A molte persone, della libertà (intesa come insieme di diritti e di doveri, come assunzione di responsabilità, come partecipazione alla vita collettiva) non gliene può importare di meno. Anzi! Per tanta gente, quello che conta è solo la tranquillità individuale e familiare. Punto e basta. Se poi Hitler faceva sparire gli ebrei, pazienza. Se poi Stalin faceva sparire di dissidenti, prosit. Se poi l'Inquisizione brucia gli eretici, amen. Se poi il Tribunale islamico fa lapidare i convertiti, Inshallah. Se poi Saddam gasava i curdi, cazzi dei curdi. E se Bush bombarda l'Iraq, affari degli arabi e dei militari. E se la mafia e la camorra e la ndrangheta e la Sacra Corona Unita comandano in quattro regioni, affari dei siciliani/pugliesi/calabresi/campani. E se gli omosessuali vengono discriminati, questioni loro. Sono sempre affari degli altri: basta che non tocchino me e la mia famiglia.
Quanta gente ragiona così?
E allora bisogna fare moltissima attenzione: la libertà (intesa nel senso ampio e nobile del termine) non sta davvero a cuore a tutti. Moltissimi sono disposti a barattarla in cambio di altro. Ad esempio della libertà di usare il telecomando per scegliere tra Bonolis e Vespa, o tra la partita del Milan e una puntata di CSI, o tra gli spaghetti Barilla e i fusilli De Cecco, o tra la Yaris e la Smart, tra il film di Boldi e quello di De Sica.
La mia liberta' consiste nel dare rispetto agli altri, anche se non sono d'accordo con certe idee (lo so, rispettare uno come Bush e' proprio dura...), o come dice il punto principale della Costituzione americana "all men (women)are created equal" e comportarmi di conseguenza. Oppure, come nella canzone di Giorgio Gaber, che grazie a questo post, me la sto canticchiando...
Scritto da: Roberta | 21/08/2007 a 14:44
Non credo si possa generalizzare, però un fatto c'è: diamo così per scontato il nostro diritto all libertà che a si arriva a non rendersi più conto di come sia facile perderla, anche divenendo schiavi di piccole comodità o di meschini piaceri COME DEI FESSI
Scritto da: primodegliignoranti | 21/08/2007 a 15:33
Certe volte ci penso. Soprattutto se da poco ho visto o letto qualcosa che è successo a qualcuno altro. Anche come dice PrimodegliIgnoranti, per noi è così facile dare per scontata la libertà, ma tutto questo potrebbe levarsi così lentamente o così bruscamente che noi neanche ce ne accorgeremmo. Quando noi occidentali dovremo farci da parte per il "dominio del mondo" a favore della Cina e dell'India e dei paesi in via di sviluppo, allora sì che sarà facile perderla la libertà.
Scritto da: Lorenzo | 21/08/2007 a 15:54
In fondo, nella storia dell'umanità le democrazie (che a noi semnbrano "normali") durano solo da un battito di ciglia. Si reggono su una sottilissima e fragilissima crosta di ghiaccio, sopra un abisso di rischi totalitari.
E purtroppo noi abbiamo smarrito il senso del valore delle democrazie.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 21/08/2007 a 16:14
Concordo con l'ultimo intervento di Luciano. E io temo veramente che questa prolungata 'pace occidentale' faccia perdere di vista alla mia generazione, già compromessa per metà, e alle successive praticamente inebetite dai vari Costantino e Maria De Filippi il VERO valore della democrazia. La fragilissima crosta si fa sempre più sottile se non puntellata dalla cultura e da una visione del mondo che sia più larga del proprio piccolo orticello.
Scritto da: Italo Sgomento / npalazio | 21/08/2007 a 20:04
E' un pò come quando la salute ci assiste per un lungo periodo: la diamo per scontata e ci dimentichiamo del tutto che esistono le malattie.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 22/08/2007 a 08:50
Per me è sempre valido il concetto che la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri. Ma questo funziona dove funziona il patto sociale, che ahimé nel nostro paese mi pare un po' pericolante.
Il familismo amorale, del resto, è il contrario della democrazia, che, appunto, ha il suo fondamento nella partecipazione e nella consapevolezza che esiste una comunità più grande che può garantire i diritti di tutti.
Purtroppo - e questo temo che valga in tutti i Paesi dove il consumatore ha sostituito il cittadino - la democrazia del consenso ha sostituito la democrazia della partecipazione.
Scritto da: Eeka | 22/08/2007 a 12:37
Quando facciamo questi discorsi (che in fondo sono l'abc della democrazia), mi chiedo: quante persone sono in grado di seguirli? A quante persone interessano? Quante persone sono disposte a impiegare una parte del proprio tempo per contribuire a far funzionare la democrazia? Quante persone sarebbero disposte a mettersi in gioco per difendere la democrazia?
Non sarà che ci siamo troppo abituati e adagiati alle istituzioni democratiche? Alla libertà?
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 22/08/2007 a 12:48
Non so, sicuramente una minoranza. Ti ricordi quello che diceva Primo Levi sulla zona grigia? Cioè tutti coloro che non prendono mai posizione, che si adattano, perché, il loro pensiero è volto solo ai loro minimi affari? E che così facendo, sono la vera base delle dittature?
Però, anche gli antifascisti erano una minoranza, eppure la democrazia sono riusciti a resuscitarla...
Scritto da: Eeka | 22/08/2007 a 13:32
Più passa il tempo e più il libro di Levi che prediligo è I SOMMERSI E I SALVATI, quella geniale analisi della condizione umana.
Scritto da: luciano / Idefix | 22/08/2007 a 18:35