Caro Colombo,
con tutti i miei limiti avevo partecipato con entusiasmo alla sua breve avventura per le Primarie, raccogliendo anche alcune adesioni e inviandole prima per fax e poi per assicurata postale. Per qualche breve attimo mi ero illuso, con lei e con altre persone, che il processo di fondazione del Partito Democratico potesse aprirsi per davvero ai cittadini, uscendo dalle oligarchie e dalle burocrazie. Invece, come dimostra amaramente l’ esemplare e gogoliana (o fantozziana?) vicenda delle regole bizantine, dei fax, delle fotocopie, delle autentiche delle firme, il PD nasce male, con la volontà di tenere gli uomini e le donne “normali” fuori dai meccanismi decisionali. Al massimo, potranno mettersi in fila a farsi fotografare per i giornali il 14 ottobre, mentre si accingeranno a votare per uno dei candidati ufficiali. Per quanto riguarda me e mia moglie e altri amici e amiche, aumentano le nostre già grandi perplessità sul PD (deficit di partecipazione, ambiguità sulla laicità, incertezza sui diritti individuali, annacquamento dei valori del socialismo democratico, debolezze sul fronte della difesa della legalità, totale amnesia rispetto al problema di Berlusconi e del berlusconismo). La candidatura di Furio Colombo avrebbe dato voce e rappresentanza a tutto ciò: il suo soffocamento (dovuto a fattori ciecamente burocratici,
che però nascondono una distorta concezione della politica) è un fatto avvilente. Restando così le cose, non penso che parteciperò ulteriormente (per quel poco o nulla che può interessare agli apparatnick) alle vicende interne del PD. Concludo, cara Unità e caro Colombo, porgendo ad entrambi un affettuosissimo saluto e un cordialissimo grazie.
Mi sa che al PD dico un malinconico “so long“, ma a voi vi ritrovo con gioia domani in edicola.
Con affetto e stima
Se volete, fate una visita a: http://www.unita.it/
Colombo segretario avrebbe dato una svolta, ma tutti stì margheritari cattolici orfani della DC non l’avrebbero mai apprezzato. Non mi resta che dire: arrivederci e grazie. Piccolo OT: quale dobbiamo considerare il tuo blog principale? Questo o quello kataweb?
Scritto da: finazio | 01/08/2007 a 11:02
Finazio: bella domanda, questa sul blog.
Non lo so nemmeno io. Mi sento un pò come un editore che in un momento di sconforto voleva chiudere il giornale che aveva e invece ne ha aperti due.
Comunque tra un pò decido. Però in linea di massima penso che il blog Capo sarà questo qua.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 01/08/2007 a 11:14
Il ritiro di Furio Colombo è l'ennesima dimostrazione di quanto sia fittizio ed artificioso il processo di nascita del PD. Sono tutte decisioni già prese a livello di segreterie e uffici marketing elettorali. Le primarie sono solo una mossa propagandistica, non c'è vera competizione.
Io non pensavo di andare a votare ma adesso ci sto facendo un pensierino. L'idea dell'investitura plebiscitaria del nostro sindaco e imperatore Walter non mi piace per nulla. Quasi quasi vado e voto Bindi, che, tra l'altro, su laicità e diritti mi lascia molto più tranquilla di Walter
Scritto da: Eeka | 01/08/2007 a 11:23
Questo sarà il blog ufficiale, definitivo? La sede centrale dei pensieri del Ringhio?
Lo immaginavo, tuttavia finora ho commentato un po' a caso, secondo il razionale principio del "'n do cojo cojo" con il clik del mouse.
Insomma! Avevi detto che (forse?) non avresti postato gli stessi argomenti nei due blog, ma poi in realtà ci tocca fare la fotocopia del commento per farlo leggere ai frequentatori delle due succursali.
Per farla meno lunga: chi fosse curioso vada a vedere nell'altro ufficio periferico del Ringhio cosa ho scrivacchiato sull'interessante tema: Il Colombo Furio(so?).
A vostro rischio e pericolo!
Scritto da: Irnerio | 01/08/2007 a 13:10
Io dal mio basso, e dalla non militanza (presso nessun lato politico) credo che questo del PD, sià una gran pasticcio-bufala, che si risolverà in un NULLA, se non nel ricompattamento della DC, infatti ora quella vecchia sigla è divenuta un virus che risiede in tutti i luoghi, destra e sinistra.
Per come la posso vedere io si tratta di un mezzo per creare nuove poltrone, nuove stanze del potere ma abortirà. Nessuno degli esclusi vorrà rimanere tale e allora nasceranno nuove correnti, partiti e via da capo.
Mio caro, mentri questi giocano noi paghiamo.... e pure cara ci costa
Scritto da: PrimodegliIgnoranti | 01/08/2007 a 23:23
... è quasi un peccato credere che qualcosa cambi...
In verità, a nessuno interessa il cambio, gli italiani siamo un popolo tradizionalista, una volta coricati, seguiamo dormendo.
Felicità
Rino, ripetendo le storielle della Storia.
Scritto da: Rino | 02/08/2007 a 07:27
Avete ragione: dovrei eliminare un blog. A quello Kataweb concedo ancora una settimana e poi lo lascio aperto solo per segnalare che io e Idefix siamo qua.
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 02/08/2007 a 15:55
Mi pare che per un motivo o per l'altro il PD abbia giá fatto fuori tutte le possibili alternative all'eletto Veltroni. Sará democratico? O come sempre dobbiamo leggere i partiti e le coalizioni al contrario (vedi "casa delle libertá"?
Scritto da: ma.ni | 02/08/2007 a 22:37
Il giornalista romano ha rinunciato in extremis alla candidatura
Antonello De Pierro non correrà più per la guida del Partito Democratico
Il direttore di Italymedia.it e storico conduttore di Radio Roma, oltre che leader del movimento “L’Italia dei diritti”, aveva deciso di candidarsi, ma come si apprende dal coordinatore nazionale del movimento stesso Dario Domenici, è stato costretto a ritirarsi per motivi personali
Aveva accettato di candidarsi per le Primarie del 14 ottobre 2007, per concorrere alla carica di segretario nazionale del Partito Democratico, dopo che da più parti gli erano giunte richieste in tal senso, e, sostenuto da più associazioni e gruppi, oltre naturalmente che dal movimento per i diritti dei cittadini “L’Italia dei diritti”, di cui è presidente, aveva avviato in tutta la penisola la raccolta delle firme necessarie da consegnare entro il termine fissato, per accedere all’elenco degli aspiranti. In extremis però il popolare giornalista Antonello De Pierro, direttore di Italymedia.it http://www.italymedia.it e voce storica dell’emittente radiofonica Radio Roma, giannizzero di tante battaglie in campo sociale, sempre per tutelare i diritti dei più deboli, schierato contro l’arroganza dei potenti e la corruzione dilagante di settori deviati delle istituzioni, per motivi personali ha rinunciato a candidarsi. E’ quanto è stato reso noto dal coordinatore nazionale del movimento “L’Italia dei diritti” Dario Domenici, che non ha specificato il motivo della defezione, che come già accennato risalirebbe a motivi prettamente personali. Sembra che la decisione di De Pierro di concorrere alla carica per cui sono candidati Walter Veltroni, Furio Colombo, Enrico Letta, Rosy Bindi, Mario Adinolfi ed altri, sia scaturita dalla necessità soggettiva di apportare una ventata di forte coinvolgimento sociale in una classe politica ormai impopolare, e sempre fedele al suo motto, ripescato nell’archivio geniale di Cesare Pavese “Non bisogna andare incontro al popolo, ma essere popolo”. Ed è proprio ciò che il giornalista romano ha da sempre fatto, dalle pagine dei giornali diretti, dalle frequenze radiofoniche, ma soprattutto grazie all’indole solidale che lo caratterizza, facendosi carico di problemi che nella maggior parte dei casi, con l’impegno, la caparbietà e la forza mediatica ha brillantemente risolto, rivendicando la sua indipendenza e non preoccupandosi giammai di potersi mettere contro i cosiddetti potenti. Spesso ha pagato anche sulla propria pelle le omissioni e le falsificazioni clamorose a livello istituzionale, e successivamente le ritorsioni, solo, in virtù del suo innato senso di giustizia, per aver tentato di far rispettare dei sacrosanti diritti, che nelle circostanze erano stati spudoratamente calpestati. Italymedia.it è da sempre un portale di informazione libera che denuncia tutto il marcio che riesce a smascherare, in maniera politicamente trasversale, la giustizia e i diritti non hanno colore, anche perché è pura retorica, peraltro piuttosto patetica la convinzione che le ingiustizie e i soprusi siano peculiarità di questa o di quella classe politica. Dove esiste l’uomo c’è il pericolo di degenerazione morale, ed è dovere sacrosanto di chi si muove nella legalità denunciarlo, anche se ciò non sempre avviene, ed è un dato di fatto che spesso il delinquente è più forte dell’onesto, e muoversi nell’illecito è più agevole che addentrarsi nei vincoli che la codificazione legale impone.
Tra l’altro il giornalista e conduttore era considerato l’unico che avesse qualche improbabile e comunque inutile chance in più, di fronte a Superwalter, che dopo il grande consenso conquistato meritatamente alla guida dell’amministrazione capitolina, ha già in tasca la leadership del nascente Partito Democratico. I candidati Rosy Bindi ed Enrico Letta, facenti parte di un governo che ha fortemente deluso anche il suo stesso elettorato, non hanno alcuna speranza a cui aggrapparsi per ottenere l’ambita posizione di vertice. Il leader de “L’Italia dei diritti” comunque sosterrà Walter Veltroni, persona che ha dichiarato in più occasioni di stimare umanamente e politicamente da sempre e in cui ripone grande fiducia, ed ha annunciato che presto, “viste le pressioni della gente e dei fedeli lettori, ascoltatori e sostenitori, non potrà esimersi dall’affacciarsi sulla scena politica romana e nazionale, per ottenere uno strumento in più al fine di tutelare gli interessi di chi spesso non ha voce, in quanto soffocata dal potere e dall’arroganza di pochi eletti”, priorità diventata ormai una missione ed una ragione di vita.
Scritto da: ufficio stampa | 06/08/2007 a 20:03
Non mi sento rappresentata in quanto lavoratrice nel partito democratico. Ho sempre pensato alla sinistra come un area dalla parte dei lavoratori. E i lavoratori, da sempre, non sono mai stati al potere, sono sempre (stati) comandati. E la sinistra, il vecchio partito comunista di Enrico Berlinguer rappresentava un’opposizione dalla parte dei lavoratori. Poi c’è stato il compromesso storico, oggi i D.S sono al governo, con risultati abbastanza deludenti: nessun miglioramento per la classe lavoratrice, i soliti privilegi intoccabili alle corporazioni , i sindacati d’accordo con la classe dirigente. Era la stessa cosa sotto il fascismo. A cosa sono serviti anni di rivendicazioni e di negoziazioni? Perché qualsiasi partito una volta arrivato alle chiavi del potere si infetta diventando cieco e sordo rispetto alle richieste della base che lo rappresenta?
Scritto da: nonsonosola63 | 08/08/2007 a 14:49
Nonsonosola63: qual'è l'indirizzo nuovo del tuo blog?
Scritto da: luciano / il ringhio di idefix | 08/08/2007 a 14:55