o i romanzi di Ballard.
Un viaggio sterminato e appassionante dentro il male del totalitarismo e la violenza della storia, un romanzo avvincente che interroga di continuo il lettore con una domanda scomoda: "tu che adesso te ne stai seduto al caldo della tua comoda e tranquilla casa, sei proprio sicuro che in quegli anni saresti stato diverso?"
quanto ho letto su questo romanzoi, annunciatissimo.
Il tuo è il primo parere di lettore che leggo, e credo che mi darà al spinta decisiva
Scritto da: laura | 14/10/2007 a 19:43
e sono curiosa di leggere la tua reazione dopo averlo finito:perchè ho letto che, dopo averlo letto, rimane solo la sensazione del male, terribile, senza alcuna speranza nell'uomo
Scritto da: laura | 14/10/2007 a 19:49
Anch'io sono molto ansioso di vedere come Littell chiuderà la vicenda di Max Auel (il protagonista) e dunque il libro.
Però ipotizzo che l'evenuale sconfitta totale e disperata si riferisca (se ci sarà) al personaggio e al nazismo. Non all'umanità in generale. Non dimentico che Littell ha fatto il volontario civile in Bosnia e Kossovo.
Scritto da: luciano / Idefix | 14/10/2007 a 20:11
grazie ancora dell'interessante recensione(ma vero che Littell è americano? mi pare che voglia la cittadinanza francese, e ci sia un pasticcio al riguardo...devo proprio leggere questo libro)
Scritto da: laura | 14/10/2007 a 20:31
Jonathan è figlio dell'americano Robert Littell, che è un romanziere (bravo...The Company è un romanzone colossale sulla CIA, ma anche LA SCUOLA DEL VASAIO era ottimo) di gialli e spionaggio.
La famiglia è di origine (se non mi sbaglio) russo-polacca-ebraica.
In ogni caso, Jonathan ha scritto LE BENEVOLE in francese.
Anche se una decina di anni fa aveva pubblicato un introvabilissimo romanzo di fantascienza (e nelle BENEVOLE ci sono molti indizi della sua passione per la fantascienza, a partire dalle ripetute e importanti citazioni di Edgar Rice Burroughs, sia per quanto riguarda i suoi Tarzan che i romanzi del ciclo marziano con John Carter)
Insomma: Littell è uno che mastica fantascienza.
E vorrei chiedergli (se potessi intervistarlo): "le piace Gene Wolfe?"
(Che è un geniale scrittore di fantasy. A cui per certi versi somiglia)
Scritto da: luciano / Idefix | 14/10/2007 a 21:25
Io che sono molto indipendente nelle mie scelte letterarie, beh questa volta ti seguirò. Mi interessa sapere, ho proprio "bisogno" di capire...
Scritto da: P@ola | 15/10/2007 a 09:39
titolo originale "les bienveillantes", ma perche' allora viene pubblicato col titolo le benevole?
Sono due sinonimi, tuttavia e' come se traducessi il tuo blog col "latrato di idefix".
Grazie per la segnalazione, da leggere, anche se il filone e' stato frequentato molto, tuttavia mi aspetto da cio' che leggo un occhio diverso, una visuale e una inquadratura nuova.
Mi auguro almeno.
Scritto da: emma | 15/10/2007 a 09:43
Da tempo lo guardo e mi dico: lo compro, non lo compro. Tu mi sembri consigliarlo... Allora forse lo compro. Giulia
Scritto da: Giulia | 15/10/2007 a 10:08
Me lo compro ADESSO!
Scritto da: zauberei | 15/10/2007 a 10:27
Il romanzo (sono attorno a pagina seicento) continua a essere di grande valore. La traduzione italiana eccellente, ma la versione del titolo (Le benevole) è bruttarella e insulsa.
Tanto più che le bienveillantes del titolo francese sono le greche Eumenidi.
E cioè le Erinni (le Furie della mitologia romana), impersonificazioni femminili della vendetta, tre sorelle demoniache, il terribile rimorso per i fatti di sangue più crudeli.
Per placarle, i greci le chiamavano anche Eumenidi (cioè le "benevole").
Ma (per definire le Erinni, le Furie, le Eumenidi) in francese "bienveillantes" si usa, mentre in italiano "benevole" proprio no.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 15/10/2007 a 11:37
Caro Ringhio, sul mio blog ho cercato di dare una risposta a Lucia e Fannulista, se tante volte capiti di li fammi sapere anche la tua opinione.
Un saluto e caro maestro mi scusi per l'impertinenza
Scritto da: PrimodegliIgnoranti | 15/10/2007 a 12:08
Primo: ho difficoltà a visualizzare la tua pagina. Si apre ma con una specie di lungo strascico tipo cometa e non riesco a inserire nessun commento.
Riproverò più tardi.
Può essere (la mia è un'ipotesi da ignorante) che la pagina sia troppo pesante?
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 15/10/2007 a 12:39
Non ho ancora letto il libro e mi interessa, ma qual è l'autorevolezza di Littel come "scavatore" della mente di un nazista. In altre parole: quanto è verosimile? quanto siamo sicuri che sia questo il modello mentale di un criminale simile? Tu che l'hai letto potresti dirlo.
Scritto da: gcanc | 15/10/2007 a 13:20
L'attendibilità è quella di un romanziere che inventa un personaggio umanamente convincente, inserito in un contesto storico che molti esperti hanno definito preciso e puntuale. E che tutto ciò sia riuscito anche dal punto di vista narrativo.
Insomma, la stessa attendibilità con la quale Shakespeare mette in scena la gelosia attraverso Otello.
La lezione del grande realismo: che il critico Lukacks definiva "personaggi tipici in situazioni tipiche"
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 15/10/2007 a 14:36
Te l'ho chiesto perché ho sentito diversi pareri discordanti. Anche pochi minuti fa a fahrenheit su radio 3 ho sentito commenti pesantissimi su questo romanzo. Il tuo è uno in più.
Scritto da: gcanc | 15/10/2007 a 16:23
Anche mio marito sta leggendo "Le benevole".Ha letto il tuo post e mi dice di farti i suoi complimenti per i commenti e la descrizione che fai di questo libro.Giorgio ha letto tutto il "leggibile" sul Terzo Reich,la Wehrmacht e le SA/SD/SS.
Avendo passato la sua infanzia in un campo di lavoro in Germania (sua madre alto-atesina optò per la nazionalità tedesca,mentre il padre era in carcere a causa del fascismo ) si è sempre interessato a qesti nefandi argomenti.
Scritto da: dicolamia | 15/10/2007 a 16:33
Salutalo tantissimo.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 15/10/2007 a 17:28
Ciao Ringhio, forse non sei riuscito a visualizzare il mio blog per qualche problema di velocità temporaneo. Non ho notizie di altre disfunzioni. Io ad una velocità di 2 mega (dichiarati perchè effettivi sono 1,5)non ho mai riscontrato problemi.
Ciao
Scritto da: PrimodegliIgnoranti | 15/10/2007 a 21:44
Tu si che sai come appassionarci ai libri, Lucià!
Scritto da: Finazio | 15/10/2007 a 21:58
Grazie per la bella recensione;seguirò il tuo consiglio ,come ho fatto per "giochi sacri "che nonostante la mole mi è piaciuto molto .
Aproposito per alcuni giorni non sono riuscita a leggere il tuo blog perchè la pagina risultava non disponibile.
Ciao e grazie per tutto quello che scrivi.
Scritto da: bruna | 16/10/2007 a 08:34
Finazio: se ti sei gustato GIOCHI SACRI, di Chandra prenditi anche i due romanzi precedenti. Pubblicati dalla Instar Libri: TERRA ROSSA E PIOGGIA SCROSCIANTE il primo e il secondo AMORE E NOSTALGIA A BOMBAY.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 16/10/2007 a 09:45
Non ho ancora acquistato il libro. Ho solo fatto qualche ricerca sul Web e…
1) Mi punge vaghezza che la traduttrice Margherita Botto si sia ispirata al termine francese "bénévole"
Qui est bénévole ?
Le bénévole est la personne qui apporte son concours à l’association sans percevoir en contrepartie de rémunération sous quelque forme que ce soit.
Credo infatti che nel libro compaia la frase "«Non ho alcun rimpianto: ho fatto il mio lavoro, tutto qui».
2) Leggo su una critica:
“Pur essendo un nazionalsocialista convinto, il giovane e brillante giurista era entrato per caso nel corpo, punta di diamante del Reich hitleriano: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, aveva accettato di arruolarsi per evitare la denuncia, grazie anche all'intercessione di Thomas Hauser, un giovane ufficiale che in seguito sarà sempre al suo fianco nei momenti decisivi.”
A mio parere l’Autore NON è entrato per caso nel corpo.
Vi è entrato a causa di un Complesso di Colpa e i complessi di colpa sono – decisamente – ricattabili.
Scritto da: P@ola | 16/10/2007 a 15:43
Attenzione: il protagonista che racconta NON è l'autore.
E il finale (letto ieri sera e che ovviamente NON anticipo a nessuno) segna in modo nettamente e radicalmente antinazista l'intero romanzo
Perfino al di là delle premesse (con una specie di colpo di scena che non rivelo)
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 16/10/2007 a 15:56
Per terminarlo, ieri sera ho fatto un tour de force. E oggi ne pago le conseguenze sul piano del sonno.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 16/10/2007 a 16:00
OK Luciano, non avendo ancora acquistato il libro non potevo sapere che il Narratore non è il protagonista.
Però non mi hai risposto...
Scritto da: P@ola | 17/10/2007 a 09:30
P@ola: il 15.10 (alle 11.37) ho scritto qualcosa sulla maldestra traduzione italiana (LE BENEVOLE) del titolo francese (LES BIENVEILLANTES).
Nel quale si perde totalmente il riferimento alle mitologiche Eumenini (le latine Furie), semidee delle vendetta.
Il protagonista diventa nazista per molti complessi motivi (personali, politici, culturali, filosofici, sessuali eccetera)
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 17/10/2007 a 12:26
Leggendo il tuo post mi è venuta un gran voglia di prenderlo. Ho amato, nella lo loro cruda denuncia dei mali del nazismo, i libri di PRIMO LEVI, SE QUESO é UN UOMO e LA TREGUA, e credo che anche questo romanzo potrebbe essere un uleteriore tuffo nel passato, orrendo e apocalittico, del terzo reich. E poi se questo LITTELL adora BURROUGHS e la saga di JOHN CARTER, allora ha già tutta la mia fiducia
Scritto da: eddyrovonero | 17/10/2007 a 21:18
Guarda che io avevo letto e bene i tuoi commenti precedenti...La mia era solo una seconda ipotesi...ad ogno modo lascia perdere, non vi è alcunchè di importante...
ciao
Scritto da: P@ola | 18/10/2007 a 08:52
P@ola, perdona ma non ho capito.
Scritto da: luciano / idefix | 18/10/2007 a 10:36
cavolo...io l'ho appena comprato e non oso aprirlo. lo farò stasera. grazie della spinta!
Scritto da: lucia | 19/10/2007 a 11:33
Luciano, stavo cercando in rete qualcosa sull'autore di questo libro che sto leggendo anche io e ho letto il tuo commento:sono totalmente presa dalla straordinarietà mostruosa, terribile, epica e rivoltante di questo capolavoro. Sono a pag 167 ma non esito a definirlo così. Sono contenta di dividere con qualcuno l'avventura di questa lettura e spero di poterne riparlare con te
Scritto da: sandra (l'ex di via maggio) | 20/10/2007 a 19:03
Luciano, stavo cercando in rete qualcosa sull'autore di questo libro che sto leggendo anche io e ho letto il tuo commento:sono totalmente presa dalla straordinarietà mostruosa, terribile, epica e rivoltante di questo capolavoro. Sono a pag 167 ma non esito a definirlo così. Sono contenta di dividere con qualcuno l'avventura di questa lettura e spero di poterne riparlare con te
Scritto da: sandra (l'ex di via maggio) | 20/10/2007 a 19:05
Sandra: quando l'avrai finito, anche a me piacerebbe scambiare le nostre impressioni.
Sull'Espresso uscito ieri, non ricordo chi ne parla maluccio, definendolo un prodotto furbo ed eccessivo.
Non sono d'accordo: forse andrebbe tolto un centinaio di pagine (il romanzo ne guadagnerebbe in agilità e potenza, perchè a tratti è forse troppo dettagliato), ma l'insieme mi sembra ottimo. E vivere dentro la mente di un SS 8anche se attraverso un personaggio di finzione) è stata un'esperienza agghiacciante.
Scritto da: luciano / idefix | 20/10/2007 a 19:27
è il quarto libro che prendo seguendo il tuo blog scoperto per caso facendo una ricerca su chandra ed a giudicare dalle prime cento pagine il più coinvolgente cioè quello che finirò senza intercalarlo con altri.
grazie dei preziosi suggerimenti
Scritto da: fulvio | 23/10/2007 a 08:38
Scambiarsi consigli sui libri (o sui film dischi fumetti eccetera) che ci piacciono è una delle cose più oneste del mondo.
Scritto da: luciano / idefix | 23/10/2007 a 10:13
Luciano, ho provato a leggerlo...a pagina 200 ho mollato, non ce l'ho fatta , lo ammetto.Non è il mio genere.
però, mi apare che tu abbia scritto anche aproposito di ujna nostra passione comune:Vickam Chandra.
Beh, 'Giochi sacri'.... è un libro meraviglioso!!
Scritto da: laura | 01/11/2007 a 18:20
preciso:non l'ho mollato per le descrizioni dell'orrore, ma perchè l'ho trovato deludente rispetto alle mie aspettative.
E' un libro pregevole,ma c'è qualcosa che non mi convince
Scritto da: laura | 01/11/2007 a 18:34
Laura: confermo che Chandra mi piace tantissimo. Ed è pure una persona civile. Gli avevo scritto, anni fa, con il mio pietoso inglisc, un'email di lodi. Mi aveva risposto subito, ringraziandomi e annunciandomi che per il nuovo romanzo ci sarebbe voluto del tempo perchè sarebbe stato lungo. e infatto GIOCHI SACRI è immenso.
Scritto da: luciano / Idefix | 01/11/2007 a 19:12
mi dà l'impressione di essere una persona stupenda.
In generale, io ho un apassione per gli autori indiani(anglo-indiani?), che, al momento , secondo me sono i narratori migliori, straordinari.
Ho un debole per Salman Rushdie, da sempre.
E Chandra è stato una bellissima scoperta.
Scritto da: laura | 01/11/2007 a 20:37
Ti passo un paio di nomi non notissimi che a me piacciono molto: Andrew Crumey, David Mitchell, Roberto Bolano (cileno purtroppo morto nel 2003), Haruki Murakami, David Means, Dorothy Porter, Javier Marias.
Scritto da: luciano / Idefix | 01/11/2007 a 21:04
grazie, Luciano.
Dei due conosco Mitchell, del quale mi impressionò un libro con 'Nine nel titolo, eMurakami , veramente notevole, ma come tutti i giapponesi, per i miei gusti un po troppo triste.
Andrò a cercare gli altri.
Grazie ancora, Luciano, è sempre un piacere confrontarsi sui libri
Scritto da: laura | 01/11/2007 a 21:35
Di Mitchell hai letto il primo romanzo, che era NOVE GRADI DI LIBERTA', nove personaggi che si passavano il testimone della storia da un racconto all'altro, cambiando continente geografico e genere letterario. Ma anche i libri successivi sono belli.
Crumey è un fisico che scrive romanzi...come definirli?...strani e divertenti. Io darei un'occhiata a IL PROFESSORE, ROUSSEAU E L'ARTE DELL'ADULTERIO.
Su Murakami condivido: è bravo e intelligente e mi piace molto, ma come tutti i giapponesi ha un sottofondo di tristezza che fa proprio tristezza.
Means scrive racconti che sembrano un Carver psichedelico: EPISODI INCENDIARI ASSORTITI mi aveva lasciato di stucco.
La Porter scrive poemi narrativi (li pubblica Fandango), a me aveva entusiasmato il giallo lesbico in versi LA MASCHERA DI SCIMMIA. Penso che in Italia l'abbiamo comprato in tre.
Bolano è un irregolare, uno inclassificabile: c'è chi lo adora, c'è chi lo trova illeggibile. Il test è I DETECTIVE SELVAGGI (il suo capolavoro): o salti per aria dalla felicità della scoperta o dopo poche pagine lo lasci là.
Marias è grandissimo e fascinoso: sappi però che il suo stupendo stile è lentissimo e può esasperare oltre ogni limite.
(Mi perdoni il tono pignolo? Ma è che parlar di libri mi appassiona)
Scritto da: luciano / Idefix | 01/11/2007 a 22:26