La notizia è semplice ma fa incazzare di brutto: il ministro della giustizia Mastella ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento cautelare di ufficio per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris e del procuratore Capo Mariano Lombardi.
La Calabria onesta sta restando sola: la ndrangheta che fattura 35 miliardi all'anno (il 3,5% del Pil, il 18% della ricchezza prodotta nell'intera regione), falangi di banditi a disposizione, progetti di attentati contro i magistrati antimafia di Reggio Calabria, centinaia e centinaia di amministratori e di imprenditori vittime di intimidazioni e di attentati, la metà dei commercianti e degli imprenditori che paga il pizzo, un'intera regione in pasto alla criminalità organizzata, la Procura di Reggio gestita da un "reggente". le forze dell'ordine che chiedono disperatamente uomini e mezzi, Palazzi di Giustizia dove non ci sono i collegamenti Internet, spie della ndrangheta all'interno delle Procure che informano i propri capi sulle mosse dei magistrati e dei poliziotti, legami strettissimi tra politica e malavita, continui depistaggi, di recente arrestato a Reggio un consigliere comunale di AN (agente della Mobile in aspettativa) per i rapporti con una cosca, il capogruppo dell'Udeur (il partito di Mastella) in Regione inquisito per voto di scambio, il presidente Loiero minacciato dalla ndrangheta ma sotto inchiesta per vicende di appalti nella sanità, nel Consiglio regionale 33 consiglieri su 50 inquisiti per vari reati, il 44% delle famiglie calabresi sulla soglia della povertà, la gente che scappa e l'emigrazione che riprende come negli anni Sessanta.
Il pubblico ministrero De Magistris indaga sugli intrecci putrefatti di politica, economia e criminalità. Senza guardare in faccia nessuno: destra e sinistra, opposizione e maggioranza, magistrati e industriali, avvocati e medici, amici degli amici e massoni. Le inchieste Poseidone e Why Not? sono questo: l'azione di un magistrato che agisce nel nome della giustizia.
Lo hanno attaccato tutti.
E adesso Mastella, il ministro della Giustizia, cerca di rimuoverlo.
Queste notizie le ho tratte in gran parte da un ampio servizio pubblicato oggi sull'Unità, a firma Enrico Fierro e dal titolo Magistrati in Calabria. Ne cito le ultime righe: "Il suo trasferimento appare agli occhi dei calabresi onesti come uno schiaffo, una prepotenza del potere politico, un attacco a un magistrato che stava andando fino in fondo nella battaglia per la legalità. A Catanzaro e dintorni ora c'è qualcuno - nel mondo politico e degli affari- che sta stappando bottiglie di champagne per la punizione inflitta al giovane pm. E' un brindisi amaro, consumato sulle macerie della legalità e della speranza di riscatto della Calabria.
FACCIAMOCI SENTIRE: SCRIVIAMOLE, QUESTE COSE, METTIAMOLE IN CIRCOLO
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