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06/09/2007

Commenti

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Per me la Sicurezza è Sicurezza e basta.
Non è di Destra, non è di Sinistra e non è del Centro.
Ma che cavolo di domanda è questa ?
La Sicurezza è APOLITICA

Il mio computer questi giorni è mezzo scassato e mi compaiono righe rosa o verdi in verticale, per cui la foto non è che la veda benissimo. Comunque, non l'ho capita.

Esatto, la sicurezza è sicurezza ed è un diritto dei cittadini.
Ho sempre trovato tremendamente miope la posizione di alcuni "sinistri" che confondono sicurezza con perbenismo.
In realtà tollerare l'illegalità è profondamente antidemocratico (e anche un po'razzista, in fondo), perché limita la libertà degli altri e soprattutto perché, in sostanza, è come se si ammettesse che alcune persone non hanno altra strada che vivere ai margini della legalità.
Sull'argomento mi trovo d'accordo con Cofferati che in un'intervista recente diceva che certa sinistra, avendo perso la capacità di incidere sulle cause dell'ingiustizia sociale, tollera che gli svantaggiati trovino modi, non importi se legali o meno, di arrangiarsi e rinuncia ad elaborare strategie e regole perché tutti possano vivere dignitosamente.

La domanda su "sicurezza di destra o di sinistra?" non me la sono inventata io, ma politici, commentatori, opinionisti eccetera eccetera. Sono d'accordissimo con P@ola: è una domanda idiota.
Tutt'altro discorso è: come si affrontano i problemi legati alla sicurezza? Allora sì che destra e sinistra danno analisi e risposte differenti.

Lorenzo: dicendo che "la foto non l'hai capita", dimostri che l'hai capita benissimo. Io infatti l'ho scelta proprio per questo: perchè NON è chiara la situazione. L'uomo di colore è un pittore con le sue tele? Un abusivo con i suoi banchetti? Un altro poliziotto? La vittima di un atto criminoso? Uno che s'è fatto male? E gli altri due? Lo stanno arrestando? Oppure aiutando? Gli tengono le braccia per immobilizzarlo o per sorreggerlo?

Poliziotto????? Erano due CC!
Oh, i poliziotti ci tengono alla differenza:-))

La sicurezza del cittadino è un dovere dello Stato che prescinde dalla maggiorranza politica che governa. Il problema è, come giustamente rilevavi tu Luciano, come affrontare la questione "sicurezza", quali misure adottare: mi sembra però che le ricette della destra e della sinistra si assomiglino pericolosamente sul tema e si riassumano nelle parole "tolleranza zero"

Giusto: m'è scappato per sbaglio "poliziotto" invece di carabiniere.
Però l'uomo di colore potrebbe essere...che so...un magistrato di New York o un agente FBI in trasferta a Napoli per seguire un'indagine internazionale.
Insomma: con quella foto volevo dire che è il nostro pregiudizio e la nostra pigrizia a farci leggere subito e solo "abusivo nero beccato sul fatto e arrestato"

Tolleranza zero è uno slogan che sta diventando sempre più ambiguo, molesto e pericoloso.

Sono piuttosto perplesso con quest'ondata di "sicurezzismo" (perdonatemi il neologismo). Perché mi pare che si stia perdendo un po' il senso della misura. Dico solo che mentre si dà la caccia ai graffitari e ai lavavetri (ma non ai posteggiatori abusivi...) nulla si fa per altre e ben più pregne emergenze.

In Sicilia sono tornate le pistole e gli attentati. I commercianti che non pagano il pizzo vengono attaccati giornalmente dalla mafia. I giornalisti che denunciano la mafia vedono le loro automobili bruciare e la loro sicurezza (personale e dei propri figli) vacillare.

E allora mi indigno a sentire il ministro della difesa che fa spallucce ("Sarebbe una sconfitta dello Stato") quando Montezemolo chiede il ritorno dell'esercito in Sicilia.

A parole siamo tutti bravi a contrastare la mafia. Ma se lo stato non difende chi si oppone alla mafia, la lotta è destinata ad essere persa in partenza.

Caro Luciano, la sicurezza dovrebbe essere apolitica. Purtroppo però, così non è. Legalità, ancor più che sicurezza, è un termine considerato "di destra", è richiama, nell'immaginario di alcuni, stati di polizia, manganellate e intolleranza.

Provocatoriamente dico che le risposte di destra e sinistra non divergono e non affrontano il problema se è vero che è stato approvato a furor di Camere e partiti un indulto che ha messo in circolazione stupratori poi divenuti assassini (vd. i custodi massacrati) oltre a colletti bianchi ben noti. Poi per darsi una ripulitina si riempiono la bocca di tolleranza zero. Con i lavavetri ma non con l'arroganza ben peggiore dei parcheggiatori abusivi che se non paghi ti rigano la macchina...Sai che dico Luciano? al problema sicurezza "esisterebbero" risposte serie ma "esistono" risposte per nulla serie, da presa per i fondelli, da destra e da sinistra finora purtroppo.

la sicurezza è un fatto che è pertinente alla realtà e quindi esige risposte reali, pragmatiche, pertinenti...tutti elementi che mancano alla politica!

Sì concordo con Manfredi, e con Giancarlo De Cataldo ospite di Mirabella l'altro ieri sul tre:

"...se le Istituzioni dedicassero alle mafie la stessa attenzione che dedicano ai lavavetri (o ai posteggiatori abusivi, aggiungo io)..."

Il fatto è che le mafie sono dentro le istituzioni, lavavetri e posteggiatori stanno fuori, in strada.

A proposito della conclusione nel commento precedente:

Ma secondo te Luciano, le mafie, stanno a destra o a sinistra?

RITORNO ALLA DOMANDA INIZIALE DI lUCIANO: LA SICUREZZA è DI DESTRA O DI SINISTRA? DI NESSUNO DEI DUE E DI TUTTE DUE OVVIAMENTE. lA SICUREZZA è UNA COSA CHE RIGUARDA LA SFERA CARATTERIALE DELLA SINGOLA PERSONA, NON C'ENTRA NULLA CON LA POLITICA.....anche se ci può essere gente di destra o sinistra più o meno sicura, ma è una domanda piuttosto banale e inutile. Come quella "il bagno e la doccia sono di destra o di sinistra? Ricordate la canzone di Gaber: Cos'è la destra? Cos'è la sinistra? Ci stiamo riconcoglionendo dietro certe frasi che non significano nulla secondo me...!!

MI è piaciuto molto il commento di eeka. e me potrei fermare qui.

Però vorrei dire una cosa, per onestà mia. Io credo che culturalmente, a voja a di' la sinistra abbia insegnato un sacco di cose alla destra. Quelli so reazionari, è nella loro natura conservare DOPO quello che produciamo noi PRIMA.
Ma la sicurezza, non è stata mai una priorità etica della sinistra. La sinistra, quando sapeva come se chiamava de nome, si occupava del libero esercizio di un diritto base. e quando uno minacciava la sicurezza dell'altro eh, puaretto lo faceva perchè nun ci aveva la possibilità di esercitare il suo diritto a stare al mondo.
"Prima la pancia e poi la morale" recitava buonanima Bertold Brecht, icona delle icone rosseggianti. se devo magnà sti cazzi che rubbo.

Ora s'è imparata una cosa noi. Vediamo di farla combaciare con le cose che abbiamo insegnato.

A mio avviso la sicurezza non deve essere né di sinistra né di destra né di centro, né di sotto nè di sopra: la sicurezza deve, deve essere principale problema di tutti i partiti, chiunque essi siano, l'importante è che i risultati siano visibili.

Rino

Ma l'errore è stato proprio il non considerare la sicurezza una priorità etica.
Vabbè rubare per mangiare (e mica sono tanto sicura che sia sempre questo il caso, penso che molti rubino per avidità e tanti saluti a Bertold Brecht...)ma rapinare e magari malmenare la vecchietta... non ci vedo tanto la rivolta sociale contro il perbenismo borghese, ma la prevaricazione sui più deboli.
Sto diventando qualunquista e legaiola?

Ieri su Repubblica ho letto un'interessante e intelligente intervista a Gian Carlo Caselli (un magistrato che di intransigente difesa della legalità e di severa lotta alla criminalità se ne intende). Non è per nulla convinto della deriva confusa che sta prendendo la maggioranza di governo, che a suo avviso insegue in modo pasticciato e pericoloso le sirene della facile demagogia. Così come oggi ho letto un lungo articolo (sempre su Repubblica) di D'Avanzo, anch'esso critico sulle ambiguità e sulle incapacità che stanno imperversando a sinistra.
Alcuni elementi alla rinfusa: siamo proprio sicuri che la famosa ricetta new-yorkese della tolleranza zero di Rudolph Giuliani abbia funzionato davvero per ridurre la criminalità? Fuori dalle mitologie e dati alla mano (sostiene D'Avanzo) pare proprio di no.
Un problema fondamentale (dice Caselli) è la durata dei processi, che avvantaggia i ricchi e i potenti, danneggiando i poveri e i deboli.
Mettere sullo stesso piano lavavetri graffitari mendicanti venditori di collanine o di violette (come a Trieste) con i veri delinquenti è sbagliato, assurdo e ingiusto.
La tolleranza zero invocata contro la piccola criminalità perchè non la si richiede anche contro mafiosi, tangentari, falsificatori di bilanci, inquinatori, grandi evasori fiscali, eccetera?

La questione è complicata perchè fondametalmente si crea - da sempre questo: E cioè deboli, contro altri più deboli.

Esempio: quando arriva un campo Rom non è che se accampa per esempio a piazza der Popolo a Roma, o a piazza de Miracoli a Pisa. si accampa magari vicino a delle case popolari, in una periferia. Si crea un conflitto di interessi tra due gruppi incazzati neri, perchè nessuno si è occupato di nessuno dei due. Poi succede che la destra parla di una sicurezza per uno dei due gruppi, e la sinistra parla del diritto dell'altro dei due gruppi. La destra riesce ad avere il voto dell'elettorato perchè di quei gruppi dichiara di proteggere quello che vota, la sinistra non se la incula nessuno perchè fa capire di non toccare le problematiche concrete dell'elettorato.
sarò idealista, ma continuo a credere che una maggior cura alle fasce disagiate TUTTE sia la strada da perseguire.

Posso ringraziarti per quello che hai detto? E' giorni ch penso di fare un post, ma mi ritiro perchè non lo so, ma mi sembrava inutile, sapevo già i commetni e le risposte facili. Tu hai detto ciò che volvo dire anche nei tuoi interventi successivi. Giulia

Caro Luciano,
ieri sono andata sentire Travaglio. Il primo argomento, essendo a Firenze, e' stato ovviamente quello dei lavavetri. Cerco di sintetizzare quello che ha detto:
- l'ordinanza e' assurda perche' lavare i vetri non e' reato ed inoltre, per come e' posta, un lavavetri non potrebbe andare in galera neanche se si impegna (ha spiegato perche' ma e' troppo lungo);
- il paragone con Giuliani va fatto solo tenendo conto che Giuliani PRIMA si e' occupato dei mafiosi, poi dei colletti bianchi e solo DOPO della microcriminalita'. Qui invece si comincia dal basso, cioe' dal piu' facile.
- discutere se la sicurezza e' di destra o di sinistra e' una cosa sterile come dire che il calzino e' di destra e le infradito sono di sinistra;
- chiediamoci se ad una vittima da' piu' noia uno che gli lava, anche prepotentemente, un parabrezza o che gli scippa 20 euro o un Tanzi che gli ha polverizzato i risparmi di una vita premendo un bottone al computer e facendosi pochi mesi di galera seguiti da indulto.
E qui ti puoi immaginare gli applausi...

Dato che Travaglio è molto più competente di me, faccio mio quanto ha detto.
Aggiungo solo che se a destra difendono il falso in bilancio e la corruzione dei giudici fatta da Previti e le tangenti di Craxi e gli evasori fiscali e i costruttori abusivi eccetera eccetera, a sinitra dovremmo fare senza esitazione alcuna gli interessi di tutte (TUTTE) le vittime (dagli scippati alle vittime di mafia, dalle donne stuprate agli azionisti derubati da Tanzi, dai lavoratori in nero ai bambini sottratti alla scuola e così avanti)

Vero... e anche evitare alcune amicizie pericolose, tipo Consorte o i furbetti del quartierino, perché non è vero che pecunia non olet. A volte olet eccome!

Bello anche l'articolo di Giancarlo Caselli sull'Unità di oggi.
Dopo averlo letto e magari aver letto anche Travaglio, qualche riflessione si può fare pure sulla questione se la cultura della legalità (non la sicurezza) è di destra o di sinistra.

Oggi sull'Unità, Caselli riprendeva i temi dell'intervista di ieri. Con la serietà e la competenza che lo contraddistinguono. Senza correr dietro alla facile demagogia. Alla quale (lo riconosco) in queste settimane ho contribuito anch'io, abboccando all'amo della "tolleranza zero", senza ragionare, senza domandarmi cosa significa in concreto, insomma facendo la pecora che segue il gregge e non il cittadino ragionante. Mentre discorsi come questo di Caselli invitano a riflettere.

Ammesso che sia vero, anche il "cittadino (non) ragionante" può dare lo spunto per ragionare.
Questo è quello che conta alla fine.

Ho qualche dubbio sulle diverse risposte, mi pare che nessuno sia in grado di dare le risposte di cui ci sarebbe bisogno.

Anche perchè nessuno di noi è un esperto di questi problemi: siamo solo comuni cittadini. Pericle (lo riporta Tucidide) disse "Sebbene non tutti siano in grado di fare politica, tutti sono in grado di giudicarne i risultati"

Intervengo sul tuo blog Luciano, perché percepisco serenità ed equilibrio nel tuo post e nelle risposte dei tuoi lettori. Sgombrato il campo dalle ideologie a me sembra che si stiano confondendo un po' i termini della discussione. La sicurezza è una cosa e la lotta alla criminalità un'altra, anche se le due cose in parte possono coincidere. Quando parliamo di sicurezza parliamo di criminalità diffusa nevvero? Non ci riferiamo ai colletti bianchi? Che c'entrano i colletti bianchi quando devo parcheggiare la macchina e sono costretto a pagare il pizzo al posteggiatore di turno o quando mi fermo (rectius) sono costretto a fermarmi al semaforo e un tizio mi lava il vetro anche se gli ho detto a gran voce che preferisco tenermelo sporco. Sicurezza è fidarsi, sulla strada, della sobrietà degli altri guidatori. Sicurezza è non doversi preoccupare che la propria vecchia madre non sia buttata a terra a un incrocio da un ragazzino che le strappa la borsa dove non c'erano che pochi spiccioli. Cosa c'entra tutto il resto. Parleremo di criminalità organizzata e di mafia dei colletti bianchi un'altra volta. Ora stiamo parlando di sicurezza se non sbaglio. Come vuoi affrontarle certe cose: facendo indagini bancarie sui conti correnti dei lavavetri? E' chiaro che così non approderemo mai a nulla. Se parliamo di povertà delle periferie, di pensionati, di giovani disoccupati, ovviamente parliamo di un'altra cosa ancora, anche se tutti i discorsi e tutte le realtà sono interconnesse. Ma se parliamo di tutto finiamo con il non parlare di nulla e finiamo sempre con il tirare per il naso i politici e i loro privilegi e tutto il resto dell'accozzaglia dei discorsi generici e qualunquisti che non servono a niente. Se ogni tanto facessimo anche autocritica e atto di contrizione (io per primo) sui nostri comportamenti illeciti (parcheggiare in doppia fila, gettare le cicche di sigaretta per strada etc.) faremmo un'altra ottima cosa. Alla sicurezza, mia ed altrui, posso contribuire anche io, Tutti ignoriamo di potere, tutti pensiamo di essere irrilevanti e alla fine ci vorrebbero costringere alla sfiducia generale in tutto e in noi stessi. La sicurezza non è di destra né di sinistra, ma una delle condizioni del libero pensiero, che si sviluppa quando i bisogni primari sono soddisfatti. Ok magari ho detto delle corbellerie ma ho cercato di pensare con la mia testa fregandomente del fatto (certo) che alcuni siano più competenti di me in materia e senza aspettare di dover necessariamente giudicare dai risultati, perché quando si aspettano i risultati, quello che è stato è stato ed è troppo tardi per fare qualcosa. Spero che tu faccia presto un post sulle mafie, sui colletti bianchi, e sulle violenze organizzate, perché mi piacerebbe dire qualcosa più di sinistra su quelle cose. Oggi non posso.
Ciao
Isidoro

Anch'io sono convinto che la legalità si affermi anche nei piccoli compotamenti personali e quotidiani (per sdrammatizzare...lo dico con autoironia: io non guido e dunque non posso parcheggiare in seconda fila e nemmeno fumo e dunque non posso gettare le cicche per terra. Nè gli scontrini usati).
Sono pure d'accordo sul fatto che la gran parte delle persone si sentano più minacciate se vedono per strada un tossico che barcolla e non se vedono Tanzi che vende azioni della Parmalat). Così come mi rendo conto che in molte persone crea più paura uno scippo accaduto alla signora Paola nella propria città del Nord che una strage di camorra a Napoli o il giornalista Abbate minacciato di morte dalla mafia in Sicilia.
Ma mi domando: una classe politica seria si mette a cavalcare le paure (spesso esagerate e irrazionali e fomantate dai media) delle persone? E invece di cercare di ragionare e di intervenire in modo intelligente e responsabile perchè contribuisce ad alimentare quest'agitazione?
Perchè in Italia tutto deve diventare "emergenza"? I PROMESSI SPOSI non ci hanno insegnato nulla? Le sempre più pompose e sempre più inascoltate grida (le leggi del romanzo) contro i bravi (la criminalità dell'epoca) non ci insegnano niente? I contadini davanti a don Rodrigo faceva l'inchino e si scappellava, ma chi bisognava colpire? I bravi o il loro mandante don Rodrigo?

Tutti e due. Ma i fenomeni sono diversi, come anche gli strumenti per contrastarli e occorre molto impegno e buona volontà. Soprattutto bisogna tornare al rispetto della legalità a partire dalle piccole cose, perché l'effettività della legge rende il terreno poco fertile per lo sviluppo delle grandi organizzazioni di violenza. Guarda Napoli. Pensi che tutto il casino sia dovuto alla povertà e all'emarginazione? Magari se le istituzioni avessero a tempo debito inculcato l'idea che il crimine non paga, non si sarebbero verificate le situazioni che ci sono state. Ma io penso anche a città come Catania, dove lavoro e in un certo senso vivo, che sono delle mine che possono esplodere da un momento all'altro, come i fatti dello stadio di febbraio scorso hanno dimostrato. Ben venga allora il pacchetto Amato, se riesce a migliorare le cose dal punto di vista dell'effettività, e comunque invece di fare processi alle intenzioni e di semplificare il tutto con la sintesi di "lotta ai lavavetri", aspetto di vederlo proposto e approvato invece di sputare sentenze. E oltre a far questo dovremmo parlare di altre cose. Hai ragione anche tu, di altre cose, ma che non c'entrano con la sicurezza.
Inoltre ho l'impressione che oltre che con la classe dei politici, dovremmo prendercela con quella dei giornalisti. Mi dispiace che tu lo sia, ma spesso in tema di giustizia vedo la più totale disinformazione, da parte di giornalisti, che nella loro ansia di semplificare, danno notizie inesatte e non vere, e peggiorano il già pessimo lavoro fatto dai politici. Comunque basta, mi astengo dal continuare a dire corbellerie.
I miei rispetti
Isidoro

Isidoro, non dicevi "corbellerie".
Sui giornalisti: tutti il sistema dell'informazione ha spaventose responsabilità nell'escalation di questa ossessione della microcriminalità e della sicurezza. Rispetto ad anni fa, il numero dei delitti NON è per nulla aumentato (dati del Ministero degli Interni), eppure c'è quest'angoscia diffusa. Colpa anche dei giornali, delle televisioni, dei politici che cavalcano le paure a scopi elettorali.

Il problema sicurezza è posto spesso da prospettive che ne deformano la percezione. E' diventato un dibattito pubblico, mediatico, politico, ma dovremmo interrogarci su che cosa realmente dovremmo difenderci, di che cosa abbiamo paura e se motivi e cause sono oggetti reali. Lavavetri e venditori ai semafori ovviamente non sono una minaccia, ma c'è il problema racket, spesso in mano alla delinquenza italiana. Le destre cavalcano l'allarme sicurezza, ma è la Bossi Fini che ha prodotto immigrati irregolari. Sono abbastanza daccordo co Cofferati e Domenici, ma la tolleranza zero non funziona da sola, e dovrebbe essere accompagnata dalla tolleranza zero verso tutte le forme di sfruttamento, evasione fiscale, malaffare. E' proprio la sensazione di allarme e che produce ansia nei cittadini, si deve trovare, invece, ed agire nella normalità. E ci vuole una normativa nazionale. Non possiamo e non vogliamo finire tutti barricati in case e quartieri fortezza!

Conconrdo con Duccio: ai timori delle persone (tra l'altro: quanto fomentati da una stampa dissennata? E da politici farabutti?) NON si risponde gettando benzina sul fuoco della paura. Ma con provvedimenti saggi, fermi ma sensati, severi ma equilibrati. Che tengano conto della complessità dei problemi e che non fingano di risolvere tutto con qualche manetta ai polsi di qualche disgraziato.

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