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Lettura quotidiana della Bibbia

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31/08/2007

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Anche trent'anni fa, quando frequentavo ancora la terza liceo, c'era questa ..moda di fumare spinelli, canne, ecc. E chi non lo faceva, veniva quasi preso per strano, diverso, matto direi!! Io non ho mai sentito l'esigenza di fumarmi uno spinello o sniffare, sinceramente non mi ha mai interessato e non mi interessa provare quello che poi si prova dopo.
Ancor oggi molte persone pensano a persone come me coem a persone tutte casa e chiesa, ma rimango del parere che quella fosse, per chi sniffava o fumava hashish, più una moda per emulare compagni, amici, appartenere ad un certo gruppo e tipologia di persone, di pensiero, di modo di vita. Io non sono diversa da quelle persone, ma farmi uan canna o sniffare per il solo fatto di dover provare coa si prova, non mi dice nulla e mi sembra anche infantile farlo solo per vedere che cosa avvienedopo, farlo per seguire il..branco, come si dice oggi!!
E per quanto riguarda l'eroina e simili forse può esser vero (dico forse!!) che tutto nasca da una certa situazione di vita non molto bella né piacevole, di diasagio personale nella società, in famiglia...ma ormai si drogano tutti, dai politici, ai figli di papà. Penso non perché non accettino la realtà attuale, ma soprattutto per divertirsi con signorine "generose" (parlo delle "alte sfere") o per provare qualcosa di diverso, visto che non sanno in che modo passare il tempo,e qui mi riferisco ai figli di papà, che hanno tutto proprio tutto, ma non lo apprezzano. Così fanno e si fanno del male da soli, senza alcun motivo apparente. Questa è la mia impresione e posso anche sbagliare, ma il mio non è un mettermi a giudicare, solo una riflessioe guardando a certe realtà di sempre e ancora attuali. Coem dici tu Luciano,ci stanno tanti altri bei modi per "sballare"!!!! E senza pericolo di fare una brutta fine!!!

Lo sballo: la rottura di livello, la fuga in una realta' separata (come la definiva Castaneda), fittizia e corrosiva tanto esaltante quanto deprimente il rientro in se'. Se i giovani la cercano e'forse perche'non comprendono quella in cui vivono, non comprendono la loro stessa ragion d'essere, non hanno riferimenti se non nel vorticare sempre piu' rapido della contingenza che non permette pausa o riflessione. Spesso stufi, troppo sazi ed annoiati cercano emozioni forti in cio' che finisce con l'uccidere ogni emozione; fanno pena questi giovani, spesso rabbia ma sono figli di questi tempi e di noi genitori e tutti ne siamo in parte responsabili.La societa' non e' stata e non e' una buona educatrice, la famiglia e' sempre meno famiglia, il timor di Dio qualcosa di ridicolo ed ogni principio etico e morale contestabile in nome della auto affermazione e libera espressione di ciascuno....
Luciano, penso che di tutte le attivita' da te menzionate l'unica a portare ad uno sballo (nel senso di una vera rottura di livello percettiva)sia l'eros. Le altre (musica, passeggiate etc) ti fanno assaporare aspetti dell'esistenza senza quella rottura di continuita' propria, per esempio, di un orgasmo amoroso.

Una delle volte che in vita mia ho sballato di più? Quindicenne, passeggiando mano nella mano con Bruna che avevo appena baciato.
Non credo che nessuno spacciatore di nessuna sostanza avrebbe potuto fornirmi qualcosa di nemmeno lontanamente paragonabile.

Sono d'accordo con te Uno, io non ho espresso molto bene ciò che intendevo dire penso, la realtà è più complessa. Ma credimi (e te lo dico per esperienza) che anche sballarsi con la musica è ua cosa che ti fa star bene. Molte volte son stata male, io so quel che ho passato in vita mia,, ma ti assicuro che ho trovato nella musica, una vera e autentica amica che mi ha fatto sopportar meglio di qualsiasi altra cosa ciò che stavo passando. Forse non per tutti è così, ma per me, ti assicuro, è stata una medicina bella e buona, ed efficace sul serio!

Beh ragazzi però una sana sbronza...:-)

Infatti è penoso. C'è da chiedersi quanto sia penosa l'esistenza e quanto misere siano le risorse di chi sceglie di strafarsi come una pigna

io te l'ho già detto: son fumata di mio, per nascita!!!
dunque...mi basta così!
Tereza

Insomma insomma. Ci sono modi diversi di approcciare l'alcool o la droga, e per favore non siamo troppo manichei. Io ho fumato pochissimi spinelli in vita mia, in compenso sono una bevitora volenterosa, anche se l'emicrania non mi consente di inciuccarmi come un tempo. L'mbriacatura da vino in specie se di buon umore, e quel gradino prima dello stato de mbriacatura totale, è spesso una cosa godevolissima, in specie in compagnia. Ho bei ricordi con i miei amici universitari, gente dal cervello solido, e i valori poco vacillanti. Ricordi di risate leggere e insensate e bevute e anche svenimenti e mal di pancia atroci. Nessuno di noi era alla deriva, direi meno di altri. eravamo in un momento della vita che gioca col corpo e ne sperimenta i confini. Questa infondo è l'adolescenza. Il problema è di chi decide che oltre quel confine preferisce rimanere perchè dentro non ci sa stare. Questo è il problema di molti ed è vero - è un problema grave.

Ma Dio pirillo e un so mica tutti così eh!

Personalmente quando un coetaneo mi dice che si fa le canne gli rispondo: alla tua età ti fai ancora le canne? Ritengo che sia un'atteggiamento abbastanza infantile o adolescenziale nei confronti della vita, comprensibile tra i giovani, ridicolo tra gli adulti.

Ridicolo e anche un po'triste, come tutte le cose fuori luogo.

Spero di non risultare manicheo. Tanto più che un bicchiere di vino (meglio rosso) mi piace. Ma appunto: uno di numero. Mentre la sbornia è una condizione orrida: non solo per me che, avendo problemi di emicrania, le poche volte che ho esagerato con l'alcol mi sono ritrovato con postumi spaventosi e dolori lancinanti. Ma perchè le persone ubriache e alcoliste sono terribili (per se e per chi gli sta vicino). Mai provato a parlare (da sobri) con una donna che vi piace ma che è ubriaca? Un'esperienza degradante e umiliante, tale da detestare per tutta la vita l'esagerazione alcolica.

Beh, in fondo anche Zau non ha tutti i torti.

Da buon marchigiano correggo la frase in toscano, credo:

"Oh Dio bonino, e un so' miaa tutti oosì eh!"

(Ancora no, maaa...!)

"Mai provato a parlare (da sobri) con una donna che vi piace ma che è ubriaca?"

No. :-)

Questa è una delle poche volte in cui non sono d'accordo con te, Luciano. Secondo me anche se è ridicolo è sbagliato obbligare la gente ad assumere sostanze dannose alla salute. Il "rovinare sé stessi" è legale, come il suicidio. Per cui, se è legale quest'ultimo non vedo perché non debbano esserlo le droghe. Io non mi sono mai fatto una canna, e probabilmente non lo farò mai. Penso che non inizierò neanche mai a fumare. Però se lo facessi recherei dei danni solo a me. Quindi, se ho deciso di uccidermi, non puoi fermarmi. Cerchi di farmi ragionare, ma se insisto non c'è niente da fare. Non si è certo costretti ad assumere stupefacenti!

Caro Lorenzo, mi dispiece, ma le cose non stanno esattamente come dici tu.
Certo, ognuno è libero anche di rovinarsi la salute, se è così autolesionista, ma non è affatto vero che la cosa non ha ricadute sociali. E' ben diverso dal caso del suicidio.
L'alcolismo, la dipendenza da sostanze hanno costi sociali enormi. Chi pensi le paghi le cure di un alcolista con la cirrosi, di un cocainomane con l'infarto? E gli incidenti stradali che coinvolgono anche chi dipendente non è?
Francamente, anche a costo di passare per manichea, non penso che tutti i comportamenti debbano essere tollerati. Sicuramente ci saranno delle motivazioni profonde dietro drammi umani come le dipendenze e credo che si debba prima comprendere certi comportamenti, ma temo che la tolleranza tout court, anche in nome della libera scelta personale, sia parente prossima del disinteresse.

Luciano te non sei manicheo... sei vegetariano eh... che ce voi faPPPP

Ma per favore, non mettete sullo stesso piano l'alcolismo con il gusto del bere. Che magari a una certa età non ci si umbriacherà più per un sacco di ragioni, come per esempio domani devo lavorare, adesso cio ho la maghina, e via di seguito fino al fatto che anche parlare da sobri è piacevole. Però inzomma c'è un tono qui che manco er buon papa ratzinge eh:)

Cavolo, del Ratzi non me lo aveva ancora mai dato nessuno :-))

Luciano, mi piace perche' fa dei post telegrafici. Butta li' un argomento (spesso anche complesso) e scatena la discussione.
Ovviamente sono d'accordo con lui. Ripensando pero' alle mie angosce giovanili, credo che l'esigenza per molti giovani sia "evadere" da una realta' che ti fa soffrire e questo lo capisco anche se non lo giustifico. Chi lo fa per moda o per imitazione, e' solo ridicolo.

mi sembra un pò semplicistico il tuo post, Luciano.Non ci si drogherebbe, credo, se non si provasse un piacere.Un piacere dev'esserci, per giustificare l'uso di quelle sostanze che portano alla distruzione, perchè purtroppo è l'altra faccia della medaglia.
Beati voi che siete cosi'
equilibrati.
Secondo me molto dipende dalle compagnie, dagli incontri.
Se io avessi incontrato alcune persone invece ch ealtre, un trip di lsd me lo sarei fatto di corsa.
Non vi incuriosisce?a me si', lo ammetto.Anche molto.

e poi la disperazione, la solitudine, la ricerca di una fuga...da quando uno dei ragazzic he più ho amato è morto per overdose,ci penso e ripenso.
Mi pare , ripeto che l'approccio qui sia un pò integralista(e molto vicino a posizioni ratzingeriane, davvero!)

Perchè non leggere qualche pagina di "Le confessioni di un mangiatore d'oppio" di Thomas DeQuincey e poi provare a riscrivere il Post ?

Dai eeka il tono era scherzoso:) spero che non ti sei offesa! Ma forse davvero era un post troppo corto per un tema con tante implicazioni, e finisce per dare giudizi veloci, sia su quelli che si divertono e magari non ammazzano alcun altro, sia si quelli che stanno troppo male per essere liquidati in maniera così sbrigativa.

Insomma, Lucià, i superficiali al mondo non sono così tanti ecco. E' solo che tante motivazioni ci sfuggono

Ma no che non mi sono offesa Zauberei! E poi starei benissimo con il camauro o con quell'altro cappelletto buffo che ha sfoggiato qualche giorno fa il Ratzi

Se fosse così semplice tranciare giudizi telegrafici non ci sarebbe bisogno dei libri. In questi casi il rischio è sempre di parlarne (scriverne) per sentito dire o sull'onda del coinvolgimento. In ogni caso da un punto di vista poco oggettivo

Certamente è penoso vedere gente in siffatta condizione, ma: perchè si arriva a tal punto, quali sono le cause che spingono a drogarsi? sarà la nostra società malata più del normale?

Felicità

Rino, riflettendo ad alta voce.

Ah Lorè, il suicidio non è legale, anzi tutti i suicidi sono automaticamente condannati a morte!

(Ammesso che si possa scherzare su queste cose)

Eeka non dimenticare le scarpine rosse mi raccomando!

((Guarda sopra che cacchio di nick m'è riscappato fora!))

bah...
condivisibile...
ma è giusto che ciascuno scelga per se...

Ma, insomma, a me non sembra che Luciano abbia impostato il post (scusate il gioco di parole!) sulla legalità o meno delle droghe leggere e non. Qui si parla di quanto sia utile e piacevole, e salutare farsi degli sballi con hashish, canne e coca, oltre che con l'alcool pure!!!
Ci saranno, è vero, 1000 motivazioni, ma non sono cmq d'accordo con chi dice che se avesse avuto delle compagnie che gli avessero dato l'opportunità di provare l'LSD, l'avrebbe fatto e pure di corsa. Per carità liberissimo!! Ma non si tratta di essere razionali e severi come Ratzinger, soltanto di guardare in faccia la realtà in maniera adulta, come adulti siamo, e non superficialmente e un po' infantilmente come quando si aveva 15 anni!!!Io non vorrei nemmeno un 1.000.000 di euro per assaggiare l'LSD. Guardiamo come va a finire certa gente, doprattutto certi ragazzi. Ognuno comincia a modo suo per motivi suoi, diversi l'uno dall'altro, ma poi vediamo tante comunità in cui le persone si arrabattono per cercare di uscire da questi vortici di mera illusione!!! Insomma, ci sarà pure chi si mette a fare una semplice bevuta,. ma anche chi si droga sul serio e chi beve a dsimisura come una spugna, beh, non c'è molta differenza, è autolesionismo, puro e semplice. E allora sapendo come va poi a finire, come può reggere il discorso: io voglio provà quello che si prova fumando l'LSD o sniffando coca. Non tutti sanno fermarsi e tra l'altro io sono per l'antiproibizionismo delle droghe leggere, ma solo perché così ci sarebbe menom mafia a distribuire merce e ad incassare soldi, meno morti per dosi tagliate, meno microdelinquenza e più gente tranquilla. Poi ognuno è libero di fare quel che vuole. So che il discorso non è semplice ma ho voluto riassumere un po' il mio pensiero...

Non si può non considerare che certe scoperte si fanno da ragazzi e per mille motivi diversi, anche se spesso accomunati dal gusto della scoperta. Gli adolescenti vivono di scoperte, soprattutto di sé stessi, nel passaggio dall'infanzia all'età adulta. E la scoperta passa anche dalla sfida con sé stessi, la propria forza, resistenza, autocontrollo. Gli stupefacenti fanno parte di questa sfida. Citi l'LSD: non c'è droga meno prevedibile come questa e ci sono intere biblioteche che ne illustrano gli effetti da Huxley in poi. Il fascino dell'avventura passa anche di lì. Non è un incoraggiamento, ma un tentativo di capire e far capire. Una volta adulti, la storia è diversa e cambiano i parametri e le motivazioni, ma non si possono mescolare le due condizioni, sono molto diverse, anche se spesso sono una la conseguenza dell'altra.

Ti capisco benissimo gcanc, e posso essere anche d'accordo con te, ma spesso i ragazzi prendono si, queste cose come delle scoperte nuove, da vivere. Ma non dimentichiamo che ci sono ragazzi più deboli che alla fine ne diventano dipendenti, e allora, anche se ognuno è artefice del proprio vivere (e non vivere) sappiamo bene quanti morti per dose ed overdose!!! E sulla morte non si scherza né si può ragionare così con un po' troppa, forse, leggerezza, anche se il tuo discorso non fa una piega!!

Daniè parlo a nome mio eh..
La questione è, ma attendo Luciano, che in questo post di tre righe c'erano delle cose che non condividevo. Il primo è il suo essere di tre righe. E' nello stile di Luciano e ha il merito di sollecitare molti commenti. Ma di fatto tre righe sono troppo poche. E anzi colgo l'occasione di diro che stimo molto Luciano e mi piacerebbero dei suoi post un po' più lunghetti. (Parere mio, more dove nasce)
La seconda era l'aggettivo "ridicolo" assieme al "dannoso" tout court.
Quel "ridicolo stride con molte cose. Per esempio col fatto che c'è chi ci crepa.

Ora sono contenta per te Daniela del fatto che sei così sicura delle tue scelte e di come abbia inciso o anzi a sentir te - NON inciso - il tuo ambiente di vita. Io di me non sono così sicura. So di aver conosciuto periodi abbastanza cupi e che ho affrontato con gli strumenti del mio contesto culturale, se fossi nata altrove, come dice Laura e per come stavo sisi droghe a gogo - ne ho la certezza.

Allo stesso tempo, al mio contesto culturale, appartiene l'alcool. a casa dei miei genitori, non apprezzare il vino è quasi un'ignominia. Mia mamma mi raccontava con un certo autocompiacimento di qualche occasionale inciuccata - anche lei poverina è stata redenta dall'emicrania. Anche l'inciuccata, sporadica, allegra, gioiosa, ragazzesca, no, non credo meriti l'aggettivo di ridicolo.

Ora io so che Luciano non è ratzinger, puarètt:) nè i commentatori.... solo che il tono alla fine sembrava virare a un sano moralismo d'altri tempi, che così stigmatizza come socialmente indesiderabile persone che fanno qualcosa di socialmente non produttivo.

In clinica dove feci il primo tirocinio, incontrai un uomo che era li per disintossicarsi dalla cocaina. Era affiliato a una qualche setta integralista cattolica, e da anni lavorava come uno schiavo per mantenere una famiglia sempre più numerosa. Al momento del ricovero era l'unico a mantenere dodici figli dodici. Si ritrovava in un mondo che non sentiva più di scegliere, con una serie di dettami che non condivideva. Compreso il fatto di dover sfornare figli manco fosse un fornaio.
droga.

Io quel gesto l'ho interpretato come il primo momento di un pensiero cosciente.

@Daniela:un ragazzo a cui ho voluto bene è morto di overdose.già solo per questo,è implicito ciò ch epenso della droga.
Ciononostante, ho parlato con assoluta sincerità di quella che è un amia curiosità.
Adesso, al giorno d'oggi, abbiamo la consapevolezza degli effetti nocivi delle droghe, ma , riflettendo su altri anni, su altre epoche, altre situazioni...questa curiosità di esperienza la provo solo io?
Boh, io lo ammetto senza problemi

Sì, forse "ridicolo" non è l'aggettivo più opportuno. Personalmente l'ho usato solo riferendomi alle canne degli adulti. Per il resto siamo in una area più drammatica, se non tragica.
Daniela: non era mia intenzione ragionare con "leggerezza", cercavo solo di illustrare quella che è la mia esperienza e di tanti, più o meno della mia generazione, che ho conosciuto e non sono più qui a raccontarsela. Hai ragione, i ragazzi non sono tutti uguali: ci sono quelli che la sfida la vincono e quella che la perdono o la pareggiano.

Eeek, io non mi riferivo a un costo sociale, tantomeno al costo di vite umane dovute agli incidenti stradali. Non l'ho proprio nominato. Mi riferivo a una questione di principio. Se una persona vuole far del male a sé stesso senza farne ad altri, perché impedirlglielo? Certo, se poi l'ubriaco o il drogato prende la macchina, è un altro discorso. A quel punto bisogna impedire a chi fa uso di sostanze così di prendere una macchina. So che non è una cosa da niente, però io la penso così.

Per Lorenzo: lo so che tu non lo hai nominato il costo sociale, ma quello che volevo dire io è esattamente questo: chi si vuole far male è liberissimo, ma deve essere consapevole che il suo gesto ha comunque delle ricadute sociali. Non è mica necessario provocare incidenti per essere un costo sociale. Sai quanti ricoveri in pronto soccorso per attacchi di panico, tachicardie intrattabili, intossicazione etilica ci sono? E allora a carico di chi è la loro di libertà di farsi del male?
Per Zauberei: tutta la mia comprensione al tipo che cercava di disintossicarsi. Poveretto, probabilmente la droga era il suo modo (controproducente) di dire no ad una vita che forse non aveva scelto o che magari, fino ad un certo punto, ha svolto la stessa funzione di fuga della droga. Una storia da brividi... spero per lui che ne sia uscito bene (soprattutto dalla setta di catto-conigli)

"Trovo ridicole (oltre che dannose) le droghe"
Bene, Bravo.

E ora pensiamo a quelle persone più deboli, magari con qualche comunissima malattia che arreca loro dolore fisico oppure a quelle persone allevate da genitori ansiosi ed iperprotettivi...la tipologia di persone più atta e desideriosa di voler "evadere" e quindi i più probabili consumatori di alcool e droghe. Secondo te la tua affermazione li aiuterebbe in qualche modo ? Questa tua affermazione è in grado di "attirarli a te" e permetterti di aprire un dialogo con loro ?

P@ola: il "tipico" consumatore di droghe non è la persona che, a causa di una malattia che le provoca sofferenze fisiche, ricorre a certe sostanze per ridurre il dolore. Oppure il figlio (la figlia) di genitori ansiosi e iperptotettivi.
La gamma di chi si droga o di chi è alcolista è ben più ampia e variegata.
Qualcuno mi ha suggerito (per ampliare i miei ristretto orizzonti mentali) di leggere De Quincey. Già fatto. E tanti anni fa. Assieme alla lettura di William Burroughs, Philip Dick, Andrea Pazienza e altri raccontatori e poeti (dal di dentro) della droga. Ricordo in particolare (due delle lettura che mi hanno segnato in modo indelebile la vita) LE TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH e SCRUTARE NEL BUIO, romanzi di fantascienza "tossica" di Philip Dick, opere potentissime, scritte da uno che usava droghe e che ne descriveva gli effetti con devastante efficacia narrativa. Perciò già negli anni Settanta la mia reazione (che si sommava a quanto vedevo accadere ad alcuni amici, amiche e conoscenti) era (davanti alle droghe) un radicale: "no. E nemmeno grazie"

Io sono stata la persona che ti avevo suggerito di leggere De Quincey.
A pagina 33 De Quincey "discute" con Coleridge proprio sulle reciproche iniziazioni alla droga.
Avvenute per contrastare un remautismo ed un mal di denti.
Il "tipico" consumatore di droghe è - troppo spesso - una persona che cerca un sollievo sia ad un male fisico che ad un malessere dell'anima. Non parlo dei malati terminali ma di quelle persone che dopo un incidente d'auto escono dall'ospedale con la propensione all'oppio o alla morfina oppure anche semplicemente dal dentista con la stessa voglia di "non pensare a niente e sentirsi euforico" che certi anestetici provocano...
Prova a rileggere - con calma - anche solo le pagine 32, 33, 34 e 35 di DeQuincey, OK ?

P@ola, dai tempi di De Quincey la medicina (soprattutto per quanto riguarda la terapia del dolore) ha fatto dei notevoli passi in avanti. E sostanze come laudano, oppio o morfina, che si usavano per lenire le sofferenze fisiche sono state sostituite o integrate da altre. Voglio dire che le persone in preda a un feroce mal di denti o a un tremendo attacco di calcoli renali non sono più costrette a ingurgitare a casaccio droghe, ma possono ricevere cure mirate e limitate.
Riguardo al "malessere dell'anima", condivido: è difficile che una persona che complessivamente vive una condizione a grandi linee soddisfacente si metta a drogarsi o a bere.
Sui possibili piaceri promessi od offerti dalle varie "sostanze": non gli credo, so che fanno malissimo, che costano tanto e in ogni caso preferisco altri piaceri.

Zauberei: mi rimproveri che il post di partenza è troppo breve frettoloso. Indubbiamente è vero. Ma quello che voglio fare con i miei post NON è spiegare il mondo a un pubblico di passivi lettori ma semplicemente dire la mia opinione su alcune cose e poi ascoltare le vostre opinioni, i vostri commenti, i vostri dibattiti, intervenire a mia volta, vedere come pian piano a volte si plasmano e si arricchiscono e si modificano le nostre idee, in uno scambio reciproco.
In questo senso, scelgo generalmente di fare pezzi corti, che (piuttosto di "spiegare") facciano da trampolino di una discussione. Anche mettendo in piazza le mie contraddizioni, i miei dubbi, le mie perplessità.
Che persone come te e come altre non hanno mai remore (e fate benissimo!) a mettere in evidenza.

Zauberei: mi rimproveri che il post di partenza è troppo breve frettoloso. Indubbiamente è vero. Ma quello che voglio fare con i miei post NON è spiegare il mondo a un pubblico di passivi lettori ma semplicemente dire la mia opinione su alcune cose e poi ascoltare le vostre opinioni, i vostri commenti, i vostri dibattiti, intervenire a mia volta, vedere come pian piano a volte si plasmano e si arricchiscono e si modificano le nostre idee, in uno scambio reciproco.
In questo senso, scelgo generalmente di fare pezzi corti, che (piuttosto di "spiegare") facciano da trampolino di una discussione. Anche mettendo in piazza le mie contraddizioni, i miei dubbi, le mie perplessità.
Che persone come te e come altre non hanno mai remore (e fate benissimo!) a mettere in evidenza.

Luciano, credo che tu abbia una visione troppo ottimistica per quanto riguarda lo sballo con le medicine.
Conosco attualmente una persona anziana che si procura lo sballo con le aspirine che lui mescola con non so cosa...
Per non parlare dei dentisti che con solerzia offrono ai troppo paurosi sedute con "sostanze" iniettate in vena, per far passare la paura.
Fai 4 o 5 sedute così ...ci provi gusto, vedi che quando esci ti senti proprio bene per ore, euforica al punto giusto,piena di voglia di fare,creativa come mai prima, senti che non hai paura di niente...e il desiderio di riprovare arriva, e come se arriva...
Non ho ancora incontrato una persona che abbia detto: oggi mi sballo, vediamo come viene...
Se lo fa, sta male e rinuncia.

E' quando lo sballo ti serve per superare un dolore, un abbandono, un esame non superato (con magari la mammina che ti attende a casa a mo' di strega)...è allora che lo sballo viene attuato e poi ripetuto...

So benissimo che esiste anche la dipendenza da psicofarmaci, così come quella ossessiva dal cibo o dal sesso e negli ultimi tempi pure da Internet o dai videogiochi.
Come so che il discorso è complesso e non si può certo ridurlo a una o due frasette.
Però, premesso ciò, ribadisco quanto scrivevo nel post iniziale: sono profondamente convinto che agli sballi andrebbe tolta quella cert'aura mitica che ancora conservano. A un manager che si fa di coca per affrontare gli impegni mondani dirgli non che è un figo, bensì che è un poveretto. A uno che sniffa per cercare di scopare meglio, bisognerebbe ridergli in faccia. A uno che esalta le droghe bisognerebbe fargli una pernacchia e non stare ad ascoltarlo a bocca aperta. A chi mitizza il fascino romantico e bohemien degli alcolisti, bisognerebbe mandarlo a casa di qualche famiglia alle prese con il dramma della bottiglia.
Sbaglio? Sono semplicista? Sono sempliciotto?
Pazienza: criticatemi pure.
Comunque, volontariato con gli alcolisti in trattamento l'ho fatto. E garantisco tra loro non c'era nessuna indulgenza nei confronti di chi (pubblicità, artisti, industrie, spacciatori, musicisti, registi, attori, romanzieri, pittori eccetera) giocherella con la tragedia delle dipendenze.

E' spesso una questione culturale che non tiene conto di tutte le situazioni contingenti legate all'uso di stupefacenti. C'è la mitizzazione legata alla creatività, che ha contato molto negli ultimi quarant'anni, in letteratura come e ancor più nella musica: basti pensare a personaggi come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Lou Reed, che non erano certamente più bravi perché si facevano di tutto. Una cosa saggia, si fa per dire, l'ha detta Keith Richards qualche tempo fa: è inutile che la gente imiti i miei comportamenti sperando di sopravvivere, perché di Keith Richards ce n'è solo uno. Fortunatamente sta nascendo una generazione di musicisti con la stesssa energia e passione dei gloriosi anni '70, ma col sangue e il cervello un po' più salubri: Ben Harper è un buon esempio.

Che loro non siano teneri è come dire affar loro. Lo trovo sempre un po' preoccupante, quando nella bilancia delle cause si mette troppo l'accento sulla responsabilità mediatica, con quell'accento populista per cui il ricco gioca, e non soffre. dunque il ricco manager si fa le pere per la noia del ricco. Il povero si fa plagiare perchè è un povero deficiente.

questa umanitas a classi alterne, tratta tutti da scemi e non giova a nessuno. Tanto meno agli alcolisti che quando ci mettono troppo l'accento, non fanno che spostare certe loro dinamiche su altri terreni. (per esempio diventano bigotti, ha il pregio di non far venire la cirrosi epatica, ma il senso critico è fottuto lo stesso)

So bene he l'atteggiamento più sano nei confronti del vino è bersene al giorno un bicchiere di quello buono (meglio se rosso). E che questo modo di vivere col vino non porta di certo verso la dipendenza. Ma per gli alcolisti le cose stanno diversamente.
E non è tanto questione di essere bigotti ma di un altro fatto: l'ex-alcolista non deve toccare alcol, pena il rischio di far scattare recettori chimici che possono avviarlo di nuovo lungo il cammino della dipendenza.
Perchè le persone esagerano con l'alcol? Perchè si drogano? Perchè fumano? Perchè comprano (io!...io non sono mica normale...) troppi libri? Perchè abusano di psicofarmaci? Perchè diventano dipendenti di video-giochi o di sesso? I motivi sono tantissimi, un complesso intreccio di questioni individuali e sociali, familiari e culturali, economiche e mediatiche.

Ecco, mo so più contenta:)))PPP

Esatto, i motivi sono tantissimi e diversissimi da persona a persona.
Tra l'altro, non tutti i consumatori, anche se pesanti, sviluppano una dipendenza.
Però continuo a pensare, in ogni caso, che un atteggiamento eccessivamente "giustificazionista" e pietoso nei confronti di chi abusa di sostanze sia estremamente dannoso.
Insomma, io ho sempre cercato di non condannare e di capire i motivi che hanno portato all'abuso, ma non chiedetemi di approvare comportamenti che per me restano comunque negativi.
E non parlo per sentito dire: mia cugina, a fatica, si sta disintossicando da una pluridipendenza da stupefacenti e alcool. E ha trovato la motivazione a farlo quando le persone che le volevano bene hanno smesso di giustificarla

Penso che eeka abbia toccato il tasto giusto, l'autogiustificazione che spinge a molti ad autocompatirsi e induce anche gli altri a farlo: sono sfigato, ce l'hanno tutti con me, sono un buono a nulla, non c'è via d'uscita, tanto vale che continui a rovinarmi. Un atteggiamento che non aiuta a trovare le motivazioni per salvarsi la vita.

Perchè le persone esagerano con l'alcol? Perchè si drogano? Perchè fumano? Perchè comprano troppi libri? Perchè abusano di psicofarmaci? Perchè diventano dipendenti di video-giochi o di sesso? I motivi sono tantissimi, un complesso intreccio di questioni individuali e sociali, familiari e culturali, economiche e mediatiche."

E' proprio di questi "perchè" che io trovo più utile parlare...

Non mi sono mai drogata, neppure uno spinello.
Ma Non è questo il punto. Se io ho saputo dire no, cerco lo stesso di capire perchè altre persone non riescono a dire "NO".
Se capisco cosa li spinge a farlo ...magari posso intervenire in quel momento, posso "dirottare" la loro attenzione ed intenzione.
Trovo invece che sia controproducente andare in giro a dire "guarda come sono stata brava io..." No, è il capire i comportamenti degli altri che mi aiuta a "stare con gli altri"

Non so se sono io ad essere "diversa", se sono io ad aspettarmi troppo...
Ecco, ho seguito attentamente questa discussione nella speranza di trovare qualcuno che intervenisse spiegando ad esempio come si deve parlare con una persona già intossicata...
Perchè Non si può parlare con un intossicato allo stesso modo un cui si parla ad una persona NON intossicata...
Nessuno che si ponga questo quesito...
Io mi sento tanto ignorante in argomenti quali "i comportamenti degli alcolizzati, drogati, ecc..."
La loro Biologia è cambiata, il loro modo di Ragionare è Diverso...quindi come sentono, come ragionano queste persone ?
Se domani, o anche solo starera, venissi a conoscenza che mio Nipote fa uso di sostanze in modo non regolare, quali parole dovrei usare ?
Già sbagliai 30 anni fa con una persona che scoprii si stava drogando...ora vorrei conoscere per non sbagliare più.

Mah - il fatto è che noi, non stiamo parlando con un dipendente. G.canc. Noi stiamo esprimendo il nostro atteggiamento in proposito. E eeka, no, comprendere e giustificare non sono la stessa cosa, anche se spesso la prima cosa passa alla seconda. Sicuramente stigmatizzare non porta a comprendere.

Quando leggiamo di storia, per esempio del nazismo. Leggiamo del fatto che in germania c'era una fame nera, o leggiamo che c'è un certo modo di concepire lo stato e l'individuo, o leggiamo che il nazismo elicita certe dinamiche psichiche. Facciamo studiare queste cose ai nostri figli perchè si vaccinino contro i propri mali interni, ecco perchè si deve comprendere. giustificare o meno è un'altra categoria in fondo molto più presuntuosa - o al limite, molto più privata. (quanno trovo er tempo ci faccio un post)

Quando ho voglia di sballare guardo un film con Totò. Funziona.

Zauberei, forse mi sono espressa male, ma è proprio quello che volevo dire io. Comprendere è diverso da giustificare, ma spesso il discrimine è estremamente confuso, soprattutto quando si è emotivamente coinvolti.

Quando ho voglia di sballare guardo... il blog di Finazio. Urcaaa se funziona!

Irnerio, dobbiamo smetterla di vederci così.

Su Repubblica, Galimberti ha scritto una serie di articoli sulla droga. Come un cretino, ieri ho fatto repulisti a casa e ho buttato via anche i numeri con quei pezzi (senza averli letti)
Vedrò di recuperarli

Oh jee: arrivo tardi, peccato. Quindi subito con Pino Daniele che lamentava:
"..E prendi un po' di pane
però tu mi hai fatto male..

E poi mi levi luce
perché sai che son capace..

e poi mi levi vino
pecchè "SI' NU FIJO E' BUCCHINO"

con la musica musica
posso dirti anche no...

pecche' la musica la musica
è tutto quel che ho... "
(da Nero a Meta')
Non intendo affatto diminuire il lavoro che viene fatto in gruppi tipo Alcol Anonimo, e simili.
E poi Pino Daniele reclama di riprenderci possesso di cosa ci appartiene, di noi stessi, a cominciare dalla nostra cultura senza farci ingannare da falsi moralismi un po' buonismo-carita' Cattolica.

Ho seguito gli interventi Ringhio-Zauby: per me, la vittima, di qualunque cosa e' sempre vittima, i pregiudizi non servono -- che sia coca, super alcol, morfina, meth and crack eccetera.. Perche' poi la Coca e' associata ai piu' abbienti ha a che fare con i costi...il crack fu un invenzione di mercato per allargare il numero di chi usa... meth e crack, su cio' che conosco, sono le peggiori e piu' potenti nel creare dipendenza: i fattori sociali, tantissimi, poi determinano le variazioni...
La gente definita =labellata= 'ricco/a e cocainomane' difficilmente cerca soluzione nel sistema pubblico, anche perche' e' possibile che oltre a non voler essere scoperto, piu' vergogna ed imbarazzo rispetto ad altri gruppi, non si sente di mischiarsi con i piu' emarginati... Questa immagine poi crea una certa antipatia... In realta' la negazione nasce proprio dalla negazioen di avere un problema tanto serio quanto quello dei meno abbienti -- fa parte dei muri di autodifesa... Gli stessi ricchi-cocaina, se ben confrontati da un bravo terapista si ritrovano con gli stessi problemi da dover scavalcare, dovunque si trovino: sia in privato che in pubblico. A mio parere, la strada privata non puo' essere completa... La domanda e' sempre la stessa: sei in grado di affrontare la vita cosi' com'e'?? sei in grado di accettare TUTTI i tuoi vicini di casa ?? le scorciatoie non funzionano mai ....

A Paola: il pietismo non funziona da nessuna parte, in qualunque relazione con chiunque, indipendentemente dallo stato mentale di una persona. Sul cosa fare ti posso solo dire quelo che io penso -ben a conoscenza che ci sono stati molti modi di intervento basati su vari modi di approccio al problema, con risultati sempre diversi, positivi e negativi. Una ricetta buona per tutti, come sempre, non esiste.

L'amico in genere ascolta e da' supporto, e' presente ma non altera troppo la sua vita -- se ho una partita si calcio da giocare la gioco lo stesso -- perche' non vieni a farmi il tifo??? niente di piu'... Sviluppa un rapporto e propone alternative.. Ma le alternative devono includere la partecipazione.. Ovvero, se io vado fuori con amici invito tutti gli amici, nessuno escluso (nessun doppio standard, altrimenti sono amico solo nei miei desideri di sentirmi utile e bravo !!! cioe' non sono poi tanto amico, semmai un crocerossino boy-scout)... e nella paziente attesa, nel tempo, magari qualche apertura da esplorare si presenta... In Gran Bretagna hanno poi inventato un ruolo che mi piace molto: il "Befriend", "l'essere amico" -- che non e' amicizia in senso pieno.. semmai cerchi di essere fratello/sorella maggiore, non giudichi ma confronti certi comportamenti nei limiti di come si sviluppa questo rapporto -fai le cose insime, cose che normalmente sono per entrambi accettabili, tipo cinema, stadio, pizza da qualche parte, sociale. Il 'befriend" riempie il distacco e l'emarginazione: crea un'alternativa con regole: non ti presto denaro, pago per il Cine se sei a corto, ma non sempre --- e comunque, quando ci vediamo abbiamo gia' un qualche piano di azione -- passare il tempo a parlare va benissimo. I "befriends" fanno riferimento alla organizzazione che dirige l'intervento. La quale valuta come si sviluppa il rapporto, e possono fermare il tutto se si sospetta che sta diventando 'pericoloso' per l'uno o per l'altro Nessun giudizio- non tutte le coppie funzionano. Se poi il "befriend' funziona, il suo ruolo si completa nel momento in cui viene manifestato il desiderio di provare a cambiare... Da questo momento cambiano molte regole... Il rapporto di prima finisce si va verso un modo piu' diretto per affrontare con altre persone, molto piu' oranizzato, e dettagliato, molto piu' pianificato -con obbiettivi intermedi ben precisamete delineati da raggiungere e tanto altro. Il tutto puo' prendere anche anni..... Ne parlo perche' e' l'unico metodo di intervento di cui ho fatto parte... Naturalmente, una volta fuori di la', mi sono fatto lo shampoo al cervello, ma e' comportamento comune -- il rischio e' sempre quello di quando vai a cercare di aiutare qualcuno che sta annegando: ci vai da solo/a e rischi di essere trascinato giu' -- con dolori e doloretti vari....
Del tutto di cui sopra spero di non essere suonato serio o aggressivo --non qui a Blogland di certo...

Copio il tuo intervento Giulio del Canada. Interessante e concreto. Non conoscevo il Befriend, sebbene abbia molti amici anglosassoni non ne avevo ancora sentito parlare.
Interessante. Ecco un punto di partenza. Grazie e Ciao

Guarda Giulio ir fatto è che te sei dar canada:)

Sono del tutto d'accordo con te. Solo che in Italia, per come sta ilo servizio pubblico per questione del genere, sarebbe bene che nun ce annasse nessuno. Nè ricchi nè puarett

No Zauberei sul SSN italiano disssento.
Io negli anni 90 mi sono ammalata e gravementedi Depressione Maggiore Grave: sono stata curata, BENE e totalemte gratis, tantè che sono guarita.
Forse anche perchè ho ASCOLTATO e SEGUITO i consigli dei medici. Medici seri, efficienti e responsabili (tranne uno che mentre mi aveva in cui si suicidò)

Luciano, dovresti vergognarti! Nei tuoi post lanci temi noiosissimi che non interessano a nessuno! Visto? Hai ricevuto solo 64 commenti! Ti sembra ammirevole?!

Brava P@ola!!
Non a caso l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica l'Italia come il paese guida per la cura della salute mentale (e Trieste in particolare). Con questo non voglio sostenere che tutto va bene e che tutta la sanità italiana è una meraviglia. Critichiamola, denunciamo le storture e i difetti, lottiamo per migliorarla, però guardiamoci in giro. E ricordiamoci di quello che funziona. Che è tanto.

Mi scoccia usare una bella frase ormai consunta, ma è vero che fa più rumore l'albero che cade eccetera....
Certo, poi leggi che un uomo a Torino, è arrivato ad un punto tale di esasperazione dovuto al rumore, da armarsi e sparare e ti cascano le braccia: primo, per la mancanza di risposta alle istanze dei cittadini; secondo, per la fragilità psicologica che colpisce troppe persone che restano sconosciute al SSN, finché non arrivano alle estreme conseguenze.

Non conosco la vicenda torinese. Ma da quel pochissimo che ho letto mi pare scaturisca dal degrado urbano: rumore pazzesco al quale ci illudiamo di assuefarci (ma non è così...i danni sono micidiali), vicinato forzato, difficili rapporti tra le persone, esasperazione, assenza di risposte pubbliche a un disagio che si trascina nel tempo, mancanza di un tessuto sociale solidale di quartiere.

Per me l’importante è non sconfinare, non abusare. Droga, alcol, sesso, musica, fantasia, meditazione, risate, film, libri, giochi, camminare, respirare bene eccetera eccetera, quando diventano l’idea fissa per me non va. Fìssati con il rumore e vedi che succede...Fatto salvo il problema legale, tra chi sceglie con cuffia alle orecchie di godersi buona musica in compagnia d’un buon bicchier di vino rosso o chi preferisce farsi uno spinello o chi ancora se la gusta totalmente sobrio io non starei a trovar buoni e cattivi perché nessun dei tre per questo finisce in ospedale De gustibus e non uomini e conigli, dritti e storti! A ogni 1 er suo sballo sono portato a pensare. Si consiglia vivamente la moderazione (solo per chi volesse, non è certo un obbligo ne un consiglio per l’acquisto). Cosi come non differenzio tra l’alcolista e il drogato cronico o il malato di sesso eccecc. Prova a camminare senza sosta o a fare dell'iperventilazione oltre il consentito e vedi l'eccesso d'ossigeno dove ti porta! là dove sono i malati, alcolisti drogati eccecc che costano alla società e vanno curati al di là che se la sono pure cercata direi e non lasciati, a proposito di problema legale, ad acquistar sottobanco magari rubando o peggio, da organizzazioni criminali che vivono e vegetano con il proibizionismo che tanto, nei fatti, non impedisce a nessuno che voglia drogarsi, usando od abusando, di farlo. Lo dico senza voler fare polemica alcuna ne arrecar offesa, lo assicuro, ma non sò usare altro modo più bonton...mi pare che qui si sia abusato anche in perbenismo spiccio ed elitario su un problema serio di usi, consumi, abusi e costumi e diritti individuali. In un minestrone di categorie ben diverse tra loro, in sostanza ed indipendentemente dalla "sostanza".

Sui blog si parla in libertà, senza la possibilità di rivedere i propri testi, senza la possibilità di richiamare indietro le proprie dichiarazioni. Ogni tanto qualcuno si accorge (capita anche a me) di essere in contraddizione con se stesso

Va bene Luciano, l'avevo sospettato. Mostri saggezza in questao tuo commento qui, come in tanti tuoi post, d'altronde. Capita a tutti, ci mancherebbe altro. Concordo con te quando dici che "Il problema delle dipendenze (droghe, alcol, farmaci, cibo, sesso, eccetera) è complesso e si intreccia con aspetti economici, sociali, politici, culturali, individuali, di criminalità organizzata. "

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