Pierre Bayard insegna letteratura francese all'Università di Parigi e scrive appassionanti saggi, colti e divertenti come quelli del miglior Umberto Eco. L'ultimo uscito in Italia (Edizioni Excelsior 1881, euro 16.50, 205 pagine) si intitola appunto "Come parlare di un libro senza averlo mai letto" e parla ovviamente di libri, di lettura e di memoria. Alcuni temi: dove sta il confine tra un romanzo che abbiamo letto per davvero e uno che abbiamo solo sfogliato? E possiamo parlare con cognizione di causa di un'opera che non abbiamo letto direttamente (ad esempio io dell'Ulisse di Joyce?) ma che conosciamo grazie a una lunga serie di rimandi? E lo stesso libro, letto da me e letto da te, resta lo stesso libro? E se a leggerlo sono sempre io, ma a distanza di anni? Alla fin fine la cultura non è (più che conoscere precisissimi dettagli di singole opere) sapersi orientare nell'insieme del mondo? Attraverso esempi illuminanti, acute citazioni, spiritosi accostamenti, brillanti intuizioni, passando da Eco a Montaigne a Valery a Greene a Musil a Wilde a Balzac a Lodge a Proust, Bayard arricchisce il nostro personale rapporto con la lettura. Gran bel libro. Altro che gli scritti di Moccia (di cui conosco solo il primo orribile romanzo) o di Paulo Coelho (che non ho proprio letto mai ma che, che grazie al conforto di Bayard, posso tranquillamente criticare a fondo). E comunque, per parlare dei libri di Coelho, basta il tipo di antipaticissimo pizzetto scolpito a rasoio (lo stesso di Faletti, Lucarelli, Adornato). Quando vedo uno scrittore con quel pizzettino, lascio i suoi libri in libreria. Grazie, Bayard: è come se li avessi già letti.
Dai, mica giudicherai uno scrittore dal pizzetto scolpito... ;-)
Io non mi fido molto delle opinioni altrui sui libri... tante volte sono in netto contrasto con le opinioni dei grandi critici, scrittori, studiosi ecc., e... anche delle persone di cui stimo cultura e intelligenza.
Anche perchè il libro cambia, come suggerisci tu: cambia se lo leggo oggi o fra dieci anni, cambia se lo leggo da triste o se mi scoppia il cuore di gioia. Spesso ho riletto libri che non mi erano piaciuti prima ma, a distanza di anni, mi hanno appassionata. O viceversa.
Non sono certo in grado di fare una "critica", mi basta che il libro mi appassioni, mi dia emozioni, mi costringa a prenderlo in mano ogni istante libero, mi seduca fino a notte fonda anche se il giorno dopo devo alzarmi presto per andare a lavorare, mi faccia sbagliare la fermata dell'autobus prechè sono in un punto troppo avvincente e non posso smettere di leggere...
Scritto da: Arruffata | 08/08/2007 a 09:55
Luciano, meno male che nell'unica foto in cui mi hai visto non mi radevo da una settimana ;-)
Scritto da: offender | 08/08/2007 a 10:32
Non ci sono scappatoie: per parlare di un libro bisogna leggerlo e, spesso, anche due-tre volte, il resto è semplicemente...imbrogliare.
Felicità
Rino, assaporando parole classiche
Scritto da: Rino | 08/08/2007 a 10:51
Rino: Bayard e vari studiosi (anche Eco) argomentano in modo molto acuto le loro posizioni.
E se avrai il tempo e la voglia di leggere questo saggio (o un articolo di Eco comparso sull'Espresso un paio di settimane fa) vedrai che forse non è proprio come la pensavi/pensavamo in precedenza. E cioè che per parlare seriamente di un libro bisogna per forza averlo letto.
O comunque forse ti sorgeranno dei dubbi. O perlomeno ti verranno delle idee nuove. E comunque avrai letto un testo scintillante e intelligente.
Che non intende affatto imbrogliare. E che non ha nulla (ma proprio nulla di nulla ) a che fare con quel vecchio manualetto comico di Paolo Villaggio, "Come farsi una cultura mostruosa in dieci minuti"
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 11:36
Bene Luciano, accetto il tuo consiglio, andrò a comprarlo, sono davvero curioso sapere come fare a parlare di un libro di storia senza averlo letto.
Felicità
Rino, aperto alle aperture.
Scritto da: Rino | 08/08/2007 a 11:47
Che bella definizione, "aperto alle aperture"
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 12:09
Nella fantascientifica ipotesi riuscissi mai a vedere qualcosa di mio sugli scaffali, avendo le basette "stile '800" ho possibilità di non essere escluso o vale lo stesso discorso per il pizzetto scolpito ? eheeheh .. interessante post e libro curioso. Me lo segno !
Scritto da: Italo Sgomento / npalazio | 08/08/2007 a 12:50
Ci unisce anche l'antipatia per Coelho, l'unto dallo spirito santo. Insopportabile. Rimasticatura di fuffa sono invece i romanzi di Faletti. Lucarelli si piace troppo per potermi piacere, esattamente come Baricco. E' un Baricco con la pistola ed il pizzetto. Adornato invece non mi fa sprecare ulteriori pigiate sui tasti.
Scritto da: finazio | 08/08/2007 a 13:30
Non sono così rigido e schematico. Però vedo che, in linea di massima, le persone con quel tipo di pizzetto non mi sono simpatiche.
Esistono però le eccezioni.
Un mio amico ad esempio è di estrema estrema estrema estrema estrema destra (proprio estrema estrema) ed ha pure quel pizzetto, eppure siamo amici.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 13:34
Il mio "non sono così rigido e schematico" non si riferiva a Finazio ma al timore di npalazio di essere escluso dalle mie letture a causa di un suo eventuale futuro pizzetto.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 13:36
"Curiosa" ed interessante la tua definizione di cultura : "Alla fin fine la cultura non è (più che conoscere precisissimi dettagli di singole opere) sapersi orientare nell'insieme del mondo? "
Sto ragionando su questa tua frase....
Scritto da: P@ola | 08/08/2007 a 14:03
Luciano, allora forse mi salvo anch'io ;-)
Scritto da: offender | 08/08/2007 a 14:10
Dai Luciano, ero ironico! E comunque in ogni caso il pizzo scolpito non piace neppure a me. Continuo a preferire le mie basette da risorgimentale !
Scritto da: Italo Sgomento / npalazio | 08/08/2007 a 15:04
ehm...io avrei il pizzo, poco scolpito e piuttosto selvatico. Posso sperare quindi di averti tra i miei lettori? ;-)
Comunque incuriosisce anche me la faccenda della non necessità della lettura di certi testi. In alcuni casi posso anche concepirne il rifiuto, conoscendone in anticipo il contenuto: un esempio calzante di questi tempi è David Irving; il libro del papa su Gesù non mi crea l'affanno di correre in libreria; il citato Moccia non mi smuove di un millimetro. Non ho letto Irving, Ratzi e Moccia, ma ne so abbastanza per pensare ad altro di più edificante. Spero di trovare altre motivazioni nel saggio.
Scritto da: gcanc | 08/08/2007 a 15:58
Gcanc: nel mio post ho riassunto di molto e di brutto il saggio di Bayard (anche perchè sono circa a un terzo della lettura).
Sulla tua faccia: ho visto più volte la tua foto e devo ammettere che non mi sono accorto che hai quel tipo di pizzetto (ce l'hai?). Forse perchè tu hai un'espressione ironica e cordiale e non una posa da Guru che finalmente sta per rivelare al mondo assetato delle Sue illuminate parole la VERITA' DEFINITIVA. Insomma, un'espressione da Coelhone.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 16:26
Diciamo che la forma del mio pizzo varia a seconda dell'attenzione che presto quando mi rado. E di illuminato ho solo lo schermo del computer quando è acceso.
Scritto da: gcanc | 08/08/2007 a 16:51
Una delle qualità che ammiro di più nelle persone è saper sghignazzare di se stessi.
E tu lo fai: basta guardar le foto che ti fai o ti fai fare.
Penso sempre (lo scrive benissimo Amos Oz) che uno dei pochissimi antidoti al fanatismo sia saper ridere di se e delle proprie convinzioni.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 17:06
solo una constatazione: la maggior parte dei critici d'arte parla a vanvera!non ha idea di ciò che stadicendo ed a proposito di che cosa!
vedo che il nuovo blog va alla grande!
Scritto da: paola dei gatti | 08/08/2007 a 18:53
Il libro me lo prendo pure io! Grazie Luciano:))
Penso che ci siano diversi livelli di analisi. Non arrivo a essere una lombrosiana der pizzetto, (che poi a Lucià ZITTETE che se uno vedesse solo le foto tue potrebbe arguire cose erronee:))) ma sono assolutamente una fan della sineddoche. Ovvero mi abbasta una parte per presagire la goduria del tutto. La casa editrice e la modalità di presentazione fa la sua parte. E questo il mercato editoriale lo sa. E' raro che quelli delle edizioni Piemme mi convincano a comprare alcun che. Tracimano tanti di quei bboni sentimenti che mi renderebbero pericolosa. Viceversa ho una malaugurata passione per Einaudi.
C'è comunque il fatto, che il mondo il lessico, quella densità di cose che fa di uno scrittore uno scrittore - raramente è un fatto di trama. le trame so poche in finale - gente che tromba, gente che muore - quella roba li sta già in una pagina.
Scritto da: zauberei | 08/08/2007 a 19:11
Mah! Ho letto tutto e ho capito solo due cose:
1) Non mi piacciono quei tipi col barbone lungo, incolto e arruffato dove manco t'accorgi e ti ci covano i bacarozzi, e comunque ti vanno a finire nella minestra nella pastasciutta e avolte anche sui fornelli accesi.
2) Quel libro, da quanto leggo mi sa che mi piace e me lo compro (forse, aggiungerei, vista la lista di attesa che ho accumulato). Mi piacciono tutti libri che parlano della lettura: Eco, Bloom, Pennac (ai suoi tempi) ecc.
Come dici Lucianooo? Anche tu hai il barbone?
Hooops! Mi dispiace, non lo sapevo! Va beh, rettifico: mi piace sola quella dei bloggers di nome Luciani...
Capita l'antifona?
Lucià! te lo sai che ti voglio bene, anche se non ricambiato, però anche tu?
Ma come? Proprio quando il nostro nuovo amico Cicalone fa un bellissimo post sulle bellezze dei blog: sulla libertà di scelta degli amici, del mandarli a quel paese o amarli platonicamente e perdutamente, degli argomenti che più ci aggradano, dei vaffancu... che più ci ispirano, delle convenzioni sociali che non ci sono (ah, che bellezza!), del fatto che io in questo momento mi permetto di castigarti come uno scolaretto sbadato, poi tanto non mi acchiappi per il bavero per strada o dentro un bar, ecc ecc... e tu vai a dare giudizi pesantissimi sulle barbette, pizzetti, mustacchi, senza sapere, per esempio, che barba porta il sottoscritto (lo so, se prima non lo sapevi, ora sei convinto che ho un pizzetto tale e quale a quello di Choelo)?
Ma come? un vecchio lupo di blog come te, fare queste... queste... queste, ora che ci penso bene, esternazioni di grande schiettezza, candore e sincerità, di rivelare i propri gusti fregandotene se qualcuno si sente offeso (per il semplice fatto che tu non ci pensi neanche di offendere chiccessia) e privilegiando sempre e comunque la sincerità e la verità. Viva la sincerità!
Ma sì! in fondo..., bravo Luciano! Davvero, in fondo in fondo ti ammiro, perché comunque sai sempre cavartela signorilmente.
E sappi che io ho una barba piena di bagherozzi peggio della tua... non ci credi?
Mmm, va beh, non è vero, ho la barbetta alla Umberto Eco (solo la barba, la testa no), o come Cofferati (la testa no, anche se è una testa komunista) o come, come mi pare va BENE! Oh! Però in compenso scrivo bellissime cazzate.
(Non farci caso, è l'ora tarda...)
Scritto da: Irnerio | 09/08/2007 a 01:42
Un giorno di questi faccio un post sulle varie barbe in circolazione. E tutti/e voi giù a criticare e a sbeffeggiare senza pietà.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 09/08/2007 a 10:17
Esattamente una settimana fa ho sfogliato il libro in libreria e... non l'ho preso, ma c'è mancato poco. Chissà, la prossima volta.
Intanto attendo il post sulle barbe, per vedere come tratterai la mia :)
Scritto da: VQ | 09/08/2007 a 13:36
So di alcuni che hanno letto Coelho, mi si dice vadano scantonando per il mondo con bava alla bocca e ventre rigonfio di putredine.
Leggere un libro due o tre volte prima di commentarlo? A me è bastato leggere un terzo di H. Potter in lingua inglese per discuterne con tutti come di libro ottimo sotto il piede del tavolo traballante.
Ho anche sfogliato G.Luckas, non c'ho capito un bel nulla e lo sconsiglio a tutti i comunisti. Lo sconsiglio senza averlo letto.
Ma poi, sapete, fa gran figo conoscere brani di questi o quello e poi zittire tutti con commenti appropriati, specie quando vi è la certezza, diciamo matematica, che chi con noi interloquisce non conosce nulla di questi o quello.
Ora ditemi, chi di noi, gran lettori, non lo ha mai fatto?
Scritto da: Salvatore Luxoro | 09/08/2007 a 15:04
Salvatore: ti garantisco che sei pronto per comprare il saggio di Bayard che consiglio in questo post. E non dimenticare che in futuro una vetta di raffinata perversione sarà parlarne su questo blog senza averlo letto.
Scritto da: luciano / il ringhio di Idefix | 09/08/2007 a 18:27